Oggi per la nostra rubrica abbiamo il grande piacere nonché onore di ospitare l’interessante intervista a firma della Professoressa Angela Bernardo al Dottor Carlo Verdone il Presidente nazionale di Federitaly, la Federazione che rappresenta e tutela le micro e piccole imprese del Made in Italy. Esperto di politiche industriali, comunicazione strategica e sviluppo del territorio, guida la Federazione con una visione innovativa e concreta, puntando su certificazione, internazionalizzazione, formazione e rappresentanza istituzionale.
Qual è la missione principale di Federitaly e come supporta le imprese del Made in Italy nel contesto attuale?
Federitaly nasce come federazione datoriale indipendente con una missione ben precisa: rappresentare, tutelare e promuovere le micro e piccole imprese italiane che producono valore autentico, innovazione e occupazione nel nostro Paese.
In un contesto complesso e in continuo mutamento, Federitaly è al fianco delle imprese non solo come supporto operativo, ma anche come voce nei tavoli istituzionali, dove portiamo le istanze del tessuto produttivo reale.
Crediamo in una nuova cultura dell’impresa: più consapevole del suo ruolo sociale, più aperta all’innovazione, più orientata alla crescita sostenibile. Lavoriamo ogni giorno per stimolare politiche pubbliche con incentivi mirati e realmente accessibili, che superino la logica dei grandi player e mettano al centro le imprese che costituiscono la spina dorsale dell’economia italiana.
In che modo la Federazione promuove l’internazionalizzazione dei prodotti italiani?
L’internazionalizzazione è una delle leve strategiche del nostro impegno. Federitaly promuove il Made in Italy all’estero attraverso una rete di delegazioni in oltre 30 Paesi, accordi bilaterali, partecipazione a fiere internazionali, missioni economiche e iniziative esclusive come l’Expo del Made in Italy in crociera.
Ma ciò che fa la differenza è la nostra Certificazione 100% Made in Italy, basata su tracciabilità e trasparenza, che funge da passaporto di autenticità per i mercati esteri. Le imprese certificate vengono inserite in un ecosistema di relazioni, contatti commerciali e visibilità che le aiuta a esportare non solo il prodotto, ma anche i valori che rappresentano.

Quali sono oggi le maggiori sfide che le imprese del Made in Italy si trovano ad affrontare, soprattutto a livello globale?
Le imprese italiane devono affrontare una duplice sfida: da un lato la concorrenza sleale e il fenomeno dell’italian sounding, dall’altro una macchina burocratica che spesso frena più di quanto supporti.
A livello globale, la pressione dei mercati, la trasformazione digitale e i nuovi modelli di consumo impongono un salto culturale. Ma serve un’azione politica coerente: agevolazioni semplici, accesso al credito facilitato, formazione accessibile, e un vero riconoscimento del ruolo delle micro e piccole imprese.
Federitaly lavora per portare tutto questo nei luoghi decisionali, perché senza una nuova centralità per queste imprese, l’Italia non potrà competere né crescere in modo sostenibile.
Il Made in Italy è sinonimo di qualità e tradizione: come si bilanciano questi valori con l’innovazione e la digitalizzazione?
Questo bilanciamento è il cuore della nostra visione. Tradizione e qualità non sono in contrasto con l’innovazione: anzi, devono camminare insieme. L’artigianato evoluto, la manifattura sostenibile e le tecnologie digitali possono e devono coesistere.
Federitaly promuove questo equilibrio attraverso formazione, consulenza, accesso a strumenti digitali e l’utilizzo di tecnologie come la blockchain, che rafforzano la tracciabilità e la fiducia nei prodotti.
Non si tratta di snaturare l’identità, ma di potenziarla con nuovi strumenti, mantenendo il legame con la storia ma guardando dritti al futuro.
Quali iniziative o progetti futuri ha in programma la Federazione per valorizzare ulteriormente i settori rappresentati?
Federitaly ha in programma una serie di iniziative molto concrete. Stiamo ampliando il progetto “100% Italian Taste Excellence” per promuovere la ristorazione autentica, stiamo lanciando il Passaporto digitale del Made in Italy, e abbiamo attivato sportelli dedicati alle imprese femminili e ai progetti ESG.
Sul fronte dei servizi, il nostro Centro Servizi Federitaly sarà potenziato per offrire supporto personalizzato su internazionalizzazione, finanza, formazione e marchi/brevetti.
Ma ciò che più ci preme è rafforzare la presenza istituzionale della Federazione, affinché la voce delle piccole imprese diventi una leva concreta di cambiamento politico ed economico nel Paese.
Come vede l’evoluzione del Made in Italy nei prossimi 5-10 anni e quale ruolo giocherà la Federazione in questo cambiamento?
Nei prossimi 5-10 anni il Made in Italy dovrà affrontare una trasformazione epocale. Crescerà chi saprà evolversi senza perdere identità, chi investirà in qualità, sostenibilità, comunicazione e formazione.
Federitaly si candida a essere l’alleato strategico delle micro e piccole imprese in questo percorso. Un punto di riferimento che offre non solo servizi, ma una visione: quella di un’Italia che non vive di nostalgia, ma costruisce il suo futuro a partire dal suo patrimonio culturale, produttivo e umano.
Saremo una voce libera, propositiva e costruttiva nel dibattito pubblico, e continueremo a lavorare per restituire dignità, centralità e opportunità alle imprese che ogni giorno, silenziosamente, tengono in piedi questo Paese.
Angela Bernardo