Liguria. Sergio Cofferati lascia il Pd, di cui è stato uno dei fondatori, attacca i vertici accusandoli di non avere detto nulla “sull’inquinamento delle primarie della Liguria da parte del centrodestra” e nel partito si infiamma la polemica, che fa riaffacciare anche lo spettro della scissione a sinistra. E se fonti interne al partito descrivono un Matteo Renzi che invita a mantenere “calma e gesso”, il vicesegretario Lorenzo Guerini dice che la scelta, “inspiegabile”, “può danneggiare il Pd in una fase delicata” e gli chiede di ripensarci. Il presidente della Liguria Claudio Burlando, sostenitore della vincitrice Raffaella Paita, lancia l’allarme: “Se non si ritrova unità si possono perdere le elezioni liguri”. Ma Sel lancia già l’amo: “Se Cofferati dovesse rendersi disponibile per una candidatura, lo sosterremmo”.
E, in serata, i civatiani liguri avvertono: non voteremo Paita (“in realtà è lei ad aver cambiato la posizione del partito”) e lavoriamo per un’altra lista. Cofferati è duro. “Le primarie sono state irregolari – dice in una conferenza stampa affollata – una parte in cui ci sono fascisti non pentiti è intervenuta in casa dell’altro per proporre o imporre un modello di governo, non mi sorprende che lo proponga quella parte, inaccettabile è il silenzio del mio partito. Esco, per me è un dolore, ma non fondo un altro partito. Farò un’associazione culturale”. Per Cofferati “il tema etico e politico centrale” è l’ infiltrazione del centrodestra.