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47 stati Usa e l’autorità federale antitrust contro Facebook: fine monopolio, Zuckerberg deve rinunciare a Instagram e Whatsapp

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La democrazia americana tenta di difendersi dal monopolio di Facebook. La Federal Trade Commission– agenzia statunitense per la tutela dei consumatori e della privacy- e la procura generale di New York hanno presentato denuncia contro l’azienda di Mark Zuckerberg per abuso di posizione dominante. All’ accusa di violazione dell’ antitrust si sono associati 47 stati americani, praticamente tutti, compresi il distretto di Columbia e Guam, con le sole eccezioni di Georgia, South Dakota, Alabama e South Carolina. Dopo oltre un anno di indagine le procure americane e l’ autorità federale sono arrivate a focalizzare le colpe del colosso dei social media in tre punti: impedire alle aziende giudicate potenzialmente concorrenziali di poter accedere alla sua piattaforma, aver acquisito le imprese rivali, essere una concreta minaccia alla privacy dei suoi utilizzatori grazie alla sua posizione di monopolio. Dopo l’ ufficializzazione della denuncia Facebook ha perso circa il 2% del valore del suo titolo in borsa. ll colosso social si è difeso attraverso la sua legale Jennifer Newstead, che al New York Times ha dichiarato di considerare tardivo il monito delle autorità essendo passato troppo tempo dall’acquisizione delle società rivali: “Il governo ora vorrebbe che tornassimo indietro, ma così facendo il messaggio che manda alle società americane è che nessuna vendita è mai definitiva”. Dura il procuratore generale di New York, Letitia James: “ Per quasi un decennio Facebook ha usato il suo dominio e potere monopolistico per schiacciare rivali più piccoli e soffocare la concorrenza, a spese degli utenti..Oggi interveniamo a nome di milioni di consumatori e di tante piccole società che sono stati colpiti dal comportamento illegale di Facebook.” La società di Zuckerberg “per mantenere il suo dominio ha utilizzato una strategia di buy or bury (compra o seppellisci, Ndr) per bloccare servizi concorrenti”. Li “seppelliva” bloccando il loro accesso a dati: “Alcune società hanno sofferto improvvisi crolli di engagement e downloads, che hanno tarpato la loro crescita”. James ha precisato che le procure federali intendono coordinare la loro inchiesta con quella dell’autorità federale, aggiungendo: “ Qualunque tentativo di soffocare la concorrenza, di danneggiare i piccoli business, di ridurre creatività e innovazione, di tagliare le protezioni della privacy, si scontrerà con la piena forza delle nostre authority”. Anche il direttore del Bureau of Competition della Ftc, Ian Conner, si è unito alle accuse degli stati quando ha separatamente affermato che “le azioni di Facebook per consolidare e mantenere il suo monopolio privano i consumatori dei benefici della concorrenza” e che “il nostro obiettivo è far arretrare la condotta anti-concorrenziale di Facebook e di restaurare la concorrenza in modo che innovazione e libera concorrenza possano fiorire”. In particolare a Facebook sono contestante le acquisizione di Instagram, nel 2012 per un miliardo di dollari e quella , nel 2014, di WhatsApp per 19 miliardi. La FTC ritiene che tali investimenti siano stati fatti con lo scopo di preservare il dominio del mercato dei social network. Grazie a questo monopolio, ha dichiarato la FTC, nel 2020 Facebook ha ricavato oltre 70 miliardi di dollari e profitti superiori ai 18, 5 miliardi consolidandosi come una delle più potenti società mondiali. La procura generale di New York e l’autorità federale chiedono che Facebook non solo non possa più costituirsi in futuro come monopolio ma che fino alla fine del processo abbia impedite operazioni di acquisizione superiori ai 10 milioni di dollari e la “ cessione o ristrutturazione” di Instagram e WhatsApp . Facebook entro il prossimo 4 ottobre dovrà rispondere alle accuse.

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