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Renzi: “Andiamo al voto e asfalteremmo centrodestra”

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RenziIQ. 15/09/2013 – “Questa storia del governo di larghe intese non è propriamente una cosa che ci fa fare salti alti dalla gioia”. E’ quanto ha affermato Matteo Renzi, nel corso di un dibattito alla festa democratica di Sesto San Giovanni nel milanese. “C’è un unico modo per mandare in pensione il governo delle larghe intese ed è una legge elettorale degna di questo nome”, ha aggiunto il sindaco di Firenze.

Parlando dell’esecutivo, Renzi è tornato a sottolineare: “Il governo è in carica da aprile e noi ci aspettiamo che si occupi di cose concrete e non stia dietro a ricatti e minacce. Faccia le cose che ha promesso di fare come la legge elettorale”.

Renzi ha ribadito che, a suo avviso, nel Pdl “prevale la linea di restare al governo”. “A Silvio Berlusconi conviene”, ha sostenuto perche’ se si dovesse andare al voto “non succedera’ come l’altra volta: questa volta li asfalteremmo”. E prosegue: “l’ipotesi di salvarlo non esiste. Se anche qualche furbastro ci provasse, ma non credo, Berlusconi ha una condanna definitiva con l’interdizione”. E mercoledì ha sostenuto convinto Renzi che il Pd voterà per la decadenza di Berlusconi.

“Il Pd che vogliamo noi deve essere non il partito della chiusura ma dell’apertura, dell’innovazione, deve essere il partito non che sta in un museo delle cere ma che sta sulla frontiera”, ha proseguito il sindaco di Firenze. E ha aggiunto: “Io non credo di essere una superstar ne’ un punto di riferimento. Anzi se dovessi descrivere con una battuta il fatto che io potrei essere uno dei candidati direi ‘Quanto siamo messi male'”.

“Vorrei che facessimo un congresso parlando di proposte concrete e sono sicuro che sarà facile farlo così. Sarà facile farlo con Cuperlo che è una persona seria e anche con Civati e Pittella a cui va la mia amicizia e la mia stima” – ha proseguito Renzi -Dobbiamo evitare quello che abbiamo fatto l’altra volta e cioè chiudersi perché dobbiamo essere il partito dell’apertura. Il problema non sono le regole ma dobbiamo ragionare su che tipo d’Italia vogliamo”.

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