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Roland Garros, la paura di vincere contro Djokovic.

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sabato, Luglio 27, 2024

“Il coraggio di vincere libera la paura di perdere” canta un ex membro dei Pooh in una delle sue recenti canzoni. Novak Djokovic ha dimostrato questo nel corso del Roland Garros 2024 e più genericamente per tutta la sua carriera. Contro Musetti ha lasciato che l’avversario si stancasse da solo nella partita terminata all’orario più tardo di sempre a Bois de Boulounge, alle 3:07 del mattino (il record precedente era di Sinner-Nadal nel 2020 chiusa all’1.26). Contro Cerundolo ha mostrato una nuova forma di invincibilità, cavalcando l’onda dell’inesperienza dell’argentino e sopravvivendo con l’intenzione, e la preparazione mentale, di andarsi a giocare un’altra maratona. 4 ore e 47 oggi che si sommano alle 4 ore e 32 minuti dell’altra notte, “La fatica è il miglior cuscino” diceva Benjamin Franklin. Novak Djokovic è andato “a cercare la difficoltà per vincerla” parafrasando De Courbertin, e i suoi rivali, ispirati da Tabilo e Machac (gli ultimi due a sgambettare il tiranno delle classifiche tennistiche) sono stati sopraffatti dalla paura di vincere.

Novak Djokovic infortunio

L’antefatto: Djokovic maestro del brivido

C’è una scenografia dietro i due storici successi di Novak Djokovic in questi giorni parigini, una trama degna del miglior thriller di Hitchcock che ha trasformato il serbo in un moderno maestro del brivido. Era l’1.40 del mattino quando Nole, avvolto dalle difficoltà, contro il tennistartista azzurro chiedeva al supervisor di passare il tappeto per rifare il campo con più frequenza. Non era soddisfatto del rimbalzo della pallina, d’altronde a quell’ora della notte e con l’umidità che queste giornate piovose hanno portato con sé in questi giorni nella Ville Lumiere, le condizioni di gioco risultano profondamente diverse, non sarebbe un’iperbole affermare che il Roland Garros 2024 fin qui si è giocato su una superficie differente dalla terra rossa. Musetti, preso per la stanchezza aveva appena iniziato la sua discesa forzata verso la sconfitta: aveva appena chiesto conforto a Tartarini, il suo allenatore, che gli ha mentito “Tra 15 minuti è finita”, non poteva immaginare che sarebbe stata necessaria oltre un’ora di gioco per non arrivare al traguardo. Muso ha cercato una sveglia, ha cercato le ultime energie per prendersi una rivincita dalla partita che nel 2021 gli sfuggì al quinto set, ed era riuscito a tirare un passante (vincente) di rovescio dall’angolo più remoto dello Chatrier. Un colpo degno del Louvre, che tuttavia ha avuto l’effetto contrario a quello sperato e ha finito per risvegliare il leone dormiente che si stava leccando le ferite rimediate negli ultimi mesi. Nole a quel punto con una controsmorzata irreale vanificava i capolavori che l’azzurro era riuscito a dipingere nella nottata del Roland Garros, raggiungendo il quinto set e gli ottavi di finale, rimandando quindi l’approdo di Sinner alla prima posizione mondiale.

Novak Djokovic

Svolgimento e conclusione aperta: Cerundolo spreca l’occasione della vita

Dopo le fatiche della notte, quella con Francisco Cerundolo -argentino classe 1998, diciannovesima posizione mondiale come best ranking e una semifinale 1000 in curriculum-, era iniziata come una gara di ordinaria amministrazione, 6-1 per Nole nel primo set, tutto scorreva liscio, nonostante le quattro palle break non sfruttate dal tennista albiceleste (che poi diventeranno 15 a fine match su un totale di 19). Quello che gli storiografi potrebbero chiamare il Turn of the Tide si verifica sul 2-1 per Nole nel secondo set: il serbo chiede l’intervento del fisioterapista e chiama il medical time out, eccola l’occasione per Cisco, la più grande della carriera. Il set termina 7-5 per l’argentino, Djokovic torna ad essere quello irriconoscibile visto a Roma e Ginevra cercando di apparire come la vittima della serata. Si lamenta con Aurelie Tourte, il giudice di sedia che condannò Sinner a Montecarlo, accusando il campo per il suo infortunio, ancora una volta chiede una manutenzione più accurata del terreno come accaduto nel corso della partita con Musetti. “Pensate di conoscere le condizioni del campo meglio di me?” è la domanda che rivolge con sempre maggior frequenza alla giudice di sedia; la sua presunzione di onnipotenza non viene ascoltata, le difficoltà continuano a presentarsi e il tiranno serbo frana anche a terra. La macchia di polvere di mattone sul rosso della Lacoste crea un gioco di sfumature in grado di conferire a Nole un’immagine gladiatoria, paragonabile a quella dei ciclisti che affrontano la Parigi-Roubaix in una giornata di pioggia. Ancora una volta il fisioterapista è al suo fianco, non sa neanche lui come uscire vittorioso da una partita stregata, prende due antidolorifici, chiede l’aiuto del pubblico e capisce di essere ancora in vena di miracoli nel tardo pomeriggio parigino. Per vincere un punto si lancia con una volee in allungo da incorniciare, esulta con il gesto dell’aeroplano come fece contro Sinner a Wimbledon; adesso Cerundolo ha paura, inizia a cedere all’ansia da traguardo e la vittoria più importante della sua carriera svanisce dalle sue mani. Il dramma agonistico si è ormai consumato trascinando Djokovic ai quarti, ancora per un po sarà lui il numero uno del mondo, anche su una gamba sola e con poche ore di sonno è uscito illeso dai suoi thriller. Mercoledì, ginocchio permettendo, se la vedrà con Ruud per completare la trilogia dei brividi sullo Chatirer.

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