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L’inclusione scolastica targata Svizzera italiana è un’esperienza che non ti aspetti!

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Tutte le alunne e tutti gli alunni, quali che siano le caratteristiche personali e il profitto scolastico con o senza sufficienza nei risultati, trovano la scuola dell’obbligo ticinese aperta alla frequenza nelle classi comuni. Questa certezza, ormai consolidata da anni per gli allievi con ‘Bisogni Educativi Particolari (BEP)’ fa sì che il Canton Ticino risulti essere, con orgoglio, uno dei cantoni della Confederazione Svizzera con minori alunni inseriti nelle classi delle scuole speciali.

Diverse risorse all’attivo, associate a figure e servizi educativi e pedagogici organizzati per lavorare in gruppo, rendono possibile parlare oggi di ‘scuola inclusiva’ o più correttamente ad ‘orientamento inclusivo’ se paragonata al sistema scolastico italiano. Il passaggio culturale che ha portato la scuola ticinese a superare il concetto di ‘integrazione’, limitato alla fornitura di servizi specifici, a favore del più ampio e complesso concetto di ‘inclusione’, consente oggi di attuare il coinvolgimento dell’intero contesto scolastico con al centro la ‘Persona’.

La scuola inclusiva, dunque accogliente nei confronti delle differenze di genere, culturali, linguistiche e dei bisogni educativi speciali o di particolari disturbi dell’apprendimento, si configura come una scuola per tutti, con un’educazione indirizzata al pieno sviluppo della personalità. L’idea di fondo parte dalla certezza che anche la formazione delle persone con disabilità deve trovare completa risposta all’interno delle scuole comuni consentendo a tutti di disporre di programmi scolastici personalizzati e di un intero contesto partecipe del successo formativo.

Le attività ricreative comuni, la socializzazione e la scoperta attiva del mondo circostante rendono la scuola ticinese idonea a trasmettere agli alunni un ideale di vita positivo, a contatto con gli ambienti naturali nelle diverse stagioni climatiche. Le esperienze che ne derivano favoriscono lo sviluppo dell’autonomia e dell’autodeterminazione, un incremento di autostima negli allievi e un orientamento professionale per il futuro lavorativo.

Tutte le misure socio-ricreative predisposte nel periodo extracurricolare hanno inoltre lo scopo di sostenere la salute psichica dei giovanissimi ticinesi che, nella fascia di età compresa tra gli 11 e i 19 anni presentano preoccupanti situazioni di sovraccarico emotivo. Da qui la necessità di intervenire affinché l’espressione dell’emotività trovi ascolto negli adulti di riferimento ai quali è richiesto, per contro, di allentare le stressanti aspettative legate ai risultati scolastici e al raggiungimento di un sempre maggiore profitto formativo.

Servizi Pedagogici per l’Integrazione (SPI)

Il Servizio Pedagogico per l’Integrazione si occupa di elaborare e gestire le misure da attuare in tema di pedagogia speciale e si accompagna all’azione svolta dagli Operatori Pedagogici per l’Integrazione (OPI) che garantiscono il diritto all’educazione e alla formazione dei bambini e dei giovani fino a 20 anni di età con Bisogni Educativi Particolari (BEP) che frequentano la scuola comune. L’azione degli Operatori Pedagogici per l’Integrazione si coordina e si completa con quella dei docenti, degli operatori del Servizio di Sostegno pedagogico (SSP), dell’autorità scolastica, della famiglia e degli eventuali terapisti.

Compito dell’OPI è quello, inizialmente, di favorire l’adozione e l’applicazione delle misure dispensative e/o compensative necessarie alla realizzazione del progetto pedagogico riferito al singolo allievo ma anche di sostenere gli apprendimenti scolastici e favorire lo sviluppo socio-affettivo. Di non poco conto, l’Operatore Pedagogico per l’Integrazione sensibilizza in chiave inclusiva il contesto formativo e socio-ambientale sulle caratteristiche e sulle necessità specifiche dell’allievo, facilita lo scambio tra la scuola e la famiglia e collabora all’interno di una rete educativa che garantisce la circolarità delle informazioni, l’elaborazione e la realizzazione del progetto pedagogico.

Il Servizio di Sostegno Pedagogico nella Scuola Media (SSP)

Ogni scuola dispone di un servizio scolastico gratuito che accoglie e integra/include gli allievi tenendo nel debito conto le caratteristiche individuali fisiche, cognitive, affettive e sociali. Tutti coinvolti nel processo inclusivo gli allievi, i docenti, le famiglie, la direzione didattica, i servizi esterni e i Docenti di Sostegno Pedagogico (DSP) operano congiuntamente per il raggiungimento del successo formativo tramite una mediazione che non lascia spazio ad alcuna delega.

Tra i compiti del Servizio di Sostegno Pedagogico nella scuola media (SSP) figurano l’intervento precoce sulle difficoltà di apprendimento e di adattamento alla vita scolastica, lo sviluppo di una serie di azioni didattiche e formative nel rispetto delle differenze individuali e un intervento a favore degli allievi con difficoltà o bisogni particolari.

Il Servizio di Sostegno Pedagogico (SSP), che costituisce punto di riferimento scolastico oltre il docente di classe e il docente di materia, si presenta come una ‘rete’ costituita da Docenti di Sostegno Pedagogico (DSP), Docenti e Operatori della Differenziazione curricolare (DDC e ODC), educatori regionali, logopediste e terapiste.

Il Docente di Sostegno Pedagogico, che non affianca sistematicamente l’alunno con disabilità in classe secondo un orario prestabilito a monte, resta a disposizione di allievi, docenti di classe e genitori per interventi di consulenza a fronte di situazioni di difficoltà tramite l’elaborazione di un progetto psico-pedagogico concordato e condiviso.

Gli adattamenti curricolari sono previsti nella scuola media ticinese per tutti gli alunni con difficoltà di apprendimento risultati gravemente insufficienti a fronte di un disagio affettivo-relazionale, povertà educativa o a rischio di abbandono della frequenza scolastica. Frequentemente applicati per gli alunni di recente ingresso in Svizzera, gli adattamenti curricolari favoriscono il recupero degli apprendimenti oppure intervengono per contenere i frequenti problemi comportamentali e il talvolta difficile adattamento alle regole scolastiche.

Vengono altresì supportati da un adattamento curricolare, operato dal docente/operatore della differenziazione curricolare, anche gli alunni affetti da problemi di salute o con difficoltà sensoriali e motorie certificate nonché per coloro che manifestano un alto potenziale cognitivo.

Alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA)

Il Docente di Sostegno Pedagogico (DSP) interviene in ogni sede scolastica, in collaborazione con i docenti di classe e le famiglie per il riconoscimento delle situazioni di problematicità riferite ai Disturbi Specifici di Apprendimento (dislessia, disgrafia o disortografia) ed elabora un progetto psico-pedagogico individuale.

Qualora necessario il Progetto, concordato con tutte le figure di riferimento, viene anche confermato attraverso una valutazione specialistica preliminare a cura del servizio scolastico interno di logopedia. Il Docente di Sostegno Pedagogico collabora con il Consiglio di Classe nello svolgimento del progetto individuale ed interviene a supporto di eventuali ulteriori problematicità.

Le scuole sono inoltre caratterizzate dalla presenza di Gruppi Operativi (G.O.) in grado di predisporre ulteriori risorse di personale in caso di necessità e di un educatore regionale da impiegare all’interno di progetti di accompagnamento degli allievi che presentano particolari disagi psico-fisici anche nelle attività extrascolastiche.

Scuole Speciali nel territorio ticinese

Nonostante l’ormai inarrestabile spinta inclusiva e l’adesione del Canton Ticino ai principi di equità in tema di educazione e formazione dei minori, le scuole speciali rappresentano ancora una realtà consolidata nel Territorio. Le classi sono talvolta ubicate all’interno del comprensorio delle scuole comuni per garantire agli alunni incontri e condivisione con i pari, sono ben strutturate e in grado di fornire accoglienza diurna, socializzazione, cure e assistenza di qualità ai bambini e ai giovani e giovanissimi con disabilità fisiche, intellettive o psichiche complesse.

L’approccio pedagogico, associato a quello riabilitativo, consente di creare ambienti fisici sereni e stimolanti in grado di sviluppare le capacità e le competenze del bambino con disabilità. Dotate di personale specializzato, le scuole speciali dispongono di spazi ampi e attrezzati, luoghi ricreativi e ludici, anche deputati allo svolgimento di attività laboratoriali pratico-manuali.

La formazione dei docenti: una tradizione che parte da lontano

Risultato di una lunga tradizione, la formazione dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado della Svizzera italiana è svolta da scuole universitarie. Dal 2009 l’Alta Scuola Pedagogica di Locarno (ASP) è stata integrata nella Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI) e di recente il Nuovo Dipartimento Formazione e Apprendimento/Alta Scuola Pedagogica (DFA/ASP) della SUPSI assicura la formazione professionale iniziale e continua degli insegnanti di tutte le scuole di ogni ordine e grado del cantone. Da sempre all’avanguardia, la SUPSI conduce lavori di ricerca, innovazione e sviluppo centrati sulla formazione professionale, l’educazione, lo sviluppo culturale in ambienti formali e informali.

La SUPSI propone formazioni continue e avanzate associate ad un largo panorama di prestazioni destinate ai professionisti dell’insegnamento e della formazione. Svolge inoltre un importante ruolo sul piano regionale e nazionale a livello culturale e nel coordinamento e nello sviluppo del sistema educativo e formativo.

Riferimenti normativi di base per l’inclusione in Svizzera dei bambini con Bisogni Educativi Particolari (BEP)

Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia, Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 20 novembre 1989, entrata in vigore il 2 settembre 1990. La ratifica della Convenzione da parte della Svizzera risale al 26 marzo 1997. Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, firmata il 13 dicembre 2006 e adottata dalla Svizzera il 15 maggio 2014.

Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU il 25 settembre 2015, soprattutto con riferimento all’obiettivo 4: ‘Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti’.

Rapporto del Consiglio Federale ‘Politique de la petite enfance. État des lieux et possibilités de développement au niveau fédéral’, del 3 febbraio 2021, in risposta ai postulati 19.3417 della Commissione delle scienze, dell’educazione e della cultura del Consiglio nazionale, del 12 aprile 2019, e al postulato 19.3262 Gugger, del 21 marzo 2019.

Fonti di riferimento e approfondimenti

Crescentini, A., Zuretti, C. (2019). Classi inclusive in Ticino – Studi di caso. Locarno 2019: Centro Innovazione e Ricerca sui Sistemi Educativi.

La Scuola Ticinese verso l’Inclusione, Periodico della Divisione della scuola Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport (DECS), n. 2/2014 anno XLIII-serie IV.

Repubblica e Cantone Ticino, Dipartimento dell’Educazione, della Cultura e dello Sport (DECS), Divisione della scuola, Sezione dell’Insegnamento medio

Scuola Universitaria Professionale della Svizzera Italiana (SUPSI), Dipartimento Formazione e Apprendimento, Centro Innovazione e Ricerca

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