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GIULIO SAPELLI LO SCIENZIATO SOCIALE

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Giulio Sapelli Scienziato Sociale – Il saluto di Milano in occasione del congedo dall’ Universita’ degli Studi – IEA informa

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Il caloroso saluto di Milano per il “congedo” dall’Università degli Studi

GIULIO SAPELLI LO SCIENZIATO SOCIALE

Una rappresentanza importante della Milano che conta nel campo della cultura, dell’economia, dell’impresa si è riunita giovedì sera al Museo del Risorgimento di via Borgonovo per salutare il congedo dall’Università Statale  dello storico ed economista Giulio Sapelli, torinese di nascita, meneghino di adozione ma cittadino del mondo. Del contributo da lui dato alla conoscenza hanno parlato:  il coordinatore Grado G. Merlo, Università degli Studi di Milano, Scuola Normale Superiore di Pisa; Maurice Aymard, Directeur d’Etudes Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales; Fausto Bertinotti, Presidente Fondazione Cercare Ancora; Domenico Siniscalco, Ordinario di Economia Politica, Vice Presidente Morgan Stanley.

Hanno patrocinato l’evento Comune di Milano, Raccolte Storiche Palazzo Moriggia, Università degli Studi-Dipartimento di Studi storici. In programma il saluto di Antonio De Francesco, Direttore del Dipartimento.

La vita di Giulio Sapelli comincia nel 1947 a Torino, vi prosegue con due lauree – in economia e commercio e in storia moderna – e gli studi di filosofia, continua in Eni (dove anni dopo  sarà “presidente per sei ore”), Olivetti, Telecom, Finmeccanica. Dopo un giro del mondo che tocca Parigi, Londra, Barcellona, Buenos Aires, approda a Milano dove diventa professore ordinario di storia economica, economia politica, analisi culturale dei processi organizzativi. Segretario della Fondazione Feltrinelli, alla fine degli anni ’90 approda alla Fondazione Mattei dove lavora per vent’anni con  Siniscalco. Nel frattempo scrive 40 volumi ed oltre 360 articoli.

L’ ambiente culturale di Torino – scrive proprio Siniscalco, a cui va il merito della definizione di “scienziato sociale” coniata per Sapelli – l’Università, la grande impresa, la passione politica costituiscono un vero e proprio imprint.
L’ asse della cultura torinese correva, ricorda Bertinotti, lungo il Corso Unione Sovietica in un collegamento ideale tra la vecchia societa’ e Mirafiori.

Torino, negli anni ’70, era non solo una città industriale cresciuta impetuosamente dal punto di vista demografico ed economico intorno alla Fiat, al Pci, ai sindacati, alla cultura cattolico-sociale rappresentata dal cardinale Michele Pellegrino, che aveva le radici nei” tre santi sociali” Giuseppe Benedetto Cottolengo, Giovanni Bosco e Pier Giorgio Frassati (beato); era anche il laboratorio di formule uniche di politica che vedrà talvolta fondersi in quello che verrà sprezzantemente denominato dagli avversari “cattocomunismo” caratterizzato da forti valori comuni: l’uguaglianza, la valorizzazione della persona, ricorda Bertinotti.

Esisteva anche un mondo laico fatto di socialisti, radicali, repubblicani; e c’era Lotta Continua; e c’erano le Brigate Rosse che uccidevano giornalisti, manager, professionisti, un cancro che il Pci riuscì ad estirpare dalla carne della sinistra estrema pagando a sua volta un prezzo di sangue.

Da questa società ribollente di passione e di cultura ( si ascoltavano Norberto Bobbio, Franco Momigliano, Francesco Forte, Alessandro Passerin d’ Entreves, Massimo Mila, il cardinale Pellegrino ) nacque un modo speciale di fare economia politica, una combinazione di storia, filosofia, sociologia della quale Sapelli divenne originale interprete.

Nei decenni successivi l’ondata globalizzatrice e neo-liberista ha travolto ogni visione “umanistica” e l’economia cruda  ha prevalso nella politica, nel giornalismo, nella vita reale; ignorando che l’economia è una scienza sociale e che dietro i numeri ci sono individui e classi.

Pochi – tra questi Sapelli – hanno saputo tenere viva l’economia politica, pur correndo il rischio di finire in una sorta di “riserva indiana”. Ci voleva la grande crisi del 2007 che ha devastato il sistema finanziario e le economie reali, per rivelare il fallimento del monetarismo-liberismo che pure gli economisti neoclassici dominanti non erano riusciti a prevedere. Oggi nelle grandi università- Oxford, Cambridge, Harvard, Stanford – si torna a indirizzi di laurea interdisciplinari e multidisciplinari. Il che significa, conclude Siniscalco, non rinunciare al rigore in quello che si studia, ma mantenere la mente aperta e la curiosità sempre viva per paralleli e connessioni non immediatamente intuitive.

Sapelli, visibilmente commosso, ha ricordato alcuni episodi della sua intensa vita di studioso e di politico: per citare, quello in cui, giunto a Milano, Cervetti (un leader del Pci) gli propose di entrare nel consiglio di una banca. Al rifiuto, gli disse: ”Uno come te rimane comunista per sempre”. «Vecchio trotzkista» dello “Stato operaio degenerato”, si autodefinisce Sapelli, il quale aggiunge di essersi poi dimesso dal PCI senza i clamori che hanno accompagnato altre uscite dal partito.

E amaramente riflette. Oggi il capitalismo gira nudo; e la corruzione è un fenomeno di distruzione di massa.

La conclusione logica è che uomini come lui non vanno, ne’ vengono messi, in congedo; si preparano per nuove, impegnative battaglie.

Da sin. Fausto Bertinotti, Claudio Sapelli, Achille Colombo Clerici, Umberto Di Capua.

 

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