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Tennis, cadono i grandi nel Principato: Sinner perde contro l’arbitro.

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giovedì, Maggio 2, 2024

Torniamo a qualche stagione fa, torniamo alla stagione su terra rossa del 2022 e vedremo Casper Ruud in finale al Roland Garros e Stefanos Tsitsipas campione per la seconda volta al torneo di Montecarlo. Spostiamoci avanti di due anni restando sul Campo Ranieri III e vedendo i due finalisti ci potrebbero venire in mente le parole dei Radiohead “No Surprises”. Invece, di sorprese ce ne sono state eccome, anzi l’edizione 2024 del Master di Montecarlo è stata una vera e propria caduta dei grandi. All’atto conclusivo sono arrivati proprio Tsitsipas e Ruud, il primo insegue il terzo successo mentre il secondo è alla ricerca di una prima volta in un torneo 1000. Eppure da quel 2022 in cui erano entrambi considerati i punti di riferimento della terra rossa, il mondo del tennis si è trasformato e loro stessi sembravano ormai lontani dalle alte posizioni raggiunte in passato. Alcaraz, Sinner e in parte Rune hanno tenuto alta la bandiera dei nuovi Next Gen, Medvedev è rimasto un punto di riferimento (dopo il successo a Roma 2023 ha sfatato anche il tabù della terra rossa) e sporadicamente anche l’altro russo Andrey Rublev è riuscito ad imporre la sua legge. Tutto ciò a scapito di Tsitsipas, Ruud e Zverev. Senza i due acuti delle finali a Melbourne e a Parigi, per Tsitsi e Casper la stagione 2023 sarebbe sprofondata nell’anonimato (per quanto la mancata qualificazione alle Finals rappresenta un fallimento per due tennisti che si sono arrampicati rispettivamente al terzo e al secondo posto del ranking).

Stefanos Tsitsipas

A Montecarlo si sono presi una rivincita, come Vasco hanno potuto affermare “io sono ancora qua”. Il torneo del Principato, giocato in terra francese (il Country Club ha sede nel comune di Roquebrune-Cap Martin) per tradizione è stato sede di grandi sorprese. D’altronde apre la stagione sulla terra rossa e spesso i giocatori giungono in Costa Azzurra senza aver potuto disporre del tempo necessario per l’adattamento alla nuova superficie, più lenta e con maggiori insidie rispetto ai campi veloci del Sunshine Double. Caratteristiche che hanno fatto uno sgambetto fragoroso anche ai più grandi del presente e del passato: si ricordano i Ko di Djokovic contro Vesely (2016) Davidovich Fokina (2022) e Musetti (2023), ma anche quello di Federer nel 2005 che perse con il qualificato Gasquet poche settimane dopo aver completato la doppietta Miami-Indian Wells; il ricordo azzurro di Fognini e Lajovic finalisti impronosticabili nel 2019 e il fallimento di Alcaraz nel 2022 contro Korda. Anche il 2024 non è stato da meno: con il forfait di Carlitos e la precoce sconfitta del campione in carica Rublev, i riflettori erano già puntati sulla finale tra Djokovic e Sinner. Invece, sono stati proprio Tsitsipas e Ruud, i due Principi della terra rossa, che hanno allargato la geografia del tennis a Grecia e Norvegia, che hanno ribaltato ogni pronostico in questo 2024.

Jannik Sinner

Il doppio fallo della discordia

Quante volte, nel mondo del calcio, la colpa delle scelte della sfortuna è ricaduta sull’arbitro? Gli errori della figura giuridico sportiva che Gianni Brera definì “Un po’ magistrato un po’ Sacerdote”, sono diventati il centro delle chiacchiere da bar e delle discussioni post partita, una tradizione italiana che neanche l’introduzione del Var è riuscita a sradicare. Alcuni casi (come quello ancora rivendicato dai romanisti del gol di Turone) sono ancora oggi oggetto di dibattito e di scherno tra le tifoserie, e se Jannik Sinner è riuscito a portare dalla sua parte l’attenzione del popolo calciocentrico italiano, non poteva mancare, nel suo 2024 azzurro, un momento di dubbio arbitrale. Dopo la Davis, Jan ha suscitato intorno a sé lo stesso interesse che avvolge da sempre la Nazionale e oggi, la giudice di sedia Aurèlie Tourte (il nome potrebbe non suonare nuovo agli appassionati trattandosi di colei che squalificò Djokovic dallo USOpen del 2020) ha rischiato di essere pericolosamente accostata a Byron Moreno , infausto fischietto di Italia-Korea del 2002. Ci ha pensato lo stesso Sinner, a scagionarla: “Tutti fanno errori anche i giudici, bisogna accettarlo“. Parole che identificano ancora una volta il raziocinio e l’intelligenza della Volpe Rossa, che da tifoso milanista ricorderà con rammarico il celebre episodio del gol di Muntari nel 2010. Jan ha dunque perso la semifinale per un errore arbitrale: sulla palla break in suo favore Tsitsipas aveva commesso un doppio fallo che la Tourte non ha visto lasciando giocare il punto e permettendo a The Greek God, non solo di scongiurare il doppio break di vantaggio, ma anche di recuperare e infine vincere la partita. Colpisce la reazione, tutto sommato pacata dell’altoatesino, in completa contrapposizione all’accesa protesta di Rune nei quarti di finale. Nello sport l’errore umano è ammesso e naturale, anche quando non è l’atleta a commetterlo e Jannik lo sa e guarda avanti, verso Roma ed il Roland Garros.

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