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Ucraina-Usa, summit in Arabia Saudita: terre rare e non solo, gli obiettivi di Trump.

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Ucraina e Stati Uniti al tavolo per riprendere il dialogo dopo la lite di 11 giorni fa alla Casa Bianca, dove Donald Trump e Volodymyr Zelensky sono stati protagonisti di un clamoroso scontro. Oggi a Gedda, nella tortuosa strada verso la fine della guerra tra Ucraina e Russia, va in scena il vertice tra due delegazioni di alto livello. Kiev invia Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente. Per gli Usa, ci sarà in particolare Marco Rubio, segretario di Stato.

La ripresa dei contatti dovrebbe favorire la fumata bianca sull’accordo per le terre rare ucraine. Kiev, con la firma, darebbe agli Usa l’accesso alle proprie risorse minerarie. Per Trump, l’intesa rappresenta una sorta di risarcimento dopo i 350 miliardi che, secondo il presidente, gli Usa hanno speso dall’inizio della guerra.

Cosa chiede Trump

La Casa Bianca, però, come evidenzia Nbcnews non si accontenta dell’accordo. Il dialogo deve essere accompagnato anche dal cambiamento dell’atteggiamento di Zelensky: il presidente ucraino, in una fase complicatissima del conflitto, secondo gli Usa deve accettare l’idea di concessioni territoriali a favore della Russia. E c’è di più: al presidente, definito ‘dittatore’ da Trump, si chiede una svolta che avvicini il paese alle elezioni.

Intanto, sul campo l’Ucraina deve convivere con le condizioni che Trump ha contribuito a determinare con gli ultimi provvedimenti. Se lo stop all’invio di armi americane avrà un peso soprattutto in prospettiva, la mancata condivisione di informazioni di intelligence ha un impatto immediato.

Cosa chiede Kiev

L’Ucraina cercherà di convincere gli Stati Uniti a riattivare gli aiuti militari e l’intelligence, come rivela il ‘Financial Times’. Kiev sarebbe pronta “a proporre un cessate il fuoco parziale” con la Russia in particolare per fermare gli attacchi con droni e missili a lungo raggio e operazioni di combattimento nel Mar Nero. Una proposta, questa, “nella speranza che i progressi dei colloqui portino Washington a revocare la sua decisione di congelare la condivisione dell’intelligence e le forniture di armi”, afferma una fonte al quotidiano.

Usa verso revoca stop dati intelligence

Gli Stati Uniti potrebbero intanto revocare presto la pausa nella condivisione di dati di intelligence con Kiev, dopo gli annunci dei giorni scorsi. A lasciarlo intendere è stato il presidente Trump, come riportano i media americani. Parlando nelle scorse ore con i giornalisti, alla domanda se stesse valutando la possibilità di revocare lo stop Trump ha riposto: “Ci siamo quasi, ci siamo proprio”. “Faremo molti progressi”, ha poi osservato il presidente in riferimento agli attesi colloqui.

“Io dico che (gli ucraini) non hanno le carte. Nessuno ha davvero le carte. La Russia non le ha”. E “quello che bisogna fare è arrivare a un accordo e fermare le uccisioni. E’ una guerra senza senso e riusciremo a fermarla”, ha detto ancora nelle scorse ore il presidente degli Stati Uniti, come riportato da Fox News.

La situazione sul campo

La Russia negli ultimi giorni ha intensificato gli attacchi, colpendo il Donetsk con raid pesantissimi, e ha aumentato la pressione per riconquistare il Kursk, la regione che le forze ucraine hanno invaso da agosto 2024. “L’Ucraina non ha carte in mano”, ha detto e ripetuto Trump. Il controllo di una porzione del Kursk sarebbe una carta che Kiev potrebbe spendere al tavolo delle trattative.

Trump, tra i vari paletti, ha detto e ripetuto che gli Usa si tireranno fuori dal quadro se l’Ucraina non mostrerà disponibilità all’accordo. La prospettiva di un disimpegno americano avrebbe un impatto devastante, come afferma il senatore repubblicano Lindsey Graham.

“Finché si combatte, se premessimo il grilletto sull’Ucraina sarebbe una situazione peggiore rispetto all’Afghanistan”, dice Graham a Fox News. “Fino al cessate il fuoco, darei all’Ucraina quello che serve in termini di intelligence e di armi. Per quanto riguarda la Russia, varerei sanzioni contro le banche e il settore energetico costringendo” Putin “a negoziare. Se non si impegnano nel cessate il fuoco e nei colloqui di pace con l’amministrazione Trump – conclude – dovremmo introdurre sanzioni pesantissime”.

Fonte: adnkronos.com

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