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Tensioni nel M5S.

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Arrivano le parole di Beppe Grillo: «Ormai sono un comico governativo». «Mi contestano – aggiunge il Garante – mi gridano Grillo ritorna. Non sono mai andato, siete voi che siete cambiati, avete i debiti, ma anche i crediti. Voi siete tutto e il contrario di tutto…», ed ancora: «Forse non siamo all’altezza, siamo principianti come dicono».

«Pensavamo di arrivare al 15%», confessa Francesco Silvestri, vicecapogruppo alla Camera del M5S, in tour con Di Maio lo scorso weekend per chiudere la campagna elettorale sull’isola. La sconfitta era un colpo in fondo previsto (anche se non con queste dimensioni), dalle parti del M5S, che però ripiomba nel caos ad una manciata di giorni dal ko in Abruzzo. E il malumore della base ormai si trattiene a fatica laddove Luigi Di Maio tenta di rilanciare la sua leadership accelerando su alcune svolte epocali che vuole imprimere al Movimento: su Rousseau, forse già a partire da oggi, gli iscritti voteranno l’istituzione dei referenti locali fulcro della nuova organizzazione, l’apertura a liste civiche e la deroga ai due mandati per i consiglieri comunali.

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