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Malgara Chiari e Forti

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uilaIQ. 11/02/2013 – L’ultimo incontro per la crisi aziendale della Malgara Chiari e Forti di Borghetto d’Avio, voluto fortemente dalla sola Flai CGIL, alla fine del 2012, presso l’Assessorato all’economia, in presenza dell’Assessore competente, Alessandro Olivi, ha purtroppo prodotto più irritazione che concretezza nelle parti sociali ed in particolar modo nei rappresentanti dei lavoratori.

L’Assessore non ha compreso, secondo noi giustamente, il senso dell’incontro, dinanzi a un’azienda, che, ostaggio di fatto del fondo che la possiede, millantava al tavolo grande serenità e fiducia nella ripresa ormai imminente, grazie alla mono commessa Tesco. Con la consueta arroganza di chi da fiato alla retorica, sapendo di avere le polveri bagnate per potersi permettere boutade, che invece, con la consueta faccia di bronzo, vennero ancora una volta vendute per sicurezze alle Organizzazioni sindacali. L’azienda fece melina per una mezz’ora buona finché un visibilmente irritato Assessore lasciò l’uso della sala ai convenuti, abbandonando anzi tempo l’incontro.

L’irritazione di fronte alla inutilità sostanziale dell’incontro da parte della RSU si è concretizzata con l’azzeramento della rappresentanza Flai CGIL. Alle dimissioni di uno dei due componenti, rimasto però, coerentemente, in direttivo, ha fatto seguito il passaggio dell’altro componente Flai CGIL allo Slai Cobas.

Le due anime della CGIL, quella della seconda mozione nazionale e quella della prima mozione alla trentina (maggioranza bulgara intollerante al dissenso) si sono quindi scontrate, lasciando sul campo una RSU dimezzata e delegittimata.

La UILA, che non aveva partecipato alle precedenti tornate elettorali, si ritrova, suo malgrado ad esprimere un’insolita rappresentanza, fatta di un RLS, nominato, in assenza di RLS rimasti disponibili, fra gli eletti, e di una RSU, eletta però nelle fila della Flai CGIL, subentrata al dimissionario delegato Flai.

 La FAI Cisl, se non altro, mantiene le due componenti, democraticamente elette.

Con una RSU “Fai Cisl-Slai Cobas”, integrata da un RLS e da una RSU Uila, entrambe mai elette dai lavoratori, la fabbrica ha evidentemente bisogno di urgenti nuove elezioni della propria rappresentanza sindacale interna.

Solo allora l’azienda sarà costretta a rispondere dinanzi agli interlocutori istituzionali, e gli operai della Malgara potranno, forse, ritrovare, una guida legittima alle loro istanze di base.

Spiace vedere, che, ancora una volta, la Malgara Chiari&Forti sia invece esposta a giochetti pre elettorali, da parte della Lega Nord, che dimentica evidentemente che la PAT non è un Bankomat a disposizione dei capricci del Cavalier Giulio Malgara, e dello Slai

Cobas, capeggiato, in azienda, da un ex porta borse della Flai CGIL, che, per anni, ha ricercato privilegi personali e per i propri iscritti, con uno stile che definire consociativo è frutto di buonismo domenicale.

Adesso, passato allo Slai Cobas, questo signore gioca a fare il guardiano della rivoluzione, ma sa perfettamente di non aver poi più di tanto seguito, fra i lavoratori stessi e malgrado il reiterato ricorso all’estremismo verbale, che non ci fa dimenticare gli anni del perbenismo istituzionale, quando il deus ex macchina, Alessandro Olivi, veniva, suo malgrado, proposto come salvatore della patria, pardon di una fabbrica di confine, che ha portato in Trentino il peggio di una cultura di capitani d’impresa ormai decotta persino in Padania, diversi anni addietro.

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