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Messi il Leonardo Da Vinci del calcio: conquista anche l’America.

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sabato, Maggio 25, 2024

Ormai dopo il mondiale le parole per descrivere Lionel Messi sono esaurite e solo coniando dei neologismi- ma non è il nostro compito- forse si può portare a termine un ritratto esaustivo del Signore del calcio. La straordinaria naturalezza con la quale ha compiuto l’ennesima prodezza lascia ancora una volta sbalorditi, perché, no, non ci abitueremo mai all’estro di Leo. Ci si può ancora una volta chiedere se il calcio- ma anche lo sport in generale- possa essere assimilabile ad una forma d’arte, è ormai un dibattito eterno di ardua soluzione. Guardando l’ultimo lampo del “nuevo Diez” probabilmente la risposta si avvicina ad un esito positivo: la punizione al 94’ è l’ultimo capolavoro in ordine cronologico. Leonardo Da Vinci portò a termine circa 30 opere nel corso della sua carriera e terminò il Bacco nel 1515, sul finire della sua storia artistica. Lionel Da Rosario ha dipinto una quantità incalcolabile di capolavori, alcuni dei quali verranno ricordati al Louvre del calcio -il Parco dei Principi- altri, soprattuto, nella Sagrada Familia sportiva del Camp Nou; tutt’oggi con la carriera indirizzata verso la fine, non ha esaurito le idee per lasciare tutti a bocca aperta, come se fosse ancora la prima volta.

Lionel Messi con la Coppa del mondo

Messi e i suoi dipinti

L’Uomo Vitruviano è un disegno di Da Vinci che iscrive la figura umana all’interno di un cerchio e di un quadrato allo stesso tempo: è il simbolo della perfezione. La sua trasposizione calcistica è il gol contro l’Albacete; era il 2005 e il gioco del Barcellona apparteneva a Ronaldinho, ma proprio un suo leggero scavetto permise di liberare in area un diciassettenne con il numero 30 sulle spalle. Lui quel pallone non lo calciò immediatamente, ma lo fece rimbalzare per poi toccarlo con una delicatezza tale da spiazzare difensore e portiere in un’unica, magnifica frazione di secondo; la stella del Brasile al futuro idolo dell’Argentina, è il gol perfetto, come l’Uomo Vitruviano.

Messi e Ronaldinho

I capolavori si completano con piccoli gesti, attraverso piccoli dettagli. Lo sapeva benissimo Leonardo e lo ha dimostrato anche Lionel. Il Cenacolo vinciano è qualcosa di unico, non solo perché di difficile imitazione, ma anche per la sua difficoltà di conservazione; ci ricorda perennemente che anche le più grandi opere non sono eterne. Piccoli colpi di pennello che finiscono per restare impressi nella storia; piccoli passi che se uniti tra loro in una sequenza di fotogrammi danno vita ad una discesa in dribbling ammirata prima solo grazie a Maradona. Il gol al Getafe nel 2007 è un’opera d’arte, che diventa anche un tributo e una citazione al grande Diego.

Lionel Messi

La Gioconda è l’opera più rappresentativa dell’arte di Leonardo e forse dell’intero, vastissimo, panorama artistico italiano. È difficile scegliere un’opera di Messi che possa essere accostata alla Monna Lisa, non perchè non ce ne siano di prodezze spettacolari, ma proprio a causa del gran numero di colpi di genio del mancino argentino. Qual è il più bel gol della carriera di Lionel? La risposta arriva dagli avversari: nella storia del calcio esistono difensori e portieri in grado di alzare muri e fermare anche i più grandi attaccanti di sempre. “La paura crea il nemico, il nemico crea la difesa e la difesa crea l’attacco” era la filosofia indiana di Osho Rajneesh, storico maestro spirituale indiano del 1900. Nel calcio l’importanza conferita dagli allenatori al reparto difensivo ha dato origine ad anni di tattiche e correnti di pensiero contrastanti; “il miglior attacco è la difesa” è uno stile di gioco che per essere attuato ha sempre avuto bisogno di ottimi interpreti. Nel 2017 il Bayern Monaco guadagnava sicurezza dall’ accoppiata portiere-difensore, Messi però non ha mai guardato in faccia a nessuno e in una notte di Champions è riuscito ad umiliare due icone del reparto difensivo tedesco campione del mondo in Brasile2014. Jerome Boateng ha cercato di affrontare l’argentino, a cui bastano due tocchi per ubriacarlo, il difensore è andato letteralmente al tappeto, ma in porta c’è Neuer. 1.93 cm di talento purissimo tra i pali, non sono bastati e con la stessa delicatezza di sempre Leo ha completato la sua Gioconda, il gigante tedesco viene battuto da un pallonetto inspiegabile. È un gol che non ha senso, per il coefficiente di difficoltà e per la caratura degli avversari che non sono stati solamente sconfitti, ma sono stati umiliati.

Lionel Messi, Inter Miami

Quel mancino

“Quel mancino, quel maledetto mancino”, penseranno i difensori che negli anni sono stati opposti senza successo al più grande calciatore dell’era moderna. Il Mondiale in Qatar ha chiuso la partita a scacchi che avrebbe dovuto eleggere il migliore tra Messi e Cristiano Ronaldo ; non c’è stata la finale che tutti sognavano tra Argentina e Portogallo, ma quanto accaduto a Doha nell’ultimo atto contro la Francia rimane l’emozione più grande che Leo ha saputo trasmettere al mondo intero. A prescindere dal tifo, non si può che applaudire un campione senza precedenti perché chi non ama il genio di Messi non ha motivo per amare il gioco del calcio. Anche se il Lionel post Barcellona sembrava non essere più lo stesso, il giorno del ritiro- speriamo il più tardi possibile-il suo talento mancherà ai tifosi e già vederlo lasciare il Vecchio continente è probabilmente stato un colpo al cuore per molti. Dall’America giungono le notizie delle sue imprese, i video, i filmati anche solo degli allenamenti con l’Inter Miami. Il biglietto da visita con il quale si è presentato in Florida, una punizione calibrata al millimetro nell’angolino è un’inizio degno del suo nome. Ci dispiacerà non vederlo in Champions League, ma finché riesce a far oltrepassare l’oceano alle sue magie “va bene così, Senza parole”.

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