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Il Verde va curato, di Clerici (Assoedilizia).

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QN  IL GIORNO pag. 22. Ediz. 10-11-2018 IL VERDE VA CURATO – 
di Achille Colombo Clerici

Le drammatiche calamita’ naturali di queste settimane – destinate a verificarsi in numero e gravità sempre maggiore a causa dei mutamenti climatici – hanno riproposto all’attenzione dell’opinione pubblica la fragilità del territorio sul quale vive la grande maggioranza degli italiani.

Secondo il rapporto Ispra del 2017 è a rischio il 91% dei nostri comuni. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a pericolosità da frana elevata e molto elevata e più del 9% in zone alluvionabili.

Complessivamente, sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili: oltre 1 milione vive in aree a pericolosità da frana e più di 6 in zone a pericolosità idraulica. I valori più elevati di popolazione a rischio si trovano in Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Lombardia, Veneto e Liguria. Minacciato anche il patrimonio culturale. I dati individuano nelle aree franabili quasi 38 mila beni culturali,  mentre sfiorano i 40 mila i monumenti a rischio inondazione.

Anche gli alberi che abbelliscono le nostre città  e sono il principale alleato antismog (assorbendo fino a 150 chili di CO2 all’anno per albero) possono diventare un pericolo: sono oltre un milione e vivono in un habitat artificioso; il traffico, l’asfaltatura rovinano spesso le radici e col tempo, possono compromettere la stabilità della una pianta.

Le radici di un albero cittadino spesse volte non sono proporzionate all’altezza del tronco, per difficolta’ di crescita dovuta alla scarsa ossigenazione del terreno.

Tagliando le radici superficiali si compromette la stabilità dell’ albero.   Inoltre la potatura radicale, praticata nelle nostre città, consente sì una razionalizzazione della gestione del verde, ma finisce per indebolire gli alberi, in quanto senza la protezione della chioma i funghi possono attaccare più facilmente il fusto divorandolo dall’ interno.

Sul fronte del territorio, dunque, è evidente l’assoluta necessità di maggiori investimenti in termini di prevenzione, attraverso cui affermare una nuova cultura dell’impiego del suolo che metta al primo posto la sicurezza della collettività e ponga fine, da un lato a usi speculativi e abusivi del suolo stesso, dall’altro al suo completo abbandono. E sugli alberi in città è necessario un monitoraggio costante,  e intervenire con l’abbattimento, accompagnato dalla ripiantumazione, laddove esso si renda necessario e nonostante le eventuali e comprensibili proteste dei cittadini.

Achille Colombo Clerici Presidente di Europasia

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