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Nuccio Ordine, scuola formi cittadini colti non imprenditori.

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sabato, Maggio 4, 2024

“Cosa significa merito? Se significa essere contro i privilegi di sangue e di casta, è una buona idea. Ma oggi quali sono i criteri che la società neoliberista sta imponendo a mondo? In una scuola concepita come azienda, il merito viene misurato con parametri totalmente antieducativi. Un parametro è la velocità: c’è addirittura un disegno di legge che riduce la durata delle scuole superiori da 5 a 4 anni. Io le porterei da 5 a 6 anni, non il contrario ma il sistema della velocità fa parte del concetto della scuola azienda”. A dirlo all’ANSA è Nuccio Ordine, professore di letteratura italiana presso l’Università della Calabria, saggista, uno dei massimi studiosi del Rinascimento. E ancora, tra i parametri che dominano oggi c’è quello della quantità: “una buona scuola è quella che riceve al primo anno 100 alunni e ne diploma all’ultimo anno 100. Le scuole abbassano il livello per far uscire tutti al quinto anno e oggi è quasi vietato bocciare”, osserva lo studioso. E ancora: la professionalizzazione della scuola. “Non diciamo agli studenti ‘devi studiare per acquisire una conoscenza che ti consenta di diventare donne e uomini liberi’ ma ‘devi scegliere la scuola sulla base del lavoro che devi fare e di quanto guadagnerai’. Tuttavia tutto questo significa promuovere una educazione mercantilistica, contraria a qualsiasi idea di educazione che deve formare cittadini colti”.
    Insomma, secondo Ordine, “oggi il modello vincente è quello di una scuola-impresa: dietro la valutazione e il merito si nasconde la scuola neoliberista, che vuole formare consumatori passivi, soldatini che pensano ai soldi e al successo. Ma non è la competizione che fa migliori”. Infine, Ordine critica la spesa dei fondi del Pnrr, non impiegati per innalzare la qualità dell’insegnamento ma solo per aumentare il livello tecnologico delle scuole. Cosa importante ma non sufficiente, “i docenti hanno perso la dignità economica e sociale – dice – alcuni a 50 anni sono ancora precari perchè la politica non è riuscita a creare un sistema di concorsi annuali. Su tutto questo deve incidere il Pnrr, deve ridare valore agli insegnanti e quindi alla scuola, il resto viene dopo. Solo i buoni professori cambiano la vita degli studenti”. (ANSA).

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