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Scompenso cardiaco: a soffrirne in Italia sono circa 600mila persone. “Dopo la dimissione  il 30% dei pazienti viene nuovamente ricoverato entro un mese”.

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“Servono percorsi preferenziali per i pazienti con patologie cardiovascolari: la finalità è proprio una rete tra ospedale e territorio che permetta di integrare i servizi con riferimento a tutta l’area geografica a cui Avezzano si può rivolgere” sottolinea il Prof. Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus.

SCOMPENSO E ARITMIE CARDIACHE: I RISCHI E L’IMPORTANZA DI UN PERCORSO AD HOC – Lo scompenso cardiaco è una delle prime cause di ricovero in Italia, soprattutto negli over 65. A soffrirne in Italia sono circa 600mila persone e si stima che la sua prevalenza raddoppi a ogni decade di età (dopo i 65 anni arriva al 10% circa). “Lo scompenso cardiaco necessita di una particolare attenzione e di percorsi dedicati viste le conseguenze che può comportare – aggiunge il Prof. Francesco Vetta – Dopo la dimissione, il 30% dei pazienti viene nuovamente ricoverato entro un mese, mentre circa il 10% va incontro a decesso durante il ricovero. Anche per quanto riguarda le aritmie, un trattamento rapido è indispensabile per ridurre il rischio di morte improvvisa. Il processo virtuoso avviato ad Avezzano permette di dedicare maggiore attenzione a queste patologie, migliorando sia la qualità di vita dei pazienti che la gestione della spesa del SSN”.

L’INAUGURAZIONE – Per questa tipologia di problematiche, ma non solo, l’ospedale “San Filippo e Nicola” di Avezzano si candida a diventare punto di riferimento per un ampio bacino di pazienti nell’area compresa tra Abruzzo, Molise e basso Lazio, grazie all’apertura e all’ampliamento degli ambulatori di secondo livello nella Unità Operativa Complessa di Cardiologia UTIC, che permetteranno di migliorare i servizi per i pazienti che soffrono di cardiopatie. Queste novità e i relativi benefici saranno presentati nel convegno “Il cuore della Marsica”, che si tiene sabato 28 ottobre presso l’Hotel Olimpia ad Avezzano, alla presenza di oltre 70 specialisti e di rappresentanti delle istituzioni locali. Venerdì 27, invece, viene illustrato il progetto per la realizzazione del nuovo ospedale.

OBIETTIVO INTEGRARE OSPEDALE-TERRITORIO E METTERE IL PAZIENTE AL CENTRO – Gli ambulatori di secondo livello a cui si sta lavorando saranno aperti alla cittadinanza da gennaio 2024: rappresentano un passo avanti in grado di migliorare la prognosi dei pazienti e permetteranno un processo di ospedalizzazione più rapido ed efficiente.

Stiamo aprendo l’ambulatorio per lo scompenso cardiaco, necessario per i pazienti che necessitano di una terapia specifica e per l’impianto di pacemaker e defibrillatori – sottolinea il Prof. Francesco Vetta, Direttore UOC Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e Professore di Cardiologia Unicamillus – Inoltre, stiamo potenziando l’ambulatorio per pazienti che soffrono di aritmie e di cardiopatie strutturali, come la cardiopatia ischemica, la cardiopatia valvolare, pazienti affetti da fibrillazione atriale con necessità di chiudere l’auricola cardiaca oppure per quelli con patologie congenite come ad esempio  la persistenza del forame ovale. Servono percorsi preferenziali per i pazienti che dal territorio devono prendere un appuntamento con l’ospedale: la finalità del progetto consiste proprio nel favorire una rete tra ospedale e territorio, che permetta di integrare i servizi da erogare a un’ampia area geografica a cui Avezzano si può rivolgere. Questo processo di crescita sta avvenendo grazie alla fattiva collaborazione tra clinici e istituzioni, con il supporto della  ASL Abruzzo 1 tramite il Direttore Generale Prof. Ferdinando Romano e il Direttore Sanitario Dott. Alfonso Mascitelli, nonché della Direttrice Sanitaria dell’Ospedale di Avezzano Dott.ssa Lora Cipollone e del Dott. Alessandro Grimaldi Direttore del Dipartimento Medico”.

LA TELEMEDICINA: PREVISIONI ANCHE CON UN MESE DI ANTICIPO – In questo processo di crescita e rinnovamento ricopre un ruolo di primo piano l’innovazione tecnologica, che proprio in ambito cardiologico ha trovato le sue principali applicazioni. “La digitalizzazione in cardiologia permette di telemonitorare il paziente da remoto mediante device impiantati e strumenti di telemedicina, che possono inviare ai medici di riferimento continue informazioni su frequenza cardiaca, pressione arteriosa, saturometria in vari momenti della giornata – spiega il Prof. Francesco Vetta – Lo specialista può valutare l’andamento della terapia e intervenire se necessario. Senza appesantire il carico ambulatoriale, si mantiene un contatto continuativo con i pazienti e non solo si può intervenire tempestivamente qualora si presentino situazioni a rischio, ma, grazie alle valutazioni multiparametriche di defibrillatori e device, diventa possibile anche capire quando un paziente stia sviluppando i sintomi di insufficienza cardiaca, prevedendo così il rischio di una riacutizzazione dello scompenso cardiaco con un anticipo di diverse settimane, una tempistica ampiamente sufficiente per intervenire con immediatezza sulla terapia”.

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