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Ue e le relazioni con l’Asia nell’era Trump

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“Ue e le relazioni con l’Asia nell’era Trump” Giappone e India – Intervista di L’INDRO al pres. IEA Achille Colombo Clerici
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L’INDRO intervista Achille Colombo Clerici
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“Ue e le relazioni con l’Asia nell’era Trump”
Intervista all’Avv. Achille Colombo Clerici, presidente dell’Istituto Europa Asia

A fronte delle scelte protezioniste e poco entusiastiche rispetto all’unità europea da parte della presidenza USA, l’Ue si avvia a ridefinire la sua posizione rispetto alle scelte commerciali su scala globale. Sarà molto importante, oltre all’esito positivo del Ceta e alle buone relazioni con il Messico, considerare l’asse di scambi con l’Asia. Qui lo scenario, volendo fare un excursus storico, è di lungo corso. Attualmente, inoltre, si prevede che una delegazione della  commissione Mercato interno si rechi in India per visitare gli incubatori di start-up ed esplorare le nuove opportunità del mercato digitale.

Vi è infine la possibilità che  l’accordo di libero scambio Ue-Giappone sia raggiunto in tempi brevi, ma serve la volontà per superare la distanza in alcuni capitoli del negoziato in corso.

Ne parliamo con l’Avv. Achille Colombo Clerici, presidente dell’Istituto Europa Asia nonché di Assoedilizia.

A suo avviso si tratta di una scelta del momento oppure in futuro c’è da aspettarsi una inversione di tendenza rispetto al passato? E l’avvicendamento ai Paesi asiatici in questione mette in discussione i rapporti con gli USA?

Dopo l’abbandono del TPP-Trattato di libero scambio transpacifico da parte dell’America di Donald Trump si aprono notevoli spazi ad un più deciso intervento commerciale dell’Unione Europea sui mercati asiatici ,dei quali comunque il nostro Continente è un forte partner. E non potrebbe essere altrimenti considerando che l’Europa è la più grande area economica del mondo ( sulla base della dimensione del Pil ) cui purtroppo non si aggiunge un analogo peso politico.

Quali scelte porterebbero al rafforzamento dell’Europa in questo contesto?

Occorrerebbero, per conseguire l’obiettivo, quanto meno una politica estera unitaria, ed una difesa comune. Resta il fatto che l’UE, assieme alla Cina, fa delle intese commerciali internazionali un punto essenziale della sua politica in contrapposizione all’isolazionismo di Trump che privilegia invece gli accordi bilaterali con i singoli Paesi, forte della sua assoluta supremazia. Ulteriore motivo per cui l’UE deve mantenere ed anzi rafforzare la propria unità perché, operando come singoli Paesi componenti, ben poco avremmo da contrapporre.

Quali sono in particolare le priorità nello scenario che si va delineando?

La cooperazione allo sviluppo tra l’UE e tali paesi comprende l’assistenza finanziaria e tecnica e la cooperazione economica. Tra le priorità figurano la stabilità regionale, la riduzione della povertà, i diritti umani, lo sviluppo sostenibile e i diritti dei lavoratori. La cooperazione tra l’UE e l’Associazione dell’Asia del Sud per la cooperazione regionale (SAARC) mira in particolare a promuovere l’armonizzazione delle norme, ad agevolare gli scambi e a sensibilizzare in merito ai vantaggi della cooperazione regionale.

Si prevede una nuova forma accordo, simile al Ceta, con il Giappone. A che punto siamo?

L’ accordo di libero scambio Ue-Giappone è raggiungibile in tempi brevi, ma serve la volontà per superare la distanza in alcuni capitoli del negoziato in corso. E’ quanto si apprende da fonti della Commissione Ue, dove si punta a chiudere l’accordo al più presto e comunque entro il 2017.  Serve uno sforzo di fantasia per risolvere alcuni aspetti tecnici o ‘scelte politiche più coraggiose’. L’accordo su cui si discute, sottolineano in Commissione, ‘ha lo stesso livello di ambizione del Ceta’, il trattato commerciale con il Canada recentemente approvato dal Parlamento europeo.

A che cosa ci si riferisce in particolare quando si parla della necessità di scelte politiche “più coraggiose”?

Tra i temi su cui ancora si registrano differenze nei colloqui ci sono sempre le tariffe sui prodotti agroalimentari europei, per i quali il mercato giapponese è “molto interessante” e, dal lato del Giappone, l’auspicata piena liberalizzazione del settore automotive, che “può essere fatta”, si osserva dalla Commissione, anche se bisogna capire con quali contropartite per l’Ue.

Qual è lo stato attuale delle relazioni Ue-Giappone?

Le relazioni dell’UE con il Giappone si basano su valori condivisi: diritti umani, democrazia e Stato di diritto. Entrambe le parti stanno rafforzando i legami commerciali ed il fronte degli investimenti. Il Giappone è un partner strategico dell’UE fin dal 2003. Il paese deve far fronte a importanti sfide economiche, all’invecchiamento della popolazione, ad alcune difficoltà nelle relazioni con la Cina e con la Russia nonché a controversie relative al controllo e alla sicurezza nelle zone d’alto mare.

I negoziati per un accordo di libero scambio UE-Giappone sono iniziati ufficialmente il 25 marzo 2013 e il 17^ ciclo di negoziati si è tenuto a Bruxelles a settembre 2016.  Il Parlamento europeo insiste tuttavia su  condizioni volte ad assicurare che entrambi i partner traggano ugualmente beneficio dall’accordo e che i negoziati siano interrotti, qualora il Giappone non tenga fede all’impegno di ridurre gli ostacoli tecnici al commercio. Il Giappone è il secondo partner commerciale dell’UE in Asia (dopo la Cina) e il valore totale degli scambi commerciali tra i due partner ammonta a 117 miliardi di euro; l’UE rappresenta l’11 % del totale degli scambi commerciali con l’estero del Giappone.

E sulle relazioni con l’India, quali sono i dati più importanti da tenere in considerazione?

Fin dal 1994 le relazioni tra l’UE e l’India sono state disciplinate da un accordo di cooperazione concernente la cooperazione politica, commerciale ed economica. Nel 2004 l’UE ha potenziato le sue relazioni con l’India mediante un partenariato strategico. Negli ultimi cinque anni, gli scambi bilaterali sono raddoppiati e gli investimenti sono decuplicati. L’UE è il principale partner commerciale dell’India, con una quota del totale dei suoi scambi commerciali con l’estero pari al 13,5 % nel 2015. Nel 2016 entrambe le parti hanno riavviato le discussioni per valutare come riprendere i negoziati, avviati nel 2007, per un accordo in materia di scambi e investimenti di ampia portata tra l’UE e l’India. Tuttavia vi sono ancora diverse questioni fondamentali da risolvere.

Quali in particolare?

Nonostante la notevole crescita economica dell’India, quasi il 30 % della popolazione vive in condizioni di povertà. Le risoluzioni del Parlamento europeo hanno riguardato questioni relative ai diritti umani, in particolare la violenza contro le donne e i bambini e il lavoro minorile.

Si può tracciare un quadro attuale, più in generale, sui rapporti dell’Europa con la zona asiatica?

L’Ue, che incoraggia l’integrazione regionale, sostiene la SAARC, i cui otto paesi membri sono l’Afghanistan, il Bangladesh, il Bhutan, l’India, le Maldive, il Nepal, il Pakistan e lo Sri Lanka. La Cina, l’UE, l’Iran, il Giappone, la Corea del Sud, Mauritius, Myanmar/Birmania e gli Stati Uniti hanno lo status di osservatori. L’UE è il principale partner commerciale della SAARC, con una quota del totale dei suoi scambi commerciali con l’estero pari al 15,2 %, nonché il maggiore mercato per le esportazioni, con una quota del 22 %.

Foto: Il pres. di IEA Achille Colombo Clerici con Shinichi NAKATSUGAWA Console Generale del Giappone e con Alberto Moro

 

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