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MILANO.IL NUOVO PASSO, DA CITTA’ DA BERE A CITTA’ DA VIVERE

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domenica, Maggio 5, 2024

Camera di Commercio Rapporto Annuale Milano Produttiva 2016 – Palazzo Giureconsulti – Milano ha le potenzialita’ di un polo economico europeo di primo piano. – Istituto Europa Asia IEA

Quasi tutti segni positivi nel Rapporto Milano Produttiva 2016

IL NUOVO PASSO, DA CITTA’ DA BERE A CITTA’ DA VIVERE

Milano ha le potenzialita’ di un polo economico europeo di primo piano.

Da Milano da bere a Milano da vivere: è la sintesi efficace di una città dinamica, in continuo fermento, che ha al centro il motore della trasformazione. Certo, i numeri parlano chiaro, quasi tutti confermano valori superiori alla media nazionale; ma la convinzione che al di là e al di sopra delle belle cifre sull’occupazione, la produzione, l’innovazione, il reddito, la cultura, il turismo, Milano si confermi la vera capitale d’Italia viene dalla sua ritrovata etica, gli anticorpi anticorruzione (con alcune fisiologiche eccezioni), dalla sua ravvivata cultura giansenista che coniuga valori e giusto profitto.

Questo si legge dietro le cifre del Rapporto annuale Milano produttiva 2016 a cura del Servizio Studi e Statistica  della Camera di Commercio di Milano che lo redige dal 1991. Nell’anno della ripresa, il 2015, tornano a crescere gli indicatori dell’economia milanese.

Aumentano le imprese, 5.000 in più (+1,6%) raggiungendo il totale di oltre 293.000, sempre di più straniere e femminili.
Bene il valore aggiunto, +1,2%.
Riprende l’occupazione, con 28.000 posti in più, molti a tempo indeterminato ma crescono anche i posti a tempo determinato e l’occupazione femminile segna il passo.

La disoccupazione scende all’8% (-0,4%) ma per i giovani resta alta, al 22% e consistente è anche il numero dei 16-29enni che non studiano, non lavorano, non fanno formazione.

Bene l’import (+6,7%) ma l’export non riparte (-1,1%); si vende la moda, anche se il settore rappresenta il valore minore tra i cinque analizzati.

Cresciuti anche i turisti che toccano i 7,3 milioni nel 2015 (+24,9% in cinque anni), soprattutto stranieri. Oltre un terzo scelgono Milano non per motivi di lavoro, ma per vacanza.

La ripresa continuerà anche nel triennio 2016-2018 se ci si basa sulle potenzialità delle città. Ma incombono fattori esterni sia nazionali (imposizione fiscale, burocrazia) e globali tipo Brexit.

Comunque con i dati odierni si può prevedere un incremento delle esportazioni (+5,5%) e delle importazioni (+7,4%); del reddito delle famiglie (+2,4%) e del mercato del lavoro con la disoccupazione al 6,6%.

Secondo questi scenari nel 2018 saremo più ricchi, in media, rispetto al 2015 di 2.000 euro a famiglia per un reddito, sempre medio, di 35.000 euro.

I primi dati del 2016 risultano particolarmente interessanti in quanto lo scorso anno è stato positivamente influenzato da Expo che, secondo stime attendibili, ha prodotto un Pil aggiuntivo di 2 miliardi per l’area di Milano: sono 2.000 le imprese in più a maggio  e si arriva a oltre 295.000 attive.

Dati congiunturali in crescita per industria (+2,7%), commercio (+0,8%), servizi (+0,6%). Riparte anche l’export, (+ 3,2%),   negativo a livello nazionale (-0,4%).

Crescono soprattutto i mercati asiatici come Giappone, Singapore, Corea del Sud, mentre nel corso del 2015 a trainare erano stati soprattutto Cina e Hong Kong (36,5% in totale).

Ma come si colloca Milano nel mondo globalizzato? La risposta è fondamentale in quanto l’urbanizzazione è un trend inarrestabile (ed è perciò indispensabile una rapida attuazione della Città Metropolitana che porti Milano a contare oltre 3 milioni di abitanti).

Qualche dato sui potenziali competitor: Tokyo pesa per il 2% del Pil mondiale, Budapest registra la metà del Pil dell’Ungheria, quello di Londra è pari al Pil di interi Paesi quali Svizzera e Svezia.

Considerato che nel 2030 il 70% della popolazione mondiale (9 miliardi di abitanti) si concentrerà nelle città, le quali genereranno l’85% dell’innovazione scientifica e tecnologica, Milano si presenta con le carte in regola.

Ospita attualmente circa 3mila multinazionali che danno lavoro a 289mila dipendenti e generano un fatturato di 169 miliardi di euro.

Se si considera il contenuto tecnologico delle merci, si registra un aumento deciso del manifatturiero di alta gamma (dalla farmaceutica all’elettronica) e uno più contenuto per quello a bassa tecnologica.

Ma la forza della città sta anche nella sua poderosa struttura universitaria: 180.000 studenti, 25.000 stranieri, 10.000 docenti, 38.000 laureati l’ultimo anno. Infine, ma non per ultimo, Milano nel 2015 ha visto una crescita degli eventi culturali e di spettacolo, passati da 158.500 a quasi 161.000 con un aumento di oltre 200.000 visitatori e quasi un milione di euro di incassi.

Il Rapporto è stato presentato da Elena Vasco, segretario generale della Camera di Commercio di Milano e da Sergio Enrico Rossi, dirigente area Sviluppo delle imprese, del territorio e del mercato della stessa Camera di Commercio.

Milano e le sue trasformazioni sono state oggetto delle considerazioni di Edoardo Scarpellini, a.d. MilanoCard; Fabio Moroni, a.d. Moroni Gomma; Fabio Florio, Business  development manager di Cisco. Considerazioni finali di Alberto Grando, vice rector for development Università commerciale Luigi Bocconi.

Il Presidente Assoedilizia Clerici con il Sindaco Sala
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