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National Day della Santa Sede ad Expo – I VOLTI DELLA TERRA PARLANO DI SOLIDARIETA’

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National Day della Santa Sede ad Expo – I VOLTI DELLA TERRA PARLANO DI SOLIDARIETA’ – Santa sede ad Expo 2015

Istituto Europa Asia IEA EUROPASIA Europe Asia Institute

L’ecologia globale al National Day della Santa Sede ad Expo
I VOLTI DELLA TERRA PARLANO DI SOLIDARIETA’

Benito Sicchiero 

A Expo Milano 2015 si è tenuto il National Day della Santa Sede. La giornata si è svolta in due momenti: alla mattina presso l’Auditorium Expo con la conferenza “Non di solo pane”, al centro l’intervento del cardinale Angelo Scola; e al pomeriggio con l’incontro “I volti della terra” .
L’Istituto Europa Asia, presieduto da Achille Colombo Clerici ha seguito l’evento.

“I volti della terra” aveva lo stesso titolo scelto per la nuova Enciclica da Papa Francesco che verrà promulgata il 18 giugno. Il tema del dibattito è stato il contrasto tra l’immagine feconda e positiva della madre terra, della tradizione giudaico-cristiana, e la calamità peggiore che ancora ci affligge: l’insufficienza del cibo e dell’acqua per mantenere in vita tutti gli abitanti del Pianeta. A confrontarsi, nel dibattito moderato da Monica Maggioni, il cardinale Gianfranco Ravasi, commissario generale della Santa Sede; Nicholas Hulot, commissario generale della Conferenza mondiale 2015 sul clima che si terrà in dicembre a Parigi; il presidente della fondazione Cortile dei Gentili, Giuliano Amato.

Per millenni ci siamo riferiti alla Terra definendola madre, perché dipendiamo dai beni che ci offre. San Francesco, nel suo “Cantico delle Creature”, recitava: “Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra”. Se oggi, quando si verificano sempre più spesso catastrofi naturali accusiamo la terra di essere “assassina”, vuol dire che qualcosa si è rotto nel rapporto tra noi e il Pianeta.  E per colpa nostra. Per la nostra avidità che non si limita a utilizzare i suoi beni per una vita dignitosa ma vuole accumulare sempre di più, anche il superfluo, nell’ottica di un consumismo irresponsabile che è arrivato al punto in cui i governanti  invitano a comprare per essere “buoni patrioti”. Qualche dato. Oggi consumiamo il 140% di quanto la Terra produce; l’utilizzo delle risorse idriche sta diventando il tema geopolitico più importante davanti al quale ci sono soltanto due alternative: collaborazione o guerra; l’inquinamento mette in pericolo non soltanto specie animali e vegetali, ma anche la vita dell’uomo; sono andati desertificati 4 milioni di ettari di terreno.

La sottocultura dello  sfrutta l’ambiente – produci – comsuma, doveva ovviamente provocare una reazione da parte della componente più sensibile dell’umanità. Si sono moltiplicati i gruppi organizzati di tutori dell’ambiente cui da tempo si è aggiunta la potente voce della Chiesa.

La grande opportunità di Expo è di raccogliere l’intera famiglia per  riflettere su un problema comune. In gioco c’è tanto, come dimostra anche la partecipazione di ben 196 Paesi che saranno presenti alla Conferenza di Parigi; c’è l’interrogativo di base se la Terra sia uno spazio da occupare o da abitare insieme. Da 25 anni siamo in nuova éra geologica, l’antropocene, l’éra dell’umanità. Sta a noi capire se cedere alla distruzione.

Siamo tutti all’interno di una crisi profonda da affrontare soprattutto da un punto di vista filosofico. La prospettiva della Conferenza di Parigi sarà basata su questo. Le Chiese devono svolgere il loro compito, utilizzando un argomento umanista, che tutti possa coinvolgere. La crisi climatica aggiunge sofferenza a sofferenza. Dobbiamo essere consapevoli che questi temi non devono essere lasciati solo alla politica, alle multinazionali, agli economisti, ai tecnici, ma tutti devono partecipare.

E proprio da queste osservazioni giunge la riflessione conclusiva del cardinale Ravasi: «Pensiamo ai volti della terra che è una e ai nostri, a questa strana famiglia umana che anch’essa è unica, perché ci chiamiamo tutti Adamo, siamo tutti figli di uno stesso Dio, per chi crede, pur essendo ciascuno diverso».

Achille Colombo Clerici IEA con il cardinale Gianfranco Ravasi
Achille Colombo Clerici IEA con il cardinale Gianfranco Ravasi

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