A Liverpool risuona la melodia di Bad Moon Rising dei Creedence Clearwater Revival, ma il testo è diverso e si innalza come una preghiera, una celebrazione, un coro che ora viene cantato con le lacrime agli occhi, con il cuore infranto per un tragedia, una vera tragedia con la quale ci siamo svegliati che ha trascinato con se in una spirale di dolore il mondo del calcio. Diogo Jota aveva 28 anni, Andre Silva ne aveva 25, prima di essere calciatori erano fratelli, figli, amici, padri e mariti. Dopo aver condiviso il Porto la loro carriera ha preso strade diverse lasciandoli legati dall’affetto fraterno che non è mai mancato, fino alla fine. Andre aveva scelto di accompagnare Diogo nel suo viaggio per tornare in Inghilterra, sapeva che il ragazzo non poteva prendere l’aereo, anzi gli era stato sconsigliato. Erano diretti a Santander a circa 400 km a nord della Spagna per imbarcarsi su un traghetto per la Gran Bretagna, la stella del Liverpool doveva tornare al lavoro, dove ricominciare ad allenarsi con i Reds, ma avendo subito un intervento chirurgico ai polmoni gli era stato appunto sconsigliato di volare, voleva salire sul traghetto e proseguire in auto in Gran Bretagna, non era la prima volta che sceglieva di viaggiare in auto. Andre ha invece scelto di accompagnarlo, probabilmente per dargli il cambio alla guida, probabilmente anche per non mettere a rischio il fratello sperando di sfuggire insieme a lui al destino crudele al quale sono andati incontro i fratelli Silva (il nome completo è Diogo Josè Texeira da Silva, Jota è la prima lettera del suo secondo nome). L’ultima immagine che il mondo del calcio ha di Diogo è quella della finale con il Portogallo, quando è diventato campione battendo la Spagna ai rigori senza immaginare che quella sarebbe stata l’ultima gioia della sua carriera, ma non della sua vita. Il 22 giugno Diogo si era sposato, con Rute Cardoso, una sua compagna di scuola al suo fianco quasi da sempre, sposata con lui per soli undici giorni. Insieme hanno avuto tre figli, Denis nel 2021, Duarte nel 2023 e una bambina nata nel 2024, che non potranno mai crescere con al fianco una figura di riferimento come il padre. Quando ad Anfield, non più di due mesi fa cantavano in festa il coro dedicato a Diogo, estrapolato dalle note dei Creedence Clearwater Revival, non potevano e non volevano immaginare che quei versi oggi si sarebbero trasformati in un ricordo funebre che riassumeva i suoi movimenti in campo: “He’s running down the left wing he’ll cut inside and score for LFC” una canzone che poi si lancia anche in un ambizioso paragone, “He’s a pad from Portugal, better than Figo don’t you Know, he’s name is Diogo” che testimonia comunque il grande affetto che i tifosi gli avevano riservato, dimostrava che era entrato nel cuore dei Reds.

Chi erano Diogo e Andre
La vita dei fratelli Silva si è interrompo al momento di un sorpasso, probabilmente per lo scoppio di uno pneumatico e l’impatto contro un albero nella vegetazione a brodo strada, dove subito sono divampate le fiamme in un incendio fatale. Diogo e Andre avevano condiviso la maglia del Porto, una delle squadre più blasonate del Portogallo. Il più giovane è diventato poi il fulcro del gioco del Penafiel nella seconda lega portoghese dove proprio in questo 2025 aveva raggiunto l’apice della carriera. Jota, invece ha preso la strada inglese, ha cambiato scenario per diventare grande, vestire la maglia numero 20 del Liverpool che adesso i Reds hanno ritirato. Nella città dei Beatles è diventato un elemento fondamentale per il tridente di Klopp, l’alternativa giusta agli storici Salah-Firmino-Manè e in un secondo momento Salah-Nunez-Diaz. Diogo riusciva comunque a trovare il proprio spazio in questa schiera di talenti insieme ai quali quest’anno ha vinto la Premier League con Arne Slot in panchina. Ma l’inizio non fu facile, il padre l’avrebbe voluto nuotatore, fu lui ad impuntarsi e a chiedere di giocare al calcio considerando che la famiglia viveva a 10 minuti dal Do Dragao, ma i primi provini non andarono benissimo e fu costretto a pagare per giocare fino all’unger 17 del Gondomar. E’ in quel contesto che il Pacos Ferrerira scorge il suo talento ed è lì che ottiene il primo contratto, che segna i primi gol con un esordio voluto da Paulo Fonseca, ex allenatore di Roma e Milan. La sua carriera nel grande calcio inizia con l’Atletico Madrid dove non gioca mai e va solo in prestito al Porto prima del salto in Inghilterra con Wolwerhampton e poi la consacrazione al Liverpool.

Il cordoglio del mondo sportivo e non solo è stato sconfinato. A Wimbledon gli organizzatori del torneo hanno permesso di infrangere la tradizione, di indossare sul bianco il segno del lutto in suo ricordo. Durante il minuto di silenzio tra Al Hilal e Flamengo i portoghesi Ruben Neves e Joao Cancelo sono scoppiati in lacrime. Dire che era forte adesso è facile e banale, ma lui era forte davvero ha sottolineato un affranto Josè Mourinho. Sono arrivati messaggi da ogni ambiente, da Rafael Nadal passando per gli Oasis che nel giorno in cui si sono ritrovati, si sono riuniti i due fratelli Gallagher hanno deciso di dedicare ai Silva la loro canzone Live Forever durante la quale è comparsa una immagine sul maxischermo di Diogo con il numero 20 del Liverpool. Il mistero della vita, che ha strappato troppo giovani questi due atleti, questi due fratelli, questi due ragazzi che stavano attraversando uno dei momenti più felici della loro storia, che si è interrotta all’improvviso in un giorno triste per il calcio e lo sport.