Su quale nave devono imbarcarsi gli ostaggi di Zingaretti? La procura di Agrigento, già che è a Roma, sentirà anche il governatore del Lazio per il prossimo sciopero della fame indotto da “stipendi” penosi? A pensarci bene ognuno ha la sua Diciotti e il presidente della regione Lazio non è da meno: solo che di 1600 lavoratori dei CUP – un terzo dei quali in condizioni di disabilità – non gliene frega nulla a nessuno.
Martina e Boldrini e nemmeno qualche seguace di Miccichè saliranno mai a bordo dei centri di prenotazione sanitaria smantellati da Nicola Zingaretti. Chi abita nel Lazio si prepari a fare a meno delle prestazioni, perché al telefono non risponderà più nessuno e dietro gli sportelli ci sarà il deserto.
Ormai gli appalti nel Lazio sono una scommessa per chi lavora e ogni nuova ditta che arriva taglia i compensi a cifre inaccettabili. Parliamo di qualche centinaio di euro sottratti a sette-ottocento al mese quando va bene. Ma qualcuno che si vergogna esiste?
177 immigrati fanno notizia; 1600 sfruttati italiani con la compiacenza dell’istituzione regionale no. Anche loro sono persone in carne ed ossa, andrebbe ricordato ad una sinistra che butta dalla finestra i diritti di chi lavora; da anni costoro – come ha riconosciuto anche il presidente della commissione sanità Pino Simeone – svolgono con diligenza ed impegno il proprio lavoro fondamentale nell’erogazione di servizi agli utenti, tramite i call center e gli sportelli regionali della sanità; ebbene, in questi giorni si sono imbattuti in un aut aut con i nuovi appalti. Lavoratori messi di fronte a contratti che non rispettano le condizioni precedenti, alla riduzione dei già esigui salari di circa 200 euro, alla cancellazione degli scatti di anzianità ed al rapporto di esclusività per i contratti part time. Una situazione che non si può che definire da terzo mondo a fronte di una richiesta di servizi che aumenta costantemente.
Compagni, dove siete?
Chissà se prima o poi riuscirete a comprendere che cosa significa “prima gli italiani”: ovvero, risolvere prioritariamente le ingiustizie, enormi, di casa nostra anziché correre a fare ridicole sfilate attorno ad una nave carica di migranti.
Ci sono famiglie, persone, a cui state negando diritti in nome di un mercato ignobile, sulla pelle della gente. Avete mollato al loro destino centinaia e centinaia di lavoratori senza spendere una parola per loro. Vi basta svolgere una gara d’appalto e poi chi ha avuto ha avuto e ho ha dato ha dato.
Non è questa l’Italia giusta; non è qui il bene comune; ma c’è solo noncuranza verso i sofferenti. Perche’ vi preoccupate solo di chi viene dall’Africa; ma l’Africa è anche qui, nei nostri posti di lavoro, nei nostri quartieri, e semplicemente voi ve ne state fregando.
Francesco Storace