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Roland Garros 2023, senza Nadal non è la stessa cosa.

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Arthur Schopenhauer sosteneva che la lontananza rimpicciolisce gli oggetti all’occhio, ma li ingrandisce al pensiero: Rafael Nadal vedrà il Roland Garros da casa, con il campo più piccolo al televisore ma immensamente più grande e distante nella sua testa. L’infortunio del Re, una lesione al muscolo ileopsoas, non gli permetterà di tornare alla sua petrosa- anche se in questo caso converrebbe dire terrosa- Itaca. L’impianto del Roland Garros è con gli anni diventato il palazzo reale della monarchia della terra rossa che ora si interrompe, bruscamente con una conferenza stampa che ha concentrato su di se l’attenzione del pianeta tennis. La sua presenza era garantita dal 2005, Soderling e Djokovic sono gli unici ad averlo fermato nella Ville Lumière dovei suoi successi sono 14 e si potrebbero riempire molte altre pagine di numeri e record.

La Delusione di Nadal

Si possono contare le volte che Rafa è entrato in campo al Roland Garros- 91 sullo Chatrier, 23 sul Lenglen e solo 1 sugli altri campi- e quel percorso che porta al campo centrale per lui è diventata la “Country Road” che lo porta direttamente verso casa. “Portami al luogo al quale appartengo”, lo diceva John Denver e il legame tra Rafa e il torneo che prende il nome dallo storico aviatore francese è indissolubile, nell’impianto sorge anche un monumento a lui dedicato. L’idea di costruire delle statue per i più grandi campioni dello sport nasce in America, per l’NBA nella Chicago di Michael Jordan o a Calabasas ricordando Kobe Bryant. Sparse per i luoghi carichi di storia sportiva troviamo scolpite le immagini di Maradona, Ayrton Senna, Juan Manuel Fangio e Cristiano Ronaldo, e proprio nel tempio della terra rossa non poteva mancare l’immagine di Rafael Nadal, anche se la statua d’acciaio nel 2023 sarà l’unico modo per vedere realmente il dritto del maiorchino.

La statua di Nadal al Roland Garros

Roland Garros oltre Rafa: Carlitos, Daniil e l’eterno Nole

E così, dopo la vittoria del 2022 di Nadal, dei Fab Four sarà presente a Parigi il solo Djokovic. Inevitabilmente la liste dei candidati al titolo si allarga. Nole sicurametne avrà la sua occasione per prendere la parola, ma i giovani sono arrembanti e anche lui inizia a patire di più gli acciacchi del tennista professionista: il gomito che condizionò la partita di Montecarlo contro Musetti rimane ancora un’incognita. Si potrebbe dire spazio alla next gen? Da quel che abbiamo visto a Roma forse no, perché Medvedev, a lungo alle spalle di Nole e Rafa sembra aver finalmente trovato confidenza con la terra rossa e ora vuole riempire definitivamente il vuoto che stanno lasciando i Fab Four. Pensando a quanto accaduto a Montecarlo si può dedurre che i millennials ancora non sono prontissimi, Rublev ha trovato il momento giusto per vincere un torneo 1000, ma lo slam giocato 3 su 5 è molto diverso. Restano i Next Gen originari, quelli che hanno sempre trovato la strada sbarrata dagli inarrivabili campioni come due finalisti del torneo, Tsitsipas e Ruud che cercheranno il picco di forma proprio a Parigi. Infine c’è la Next Gen contemporanea che ha già vinto, su terra, nei 1000 e negli slam: Carlitos Alcaraz è numero uno del mondo, ha perso con Marozsan a Roma, ma il trittico vincente Miami-Barcellona-Madrid non può che inserirlo in cima nell’elenco dei favoriti. Holger Rune ha dimostrato di non aver vinto Parigi-Bercy per caso- e ci mancherebbe dopo aver sconfitto solo top 10-, è arrivato in finale nel Principato e al Foro italico. L’ostacolo russo per lui è al momento insuperabile sia dal versante Rublev che da quello Medvedev; ci vuole tempo per superare gli Urali, l’occasione potrebbe essere la semifinale dello Slam.

Jannik Sinner

Roland Garros, Italia timida

Era iniziata la stagione con proclami di magnificenza e sogni di gloria; il livello dei tennisti è stato paragonato a quello del 1976 quando Panatta vinse Internazionali di Roma, Roland Garros e Coppa Davis. Il primo dei tre tornei è già passato, Sinner ha perso contro Cerundolo, Musetti con Tsitsi, Berrettini non c’era e non ci sarà. Parlare di un obbligo di riscatto forse è eccessivo, la Volpe Rossa ha comunque collezionato due semifinali e una finale 1000 tra marzo e aprile ed è chiaramente in corsa per raggiungere le ATP Finals. Dietro di lui Musetti dovrà ricorrere alla sua arte per far risplendere un secondo tricolore, sulla sua strada c’è Alcaraz agli ottavi, decisamente troppo presto, ma ricordiamo che in stagione si è già imposto contro un altro numero uno al mondo. Lorenzo Sonego è rimasto nei limiti delle sue aspettative, buone prestazioni fino all’eliminazione contro The Greek God, per il momento sembra che più di questo non si possa chiedere al torinese. Per Fabio Fognini potrebbe essere l’ultimo Roland Garros, la superficie è quella giusta e superato Auger-Aliassime il tabellone è tutt’altro che proibitivo, il ligure potrebbe ancora aver qualcosa da dire. Marco Cecchinato, che qui ha raggiunto una semifinale storica, è riuscito a Roma a ritrovare la magia del 2018 raggiungendo per la prima volta il terzo turno al Foro, ma la sua esperienza parigina si è conclusa decisamente troppo presto, al primo turno contro van Assche. Arnaldi per la prima volta in tabellone senza passare dal Via- ossia dalle qualificazioni-, può giocare spensierato e al primo turno ha superato Galan . Infine i tre qualificati, Vavassori, Zeppieri e Cobolli -già eliminato da Carlitos- potranno vivere l’esperienza del tabellone principale di Parigi tenendo a mente che in questa stagione su terra rossa alcuni giocatori sopravvissuti ai tabelloni cadetti hanno finito per sorprendere, chiedere a Struff e Karatsev per ulteriori delucidazioni.

Camila Giorgi, ph. Ascanio Antolini Ossi

Roland Garros, come sta la Swiatek

È il grande dubbio tennistico intorno al circuito WTA. Iga Swiatek ha perso punti sia a Madrid, sconfitta da Sabalenka, sia a Roma dove si è ritirata. La polacca si trova alla resa dei conti di una stagione sul rosso che lasciato emergere le sue rivali, il che non è per forza qualcosa di negativo; d’altronde l’importanza di un rivale dello stesso livello del campione è fondamentale al campione stesso come era necessaria la presenza di Coppi per Bartali e viceversa. Certo che oltre ad altre pretendenti al titolo, 1ga trova anche una nuova pressione che le provocano le inseguitrici: non può permettersi di perdere punti in questo Roland Garros. I nomi incaricati di assaltare il potere egemonico polacco sono quelli di Elena Rybakina e Aryna Sabalenka, sanno come si sconfigge Iga e ora sono chiamate alla prova del nove. Restano attardate nei pronostici Kreijcikova e Gauff, mentre Badosa e Sakkari in pratica non sono neanche partite, la prima per infortunio la seconda eliminata il primo giorno. L’Italia ha già perso la semifinalista 2022 Martina Trevisan e quindi ancora una volta, bisogna chiedere a Camila Giorgi di salvare il tennis italiano femminile, anche se Cocciaretto superando Kvitova ha lascato impressioni positive. Bronzetti, Paolini ed Errani cercheranno di diventare qualcosa di può che uno sfondo dei primi turni, con la seconda settimana come obiettivo, molto difficile, forse impossibile.

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