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Ciao Giuseppe

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venerdì, Maggio 3, 2024

di Cristiano Ottaviani (*)

E’ morto il mio amico Giuseppe di Benedetto a cui ho voluto e voglio un gran bene.  Aveva 41 anni ed era malato di talassemia sin dalla nascita.

Quando l’ho conosciuto anni fa, se non fosse stato  per il suo colorito così scuro, non avrei mai pensato  che potesse avere problemi di salute.

Era un ragazzo vitale, cortese, sempre elegante  e con un sorriso simpatico.

Aveva un intelligenza viva e attenta e doti relazionali fuori dal comune. Ma soprattutto era una persona per bene con un cuore buono e generoso , come sa, quando dà il meglio di sé, essere la gente della sua terra.

Giuseppe,da tempo ormai viveva a Priverno dove lo conoscevano tutti, ma era di Cancello e Arnone in provincia di Caserta. Da ragazzo  aveva trovato lavoro presso la Capodarco di Latina e per un lungo periodo quotidianamente non ha esitato, con la dignità che lo contraddistingueva, a prendere il treno  dalla sua Campania pur di avere uno stipendio alla fine del mese.

Nonostante la sua patologia era un grande lavoratore, faceva attivamente sindacato con la Cisl e aveva mille interessi e amici.

Con lui abbiamo fatto tante battaglie e ottenuta qualche vittoria: le garanzie per la cassa integrazione nel 2012 per nulla scontate, il contratto regionale che ha fatto aumentare i livelli degli operatori Re.Cup  e diritti prima impensabili. Di ringraziamenti ne ha avuti pochi, di critiche tante, ma non gli importava e proseguiva a interessarsi dei nostri problemi di lavoro anche se da un po’  era andato in pensione a causa della sua disabilità.

Fino a qualche giorno fa chiamava per chiedere notizie sull’appalto SuperAbile e sapere se poteva fare qualcosa di utile, ma già stava  combattendo l’ultima lotta, finita giovedì scorso alle 14  a   Tor Vergata.

Che esempio che è stato, che insegnamento di vita.

Non si tirava mai indietro, rideva persino della sua malattia.

Aveva il buon umore  nel sangue alla faccia di chi è triste e si sconforta per cose stupide.

Grazie Giuseppe per il tuo aiuto e l’appoggio che ci hai dato,  non saremmo mai riusciti senza di te.

Avevi un’umanità meravigliosa e calda perché eri vero e sei sempre stato un uomo intelligente. Ti rammaricavi di non aver potuto studiare, ma avevi più saggezza tu di tanti saccenti che pensano di essere chi sa chi.

Lasci un figliolo, che con noi avrà in ogni momento una porta aperta, la tua compagna Bianca Maria, che stringiamo con un abbraccio, e tanti tuoi cari, ma soprattutto ci consegni un ricordo che conserveremo sempre.

Hai amato disinteressatamente gli altri senza retorica per puro slancio di cuore; sei stato vero. Mi dicevi che eri borbonico e avevi ragione. In un mondo di maschere la tua autenticità ti portava fuori dal tempo ed era poesia.

Come ridevi di chi si finge grande ed è niente, come sapevi pesare le cose e le persone. La saggezza te l’aveva data la tua  sofferenza con la sua  segreta malinconia. Tu che capivi tutto, davi sempre la sensazione rassicurante che ogni cosa si potesse risolvere e che non bisognasse mai disperare.

Parlavi con quella voce saporita che sembrava,anche  se ragionavi e dicevi cose gravi, offrirti un caffè.

Quando sono venuto  a trovarti a Priverno e Latina non ho mai trovato un giorno di pioggia, ma sempre il sole e io al caso  non credo.

Mi portavi a prendere i formaggi dalle tue parti e ci sembrava di andare in qualche miniera per estrarre piloni d’oro ;tale era il senso del prezioso che ci accumunava: la fedeltà alla parola data, il rispetto dell’amicizia, l’amore per la bellezza di ciò che è semplice e autentico.

Sei stato tanto importante per me perché mi hai fatto capire come alla fine siamo malati, “handicappati”, tutti per il semplice fatto che viviamo e l’esistenza non è perfetta. Mi hai ricordato che alla fine possiamo solo scegliere se arrenderci al dolore o dire si alla vita e alla sua legge d’amore nelle sue piccole e grandi cose.

Ora in cielo con tuo papà,  a cui tanto volevi bene, ti vedrai le partite del Napoli, anche se ogni tanto ci darai uno sguardo, come noi a te per rubarti consigli e per ridere con un po’ di malinconia, pensando a quanto strana, terribile, ma anche bella è la vita.

Dio ti stringa a sé, non ti dimenticheremo;  non ti dimenticherò mai amico mio.

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