Domenica scorsa un uomo palestinese ha ucciso due civili israeliani sparando loro con una mitragliatrice all’interno dell’insediamento di Barkan, in Cisgiordania. Lo sparatore è stato identificato come il 23enne elettricista Ashraf Na’alowa. Per molti versi sembra un attentato terroristico come molti altri, da quelle parti, ma il caso ha una particolarità che lo rende notevole: Na’alowa è scappato senza lasciare tracce. I palestinesi che compiono un attacco terroristico vengono spesso uccisi sul posto – a volte anche dopo che sono stati neutralizzati – oppure catturati in breve tempo grazie alla conoscenza capillare del territorio e dei gruppi armati palestinesi da parte delle forze israeliane. Stavolta non è successo, e da sei giorni le forze di sicurezza israeliane stanno conducendo una imponente “caccia all’uomo”, come raramente si vede in territorio israeliano.
La ricerca di Ashraf Na’alowa è complicata per diversi motivi. Non apparteneva ad alcuna fazione politica o militare, non ha diffuso alcuna rivendicazione e durante l’attentato non ha urlato frasi che facciano pensare a motivazioni religiose. Come molti altri palestinesi, Na’alowa lavorava all’interno del complesso industriale dell’insediamento, ma non è chiaro se l’attacco sia legato al suo lavoro o alle condizioni dei suoi colleghi. Fra l’altro, gli investigatori israeliani non hanno ancora capito come abbia fatto a portare una mitragliatrice all’interno del complesso industriale dell’insediamento.