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Neonato in un cassonetto dei rifiuti nel Torinese, sta bene. ‘Disponibili ad adottarlo’.

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Ha superato senza complicazioni la notte il neonato ritrovato ieri sera in un bidone dell’immondizia a Villanova Canavese, nel Torinese, dentro un sacchetto di plastica con placenta e cordone ombelicale ancora attaccati.

I medici dell’ospedale di Ciriè, che l’hanno preso in cura dopo l’intervento dei carabinieri e del personale del 118, lo hanno chiamato Lorenzo. Le sue condizioni di salute non destano preoccupazioni. Intanto proseguono gli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Venaria Reale, coordinati dalla procura di Ivrea, per ricostruire l’accaduto.

Lo staff di Adalberto Brach del Prever, il direttore della pediatria dell’ospedale di Ciriè (Torino), ha preso in cura il neonato. “Fortunatamente dal suo abbandono al ritrovamento non è passato molto tempo, ma è arrivato in ospedale in ipotermia – spiega il primario – quindi dal suo arrivo è tenuto in incubatrice per motivi di sicurezza, ma è in buone condizioni di salute”. “Pesa più di tre chilogrammi – aggiunge – e al momento non emergono particolari problematiche”. Brach del Prever ricorda infine che “in tutti gli ospedali è possibile partorire in anonimato”, come conferma la carta dei servizi dell’Asl To4, l’Azienda sanitaria locale dell’area.

“Sono uscito di casa perché dovevo aprire il portone a mio fratello e per fortuna mi è caduto l’occhio vicino ai bidoni dell’immondizia. Ho visto questo sacchetto rosso e ho sentito come un gatto che si lamentava. Quando ho capito che era un bambino sono corso subito in casa. Ho chiamato il papà e la mamma. L’abbiamo subito preso e portato in casa in attesa dell’arrivo dell’ambulanza”. Le parole sono di Carlo (nome di fantasia, perché ha 15 anni), che ieri sera a Villanova Canavese, nel Torinese, è stato in realtà il primo ad accorgersi di un neonato in un cassonetto. Paolo Secondo Laforet, il papà dell’adolescente, ha chiamato i soccorsi e ha parlato coi carabinieri. “Sono arrivati subito – racconta il genitore – e dopo qualche minuto l’ambulanza. In quei momenti non sai mai come passa il tempo. È stata un’emozione fortissima. Trovare un bimbo così piccolo è una cosa incredibile”.  “È un gesto difficile da spiegare – prosegue l’uomo – e spero che la mamma o chi è stato a fare questo gesto ci ripensi e vada in ospedale a cercare il suo bimbo. Le conseguenze da affrontare sono le cose minori in questo momento. Quello che conta è crescere il bimbo e dargli un avvenire. Se non ha la possibilità – prosegue Laforet a proposito dell’occuparsi del piccolo – noi siamo qua, se ha bisogno di aiuto lo facciamo volentieri, come se fossimo di famiglia. È un gesto molto difficile da capire – aggiunge sul fatto di vedere il bimbo lasciato nel cassonetto – forse portato dalla disperazione o da chissà che cos’altro”. 

“Abbiamo chiamato l’ospedale perché volevamo andarlo a trovare – dice Laforet – ma per il momento non hanno saputo dirci niente. Comunque non vogliamo essere invasivi, perché ci vuole molto rispetto per il bimbo dopo quello che è successo. Per fortuna ci hanno detto che sta bene ed è molto bello. Se avessi l’opportunità di adottarlo lo adotterei subito. L’ho già fatto presente anche ai carabinieri – ha aggiunto l’uomo sulla proposta di adottare il piccolo – e non avrei problemi a riconoscerlo come mio figlio. Sarebbe bello, ma so che è una prassi lunga e tutt’altro che semplice, però noi siamo disponibili. Siamo sinti piemontesi – spiega -. Una famiglia numerosa, perché noi alla famiglia ci teniamo moltissimo. Per noi la prima cosa sono i nostri bambini, la moglie e la famiglia. Siamo molto legati tra di noi e chi entra nella nostra famiglia ne diventa parte integrante. Per questo il bimbo lo sentiamo molto vicino a noi”. 

Fonte: ANSA.IT

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