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Sei denunciati al corteo pro Palestina, ora faro sul 25 aprile.

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Sono sei le persone denunciate dopo la manifestazione Pro Palestina che si è svolta l’altro ieri a Milano, dove una quarantina di appartenenti all’area antagonista, su diecimila partecipanti al corteo, ha danneggiato e imbrattato muri e vetrine di banche, supermercati e locali, lasciando anche la scritta ‘Spara a Giorgia’ su una vetrina di Bpm e dove poi si sono verificati scontri con le forze dell’ordine.

Incidenti, su cui la Procura di Milano è pronta ad aprire una inchiesta, che fanno alzare ulteriormente l’attenzione al corteo del 25 aprile per l’ottantesimo della Liberazione, anche considerando che lo scorso anno un membro della comunità ebraica fu accoltellato. 

Quanto è successo ieri “ci conferma l’alta tensione” ha osservato il direttore del museo della Brigata Ebraica Davide Romano, che però assicura la presenza alla manifestazione, insieme alla comunità ucraina. Sulla dinamica di quanto è successo ieri la versione degli organizzatori del corteo e della Questura divergono. Dalla questura hanno spiegato di avere isolato i quaranta in piazzale Baiamonti con una “attività mirata” lasciando la possibilità di sfilare al resto del corteo. Secondo Cub, SiCobas, Comunità palestinesi lombarde e Adl, invece, gli agenti “senza nessun preavviso” hanno “attaccato a manganellate”.

E sui social di partecipanti e realtà antagoniste girano le immagini, immortalate anche in video, di due poliziotti in borghese con in testa il casco che partecipano all’azione indossando felpe nere, una con la scritta in polacco ‘Narodowa Duma’, orgoglio nazionale, che si rifarebbe a un gruppo attivo durante la Seconda guerra Mondiale e una, a loro dire, con un logo del gruppo ‘Orzel Skulls’ (Teschi dell’Aquila), legato agli ultras di estrema destra e militanti neonazisti polacchi. Erano sette le persone portate ieri in Questura, una è stata subito rilasciata. Le altre sei sono state tutte denunciate per resistenza. Uno dei giovani anche per danneggiamenti e un altro perché aveva un coltello a serramanico.

Si tratta di manifestanti arrivati anche da altre città, come Genova. Infatti tutti hanno ricevuto il Dacur, ovvero il divieto di accesso alle aree urbane, e tre il foglio di via da Milano. Uno, esponente del centro sociale milanese Cuore di Gorla, che ha precedenti per i disordini al corteo per Cospito del 2023, anche un avviso orale. Intanto la Digos sta esaminando tutti i video e i filmati delle telecamere per accertare le responsabilità dei danneggiamenti e della scritta contro la premier.

Fonte: ansa.it

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