Home Rubrica L'ANGOLO DI ASCLEPIO STORIA DELLA CHIRURGIA ANTICA: NEL MAR EGEO.

STORIA DELLA CHIRURGIA ANTICA: NEL MAR EGEO.

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È indubbio che il medico greco antico più conosciuto sia stato Ippocrate di Coo, nato nel 460 a.C., tanto da poterlo considerare, senza cadere in esagerazioni, il clinico più famoso della Storia; la sua fama è legata innanzitutto al suo Giuramento, ancora ai giorni d’oggi pronunciato al momento della laurea dai medici occidentali. Comunque le innovazioni di Ippocrate non si limitano a questo, ma a specialità mediche come la medicina interna, l’igiene (parola che deriva dalla dea Igea, citata nel Giuramento, figlia di Esculapio), la dietetica e l’etica.

La chirurgia su un ambito non molto sviluppato negli scritti e negli insegnamenti che il medico di Coo ha tramandato, nonostante ciò nella sua opera si trovano comunque interessanti annotazioni sull’anatomia e sul trattamento dei traumi cranici. Inoltre ci fornisce i primi esempi del trattamento corretto dell’empiema pleurico, mediante drenaggio, e sulla riduzione delle fratture attraverso l’utilizzo di mezzi di trazione; si tratta di procedute fondamentali ancora oggi.

Anche in ambito chirurgico, Ippocrate non si limitò a descrivere solo le procedure, ma insegnò anche la base della pratica chirurgica, affermando che “il chirurgo deve posizionarsi in un luogo ben illuminato e confortevole sia per sé che per il paziente”, che “le unghie devono essere tagliare corte”; spiegò che “il chirurgo deve imparare a utilizzare le sue dita mediante una pratica continua, essendo di particolare importanza l’indice e il pollice” e che le sue mani “devono muoversi bene, con eleganza, in modo rapido, con agilità, accuratezza e a comando”.

I Poemi Omerici rappresentano la prima descrizione scritta di atti chirurgici della cultura e storia greca. Nel Quarto Libro dell’Iliade Minerva induce l’esercito troiano ad attaccare i greci: un guerriero di Priamo di nome Pandaro ferisce Menelao al polso con una freccia e il re acheo viene curato dal figlio di Esculapio, il dio della medicina, che aveva imparato l’arte della guarigione dal centauro Chirone.

“Dal balteo estrasse Macaon lo strale,
Di cui curvârsi nell’uscir gli acuti
Ami: disciolse ei quindi il vergolato
Cinto e il torace colla ferrea fascia
Sovrapposta; e scoperta la ferita,
Succhionne il sangue, e destro la cosparse
Dei lenitivi farmaci che al padre,
D’amor pegno, insegnati avea Chirone.”

La testimonianza più antica di attività chirurgica nelle civiltà greche o pre-ellenistiche fu rinvenuta all’inizio degli anni Settanta a Nauplia, città del Peloponneso, famosa per essere stata la prima capitale della Grecia indipendente tra il 1829 e il 1834: in una tomba micenea furono trovati vari strumenti chirurgici, come coltelli, sonde, forbici e pinze, risalenti al 1500 a.C. attribuiti da alcuni autori al mitico medico Palamida.

La Scuola Alessandrina, fondata per volere di Alessandro Magno, si pose l’obiettivo di raccogliere tutte le conoscenze mediche sviluppate nel mondo allora conosciuto. Tra i fondatori della scuola vi fu Erasistrato di Ceo, noto per essere lo scopritore della colecisti e del sistema portale, tanto da poterlo considerare un epatologo ante litteram.

Le ricerche storiche hanno dimostrato come nel mondo ellenistico, i chirurghi fossero in grado di trattare numerose patologie, come la cataratta o la litiasi renale, sviluppando tecniche che permettevano l’estrazione dei calcoli mediante incisione della vescica o delle vie urinarie.

I greci si sono pertanto dimostrati studiosi avanzati non solo nelle arti e nella letteratura, ma anche nella scienza medica e chirurgica, codificando un bagaglio scientifico che sarà poi completamente assorbito dalla cultura romana.

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