È un caso la scomparsa di Jo Song-gil, reggente dell’ambasciata della Corea del Nord in Italia. L’ambasciatore, 48 anni, nel nostro Paese da tre, secondo notizie diffuse dalla stampa della Sud Corea e confermate da ambienti parlamentari di Seul, «ha disertato» ad inizio novembre, a pochi giorni dalla scadenza del mandato e dal conseguente rientro a Pyongyang.
In questo momento,stando all’intelligence sudcoreana, Jo sarebbe «protetto» dalle autorità italiane «in un luogo sicuro» in vista della richiesta di asilo politico «in un imprecisato Paese occidentale». Una ricostruzione, questa, che non viene confermata dal ministero degli Esteri italiano. «A noi non risulta alcuna richiesta di asilo all’Italia dell’ex ambasciatore, Jo Song-gil», hanno spiegato fonti della Farnesina che hanno aggiunto: «Ci risulta invece una richiesta di avvicendamento alla guida dell’ambasciata, cosa poi avvenuta». Il riferimento è alla sostituzione effettuata il 20 novembre scorso quando il posto di Jo fu preso dal consigliere, Kim Chon. Quel giorno smise di far parte della lista diplomatica nordcoreana a causa del richiamo in patria.
Jo era ambasciatore facente funzioni in Italia dall’ottobre del 2017 quando aveva preso il posto del predecessore Mun Jong Nam, espulso da Roma in segno di protesta per i test nucleari a lungo raggio della Corea del Nord, effettuati come sfida alle sanzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu.