Niente eurobond, ma un Recovery Plan da legare al prossimo bilancio europeo 2021-2027, in grado di mobilitare fino a 2 mila miliardi di euro. E’ questo il progetto per rilanciare l’economia dei Paesi europei colpiti brutalmente dalla pandemia del Covid-19. L’obiettivo, si legge nel documento è di «ripristinare la crescita e l’occupazione il più velocemente possibile».
Lo strumento chiave su cui fa perno il piano è il MFF, sigla che sta per «Multiannual financial framework», cioè la cornice finanziarie pluriennale della Commissione già esistente. Il progetto è di rafforzarla con l’integrazione di un fondo per la ripresa (Recovery Fund) temporaneo e mirato da 300 miliardi e dotare l’Unione con nuovi strumenti per emergere più forte e più resiliente dalla crisi. Per avere un impatto quando conta di più, il budget è fortemente anticipato.
Al centro della strategia è la creazione di un «Recovery e Resilience Facility», (letteralmente: strumento per la ripresa e la resilienza), che avrà un budget di 200 miliardi di euro per aiutare a finanziare i piani di ripresa degli Stati membri. L’idea è di ampliare due strumenti già previsti, il primo per la convergenza e la competitività (BICC), l’altro di convergenza e riforma (CRI) per i Paesi fuori dall’aerea euro. Con attivazione dal prossimo gennaio. Quindi troppo tardi per un’emergenza che richiede risposte e interventi a immediati. A questo si propone di aggiungere inoltre 50 miliardi destinati alla politica di coesione nel 2021 e nel 2022 mirati alla ripresa del mercato del lavoro, dei sistemi sanitari e delle piccole e medie imprese. con l’obiettivo di innescare oltre 150 miliardi di invetimenti in due anni.