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Wimbledon, Londra chiama la tradizione verde.

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domenica, Aprile 28, 2024

Sono due gli eventi che associano il colore verde allo sport, la giacca dedicata al vincitore dell’Augusta Masters di golf e i campi di Wimbledon. L’Inghilterra è da sempre un Paese che tende a consacrare le proprie tradizioni: dal thè delle cinque alla Boat Race sulle acque del Tamigi, meglio nota come Regata Oxford-Cambridge. È attribuita agli inglesi l’invenzione del calcio e da una variazione britannica del gioco della Pallacorda, proprio quello che ha fornito la sede del celebre giuramento ritratto da Jacques-Louis David, è nato anche il tennis moderno. La tradizione ebbe inizio nel 1859, quando un giocatore di real tennis – così veniva chiamata la mutazione genetica della Pallacorda- Harry Gem, decise di posizionare una rete su un campo di croquet definendo il nuovo sport “Lawn Tennis”. Da quel momento il passo è breve perché presto vennero inserite delle regole e Walter Clopton Wingfield brevettò il nuovo gioco: 23 febbraio 1874 è la data di nascita del tennis moderno.

Roger Federer

Wimbledon o meglio All England Club

Il nuovo gioco iniziò a diffondersi con una rapidità sconvolgente e a Londra un club sportivo di Croquet istituì il primo torneo: all’All England Club iniziava la fantastica storia di Wimbledon. Completi bianchi, campi verdi, 200 spettatori paganti per la prima finale della storia tra Spencer Gore e William Marshall. Gore vinse quasi con facilità, aveva introdotto una novità nell’innovazione che ha identificato da subito uno dei colpi classici del gioco su erba: la volée. Il giocatore sotto rete diventa quasi insuperabile eppure la seconda edizione la vinse Frank Hadow. Solo un colpo di genio poteva cancellare dall’albo d’oro le volée di Gore. Fu propio quel che riuscì a fare Hadow: se l’avversario si avvicina alla rete deve essere scavalcato, è l’invenzione del pallonetto. Al tempo non si pensava ad un futuro remoto, la Belle Èpoque manteneva il popolo europeo in una situazione di rilassatezza e tranquillità che favorì la nascita del tempo libero – il quadro di Seurat “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande-Jatte” è un esempio calzante- e degli sport. Nessuno immaginava nel 1877 che 146 anni dopo l’All England Club sarebbe stato ancora il teatro del torneo più importane al mondo.

Borg contro McEnroe

Londra chiama, i favoriti di Wimbledon 2023

London Calling, era il 1979 quando i Clash pubblicavano il loro album rivoluzionario, antologia del punk. Quello stesso anno Londra chiamava al quarto trionfo sull’erba di Wimbledon Bjorn Borg, un antipasto di quella divenne la più grande finale del secolo scorso. Borg contro McEnroe, antenati di Federer contro Nadal, l’All England Club nel 1980 contrapponeva i due giocatori più forti del momento. Vinse lo svedese 8-6 al quinto, Bjorn divenne il primo a vincere 5 volte il torneo, poi il Re Roger Federer lo superò e distanziò. Otto trofei è un record ineguagliabile, ma la storia insegna che i record nascono per essere battuti e quindi nel 2023 Novak Djokovic potrebbe anche lui aggiudicarsi l’ottavo trofeo. Probabilmente il più grande rimpianto della carriera, Roger lo ha avuto proprio nel suo giardino di casa sui match point contro Nole nel 2019. La striscia di vittorie del serbo è attiva dal 2018 quando sconfisse Anderson, neanche il momento d’oro dello sport azzurro dell’estate 2021 riuscì ad interrompere il suo dominio. Matteo Berrettini cedette all’ultimo atto in quella che comunque rimane l’unica finale con un giocatore italiano in campo.

Novak Djokovic

È nel 2023? Londra chiama Novak Djokovic come primo favorito, gli avversari sono i Next Gen. Carlos Alcaraz tra tutti, è tornato numero uno del mondo e si presenta con in tasca il titolo del Queen’s. Holger Rune ha già sconfitto Nole nelle ultime due occasioni, ma è apparso un po’ in calo dopo aver subito il colpo psicologico delle finali andate male su terra rossa a MonteCarlo e Roma. Daniil Medvedev, Andrey Rublev e Karen Khachanov riporteranno la Russia a Wimbledon, ma le loro ultime prestazioni hanno lasciato qualche punto di domanda. Vale lo stesso discorso per gli americani Fritz è Tiafoe e soprattuto per Felix Auger-Aliassime, in caduta libera da mesi, ma ora pronto (?) per una superficie che si addice alle sue caratteristiche. È poi ci sono gli outsiders come Zverev, Coric, Norrie, Ruud, Hurkacz e ipoteticamente anche Kyrgios: per loro sarebbe una grande sorpresa giustificata dallo sconfinato talento. La lista dei pretendenti è lunghissima, ma siamo in uno Slam e il tennis giocato 3 su 5 è un altro sport rispetto alla stagione regolare, per questo motivo le quotazioni dei vari Struff, Dimitrov, Bublik, Jarry, Shapovalov, Mannarino non sono quasi da prendere in considerazione. Andy Murray ha regalato delle opere d’arte in Australia ad inizio anno, ha 36 anni e un’anca ricostruita, giocherà principalmente per il pubblico e per l’orgoglio del Leone inglese. Il capitolo italiano non sorride al tricolore, ma sicuramente non ci si può lamentare considerando i risultati storicamente negativi sull’erba. Sinner dopo Montecarlo ha avuto alcune difficoltà, ma su Instagram ha rassicurato tutti e sarà al via del torneo. Sonego è sempre indecifrabile, ma è in un buon momento. Per Musetti si attende il salto di qualità definitvo, ha 21 anni e ad ora ha scalato la classifica fino al quindicesimo posto, non è un giocatore da erba, ma i risultati di Londra e Stoccarda non sono completamente negativi. Il resto d’Italia invia buoni segnali, in primis il doppio Bolelli/Vavassori, finalista ad Halle. Infine, Matteo Berrettini è stato molto sfortunato dopo la finale di Wimbledon 2021. Lo scorso anno tornava sull’erba da un infortunio, un lunghissimo stop che non aveva danneggiato i suoi risultati sul verde: vittoria a Stoccarda e bis al Queen’s, si presentava a Wimbeldon con l’occasione di regalare ancora qualche grande sogno all’Italia; il Covid cancellò ogni discorso. Quest’anno Matteo ha faticato fin da Gennaio: sconfitte, infortuni, ritiri, una somma di eventi demoralizzanti. Giunge a Londra senza neanche la testa di serie, l’erba è il suo terreno preferito, ma sarà veramente complicato per lui che stava diventando una tradizione vincente nella terra delle tradizioni.

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