Si è svolta ieri a Roma la visita del principe Reza Ciro Pahlavi , figlio maggiore del defunto Scià Mohammad Reza Pahlavi, esule ed erede al trono dell’Iran. Reza Ciro Pahlavi, attualmente cittadino statunitense, da oltre 43 anni è impegnato a favore dell’emancipazione del suo popolo dalla dittatura fondamentalista ed è un coerente sostenitore delle libertà individuali, dei diritti umani e della coesistenza pacifica tra l’Iran e le altre nazioni mediorientali.
I drammatici fatti degli ultimi mesi gli hanno dato maggiore visibilità internazionale perché considerato da più parti il possibile mediatore e l’uomo della svolta in grado di ridare pace e libertà alla nazione. Il principe si è recato in visita al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati dove è stato accolto tra gli altri la presidente della commissione esteri di Palazzo Madama, la senatrice Stefania Craxi. Non è mancata la presenza di centinaia di sostenitori che hanno denunciato ancora una volta la tirannia e il fanatismo del regime degli ayatollah. Il Principe, nella sua visita romana, organizzata dal docente dell’Unimeier Mariofilippo Brambilla di Carpignano con la collaborazione di Alessandro Bertoldi dell’Istituto Milton Friedman e del sostenitore della causa monarchica e degli esuli iraniani in Italia Francesco di Bartolomei, ha incontrato successivamente la stampa ed è stato ospite in compagnia di sua moglie la principessa Yasmine della trasmissione di Bruno Vespa. Alla conferenza, tenuta presso la sala stampa della Camera intitolata “ Una visione laica e democratica per l’Iran di domani”, hanno partecipato oltre che il principe ereditario e al professor Mario Filippo Brambilla di Carpignano amico della famiglia Pahlavi e direttore del Dipartimento di Storia delle Relazioni Internazionali Unimeier, anche il generale Francesco Lombardi, Presidente del Comitato Scientifico dell’Istituto Milton Friedman e l’onorevole Roberto Bagnasco, capogruppo di Forza Italia in Commissione Difesa della Camera.
La trasferta capitolina arriva dopo il recente viaggio in Israele e in altre importanti città europee. Per l’occasione il principe ha esibito la sua insegna di cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana conferita nel 1974 dal Presidente Leone.
Reza Ciro Pahlavi ha dichiarato nel corso dei suoi incontri la sua visione di un nuovo Iran “laico e democratico dove la religione deve essere separata dallo Stato”. L’erede al trono ha reso chiaro che non intende battersi per la restaurazione della monarchia, ma per il ripristino della democrazia mentre le scelte successive dovranno essere affidate al popolo attraverso un referendum.
Reza Ciro ha precisato inoltre che per giungere ad una piena pacificazione del Paese sarà necessario arrivare ad una grande conciliazione nazionale e che il suo scopo è quello di offrirsi come guida super partes a favore di questo progetto: “Il regime cadrà e io sono pronto a coordinare la transizione”. Contrario al fondamentalismo, il principe ha assicurato il suo sostegno a tutte le minoranze comprese quelle Lgbt e al movimento “ Women, life and freedom” . “ Le donne in Iran hanno un ruolo fondamentale contro il regime”, sono loro con la loro protesta a porre in crisi più di tutti la dittatura – ha aggiunto l’erede dello Scià- ribadendo inoltre come il metodo di lotta per ridare all’Iran libertà non possa che essere quello gandhiano “ non violento” sull’esempio di quanto fatto in Sud Africa da Mandela anche se sarà fondamentale il supporto dell’opinione pubblica e dei governi occidentali.
