Home ISTITUZIONI E POLITICA Uil. I Costi della politica ammontano a 23,2 miliardi di euro.

Uil. I Costi della politica ammontano a 23,2 miliardi di euro.

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I costi della politica, diretti e indiretti, ammontano a 23,2 miliardi di euro tra funzionamento di organi istituzionali, società pubbliche, consulenze e costi “derivanti dalla sovrabbondanza del sistema istituzionale”.

E’ quanto stima la Uil nel III rapporto ‘I costi della politica’. “Una somma – si legge nel rapporto – pari a 757 euro medi annui per contribuenti, che pesa l’1,5% sul Pil”.

“Un milione di persone vivono di politica – ha detto il segretario del sindacato, Luigi Angeletti – quasi il 5 per cento della forza lavoro. Ridurre questo numero si può anche attraverso una riforma della Costituzione”.

”La differenza tra i costi della politica e quelli dei sindacati sta nel fatto che i primi sono obbligatori e derivano dalle tasse, mentre i secondi si basano sul contributo volontario dei lavoratori”.

Il leader della Uil, Luigi Angeletti, ci tiene a precisarlo, in occasione della presentazione del terzo Rapporti Uil sui costi della politica.

Nonostante i timidi segnali fatti registrare negli ultimi tempi -non ultimo il decreto sul superamento del finanziamento ai partiti- la Uil ritiene che una parte preponderante della spesa improduttiva del nostro Paese sia rappresentata, ancora, dai cosiddetti ”costi della politica”, che non sono riconducibili solo agli stipendi degli eletti, quanto all’abnorme numero di strutture e centri di costo spesso inefficienti ed inefficaci.

”Ci vorrebbe piu’ coraggio da parte della politica italiana per ridare forza e credibilita’ al proprio ruolo, con delle vere riforme atte a riordinare e semplificare l’assetto istituzionale del Paese”, spiega Angeletti.

”Da questo punto di vista, non e’ piu’ rinviabile la revisione del Titolo V della Costituzione, a partire dalla revisione del numero dei livelli istituzionali e dalla ripartizione delle competenze tra Stato e Autonomie Territoriali”.

”Cosi’ come non sono piu’ rinviabili la riduzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto e l’approvazione di un disegno organico dell’ordinamento degli enti territoriali basato su ‘chi fa cosa’ tra Stato e autonomie”.

Angeletti, poi, respinge le critiche sui contributi statali ai Caf e ai Patronati:

”Lo Stato versa ai Caf, societa’ private non solo dei sindacati, i contributi per un servizio di consulenza offerto ai cittadini per pagare le tasse, dato che ci vogliono degli esperti. I costi rimborsati dallo Stato sono al di sotto di quelli industriali e questo e’ illegale. I Caf offrono un servizio a prezzi piu’ bassi del costo effettivo. I Patronati, poi, sono organismi sotto il controllo diretto del ministero del Lavoro e offrono un servizio ai cittadini che altrimenti andrebbero ad aumentare le file agli sportelli pubblici”.

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