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Pistorius, il crollo di un mito

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Oscar Pistorius 14/02/2013 IQ di Stefania Paradiso

Nel giorno dedicato agli innamorati Oscar Pistorius ha ucciso la fidanzata. Il “Blade Runner”, l’atleta paraolimpico ammirato in tutto il mondo per la sua tenacia e determinazione nello sport, nonostante le protesi alle gambe, ha sparato 4 colpi a  Reeva Steenkamp, modella sudafricana, sua compagna da più di un anno. La versione iniziale dell’atleta di aver sparato per legittima difesa scambiando la fidanzata per un ladro non ha convinto la polizia ed, infatti, poco dopo ore è stato accusato di omicidio volontario.

La modella è stata colpita al capo e a un braccio per quattro volte. Oscar ha usato una 9 millimetri e sparato più volte, cosa che ha subito convinto gli investigatori che non si trattasse di un errore. Il brigadiere Denise Beukes ha affermato che “ci sono dei testimoni che sono stati interrogati stamattina i quali hanno sentito delle cose già la sera prima e quando c’è stata la sparatoria”. Pistorius, prima della prigione, è stato portato in ospedale per essere sottoposti ad accertamenti medici e agli esami del sangue  per verificare l’eventuale uso di alcol e droga. Quello che sembrava un incidente a Pretoria Est, residenza di Pistorius, è diventato subito un mistero, generando sgomento e stupore in Rete e sui media. Ma ad ascoltare vecchie fidanzate e altri vicini l’atleta non sarebbe nuovo a questo tipo di violenza. Uscito di casa nascosto dal cappuccio alzato della felpa e la testa bassa l’atleta è molto distante dall’immagine fiera che tutti noi possedevamo nella nostra memoria mediatica. Era l’atleta che tutti ammiravano per la forza e la volontà che trasmetteva nelle gare e nelle interviste. Raptus e follia, omicidi e violenze sono, purtroppo, all’ordine del giorno. Nel caso di Pistorius a colpire più che negli altri casi non è la notorietà ma l’immagine forte e determinata che avevamo di lui. Un uomo che fin da bambino ha lottato per coronare il suo sogno di diventare uno sportivo a 360 ° e che non ha saputo far fronte ai suoi mostri interiori.

 

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