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Opera dice basta alle proteste inutili e chiede autonomia: “se deve essere un altro carrozzone, che venga dismesso”

OPERA (28 gennaio 2013) – Questa volta il Sindaco di Opera Ettore Fusco non aderirà alla generica protesta di Roma, convocata dal Presidente di Anci Piero Fassino, che vede i sindaci d’Italia riuniti in assemblea straordinaria in un teatro della capitale. In realtà non è la prima volta che il primo cittadino leghista prende le distanze dalle proteste dell’Associazione dei comuni e sceglie di non sfilare con la fascia tricolore accanto ai primi cittadini di realtà in cui lo spreco e le infiltrazioni mafiose sono all’ordine del giorno. Così come non aderì al primo sciopero dei sindaci di due anni fa quando affermò che i primi cittadini lavorano sempre e non possono esimersi dal dare il buon esempio, anche nelle condizioni più critiche causate da quello stesso Stato che devono servire e le cui leggi sono tenuti a rispettare anche quando non le condividono

“Ma se osservare le leggi è un dovere, anche lottare affinché siano cambiate è un obbligo, soprattutto per chi vuole cambiare il Paese democraticamente, attraverso la politica con la P maiuscola – spiega Ettore Fusco – perché per sconfiggere la mala politica dei governi nazionali dobbiamo promuovere la buona politica dei sindaci a contatto con i cittadini e con le difficoltà che i parlamentari nazionali, invece, neppure immaginano siano tanto diffuse nelle nostre città”.

La ricetta del Sindaco Fusco consiste nell’abolizione del Patto di Stabilità “che blocca la crescita economica dei comuni che non hanno sprecato soldi”, la piena autonomia impositiva degli enti locali all’interno di regole certe che non possono cambiare ogni anno “e addirittura essere definite a fine anno quando non è più possibile alcuna programmazione” e poi una profonda ristrutturazione di uno Stato centrale che spreca le risorse prodotte sul territorio e non chiude le frontiere producendo enormi danni economici e soprattutto insicurezza e terrore in un paese in cui crescono vertiginosamente i reati commessi per sopravvivere.

“Sarebbe bastato non bloccare i decreti già approvati in materia di federalismo fiscale – aggiunge il Sindaco di Opera – per consentire al Paese di superare la crisi ed in particolare al Nord di trascinare la nazione verso una ripresa che avrebbe garantito ossigeno alle imprese ed alle famiglie in crisi”.

Ma questo non è accaduto e per Fusco la colpa è da imputare “a chi ha voluto delegittimare la politica per sostituirla con i grandi interessi sovranazionali al potere in Italia con il Governo Monti prima e Letta oggi. Sempre con il sostegno dei due grandi schieramenti di centrodestra e centrosinistra con l’opposizione populista di Grillo creata e sostenuta appositamente dai mass-media per non ottenere nulla ed allo stesso tempo fare sparire le voci fuori dal coro di destra, sinistra e soprattutto della Lega Nord”.

“Adesso basta – conclude Fusco – non vogliamo più dipendere da Roma e dalle sue tasse e neppure essere presi in giro da Fassino e da Anci, il cui unico obbiettivo è portare il presidente di turno a pavoneggiarsi in tv per poi sedere in un ministero inutile ma remunerativo. Vogliamo i fatti perché nonostante le ingiustizie noi rispettiamo le leggi, perché nonostante la gente se la prenda con i sindaci noi imponiamo sacrifici, perché nonostante le scelte oramai siano tutte dettate dagli oppressori romani noi fingiamo di essere autonomi, assumendocene le responsabilità. Si cambi registro, oppure dalle campagne del sud Milano, prima o poi, non partirà solo il primo cittadino ma muoverà un esercito di ex contadini con i forconi le cui punte saranno però affilate, perché da noi quando la misura è colma non si scherza più!”

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