Tennis, Sinner perde con Bublik: perché la sconfitta non deve preoccupare.

0
Alexander Bublik

Non guardare indietro con rabbia, Don’t look back in anger cantano gli Oasis. Ma come si fa non ripensare a quei tre match point che avrebbero consegnato a Jannik Sinner lo slam per lui più difficile da concquistare, lo slam sul rosso, sulla superficie che si addice di meno alle sue caratteristiche da campi veloci come appunto quelli sull’erba, ma soprattuto quelli in cemento. Sinner non è di certo un erbivoro e siamo d’accodo, ma in ogni caso sul Green del tennis ha vinto un torneo (qui ad Halle dove era campione in carica) e raggiunto la prima semifinale slam della carriera nel 2023. La giornata di oggi ci riporta proprio a quell’anno, perchè dalla parte opposta della rete c’era quell’Alexander Bublik che nel 2023 festeggiò su questo stesso campo il titolo più importante della carriera eliminando Jannik ai quarti di finale (per ritiro) e proseguendo una cavalcata vincente affondando Zverev in semifinale e Rublev in finale. Si sente a casa in Germania il kazako, che ad Halle ha vinto l’unico torneo sull’erba contro tre in cemento. In ogni caso nulla vieta di considerarlo un erbivoro, o erbaiolo a seconda del termine preferito per indicare gli esperti dell’erba. Per la prima volta adesso però Sinner inizia a precoupparsi e a dover guardare il ranking, la sua leadership è tutt’altro che in discussione, come sappiamo almeno fino a Wimbledon resterà il numero uno al mondo, tuttavia dopo oggi la partita per il post Championships per contendersi lo scettro del regnante sul circuito sarà di nuovo aperta. Non suonino allarmi, noi come soprattuto lui abbiamo bisogno di serenità, dopo la batosta di Parigi, dopo la caduta di Roma. Perdere con Bublik gli costa 450 punti, considerando che lo scorso anno vinse proprio qui ad Halle. Intanto Alcaraz ha sofferto contro Munar, una partita che si è inaspettatamente prolungata, ma è già ai quarti di finale e ha inziato a rosicchiare qualcosa, in caso di vittoria al Queen’s recupererebbe 400 punti in totale. Il meccanismo del ranking però sorride a Sinner, perché a Londra dovrà difendere solo 400 punti, conquistati ai quarti di finale dello scorso anno, quando venne eliminato da Daniil Medvedev mentre nella sua testa la battaglia era con i nervi vista l’incertezza sulla questione clostebol. Carlitos invece è da due anni il campione in carica sui prati inglesi, sono 2000 punti da conservare e per farlo dovrà vincere il torneo, non facile considerando anche un Djokovic a tratti redivivo e le numerose insidie del verde, di una superficie in continua trasformazione. Ongi giorno è un campo diverso, come diceva Gianni Clerici, con il progredire del torneo si consumano e si passa all’erba battuta, serve versatilità cosa che Carlitos ha già dimostrato di possedere. Alcaraz poi fino alle Finals avrà da difendere circa 1000 punti, l’estate si preannuncia incandescente per la lotta alla vetta con Jannik che invece dovrà conservare, o riconquistarne 6000.

Alexander Bublik

Alexander Bublik, chi è il giustiziere di Sinner ad Halle

“Non sei umano” un complimento sconsolato e impotente contro chi era realmente superiore in ogni mezzo ad un giocatore che navigava stabilmente nel circuito da più tempo del nostro Sinner. Era il 2021 nel corso di quel torneo di Miami in cui la Volpe Rossa era numero 31 al mondo, in ascesa, che si fermò in finale contro l’amico Hubert Hurkacz. Non chiamiamola rivalità, sono diverse ambizioni, diversi traguardi e diversi gli obiettivi ormai tra Sinner e Bublik e anche la storia recente dei confronti diretti tra i due parla chiaro: 6-1 7-5 6-0, un dominio per Jannik al Roland Garros. Altra superficie però. Abbiamo raccontato del precedente di Halle 2023, vi ricordiamo anche quello di S’Hertogensoch, un dominio azzurro 6-4 6-2 e c’è anche una precedente vittoria di Sinner a Dubai. Bublik non è di certo un giocatore che va d’accordo con la terra rossa, quest’anno dobbiamo inquadrare l’eccezione, i quarti di finale nella Ville Lumiere sono stati una sorpresa anche per lui, giunti peraltro vincendo contro De Minaur e Draper in quello che a detta sua è stato “il giorno più bello della mia vita”. Non male per chi fino a pochi anni fa sottenda di odiare il tennis, “gioco solo per soldi” specificava. Una storia vista e rivista, un giocane bambino spinto dal padre a prendere in mano la racchetta e catapultato 7 giorni su 7 a stretto contatto con lo sport del Diavolo. Lo ha raccontato Andre Agassi nel suo libro e da li in poi la storia ha iniziato a ripetersi al punto che Bublik stesso ha manifestato la sua intenzione di tenere i propri figli lontani dalla rete, dalle righe e dalle battaglie fisico-emotive del tennis. Come Ruud e Lehecka, una volta trovatosi davanti al muro Sinner anche Bublik ha esultato al primo game vinto al Roland Garros, non poteva immaginare che di li a poche settimane sarebbe cambiato tutto con il ritorno sui suoi adorati prati, una superficie che ha sempre favorito i giocatori showman come lui (per fare solo alcuni nomi pensiamo a Dustin Brown e Feliciano Lopez che su questa superficie sonorisuciti a sconfiggere Rafael Nadal). Per digerire le partite ha sempre spostato su di se i riflettori, discostandosi dagli schemi ordinari del gioco, non è la prima volta ch infatti lo vediamo alle prese con servizi dal basso. Lo abbiamo visto spesso anche rompere le racchette e persino cedere il servizio ad un raccattapalle, accadeva a Montpellier, uno torneo che in passato ha anche vinto. Di talento però Alexander ne ha da vendere: ha vinto quattro tornei e perso sette finali una delle quali contro Lorenzo Sonego a Metz, ma quella più dolorosa probabilmente è quella in doppio, nel 2021 al fianco di Golubev contro Herbert/Mahut a Parigi. Un giocatore che il talento lo sa riconoscere visto quel commento nei confronti di Jannik nel 2021, e ora ha imparato a domarlo.

Sinner-Bublik, la partita di Halle

I più esperti avranno notato che il sorteggio di Halle non era dei migliori considerando si tratti di un 500. Hanfmann padrone di casa al primo turno e in caso Machac ai quarti e Khachanov o Rublev in semifinale con vista Zverev (o Medvedev) verso la finale. Di mezzo in molti avranno anche pensato al russo naturalizzato kazako, ma non gli avranno dato tanto credito vista la disfatta di Parigi ai quarti. 3-6 6-3 6-4 per la prima volta Sascha vince contro il numero uno del mondo e ottiene la vittoria già prestigiosa della carriera. Si è dimostrato a tratti ingiocabile, dando pieno sfogo a tutti i suoi colpi migliori, il servizio, la risposta e anche il serve&volley più volte tentato. Il punto della partita rimane un suo servizio dal basso, una costante nelle partite di Bublik. Negli ulitmi otto tornei Sinner non si era mai fermato prima della finale, erano 673 giorni che non perdeva contro un giocatore al di fuori della top 20: il kazako oggi è al 45esimo posto, ma è destinato a salire. Era iniziata molto bene, con l’88% di prime, con un rovescio in gran spolvero che gli ha garantito il break decisivo per andare avanti 6-3, sembrava ordinaria amministrazione per il numero uno del mondo, ma qualcosa ha inziato ad incepparsi a partire dal secondo set. Lunoglinea di rovescio, vincente di dritto e una magistrale risposta, l’incubo inizia a prendere forma con Bublik che va avanti di un break nel secondo set e viaggia verso il pareggio. Proprio quando più conta il servizio saluta in anticipo Jannik, le prime crollano nelle percentuali (58%), ci sono anche due occasioni, due palle break che però non riesce a sfruttare, rimpianti, non dolorosi come quelli di Parigi, ma pur sempre rimpianti. Bublik non ha paura di osare, di servire da sotto sul 40-30 e seconda, Sinner per la prima volta forse dal ritorno dopo la squalifica inizia a fare i conti con i nervi tesi di ogni tennista e lo spettro della sconfitta, pesante, si manifesta al suo fianco. Non era abituato ormai a questa condizione, perdere con Alcaraz in finale a Roma e a Parigi era qualcosa che lui stesso aveva messo in conto dopo i mesi di inattività e stavolta la disabitudine al rischio lo tradisce, break e niente rimonta: ai quarti di finale contro Machac ci va Sascha Bublik.