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Stop al taglio Irpef ed Iva al 22% nel 2013. Italia al 9°posto in Europa

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di Pietro Bardoscia

L’intesa tra i relatori alla Camera della legge di stabilita’ Renato Brunetta (Pdl), Pier Paolo Baretta (Pd) e il  ministro dell’Economia Vittorio Grilli e’ stata raggiunta, dando il via libera alla riscrittura del provvedimento.

Saltera’ la riduzione di un punto percentuale delle prime due aliquote Irpef (23% e 27%) per finanziare interventi sul cuneo fiscale e il mantenimento dell’aliquota Iva del 10%. E’ stata bloccata la retroattivita’ per le nuove norme su detrazioni e deduzioni previste dalla legge, mentre per quanto riguarda l’Iva non ci sara’ alcun aumento dell’aliquota al 10%, ma nel 2013 verrà applicata l’Iva al 22%.

Ma che cosa è l’IVA? L’Iva (Imposta sul Valore Aggiunto) è la più importante imposta indiretta in vigore nel nostro Paese e serve per assoggettare a tassazione il consumo dei beni e dei servizi; in sintesi è un’imposta generale sui consumi che grava completamente sul consumatore finale.

 Nella legge di stabilità è rimasta invariata l’IVA al 10%, aliquota ridotta,che si paga sui servizi turistici (bar, alberghi, ristoranti), determinati prodotti alimentari (carni, latte conservato, uva da vino, tè, spezie, riso, acqua minerale, birra, cacao), energia elettrica per uso domestico, servizi di telefonia, medicinali, spettacoli teatrali, servizi di trasporto e francobolli, etc.

Con l’aliquota al 22%, o aliquota ordinaria (già aumentata di un punto percentuale lo scorso anno n.d.r.) aumenteranno i prezzi dei giocattoli, dei televisori, auto e moto, abbigliamento e calzature, taglio e piega dal parrucchiere, caffè, vino e cioccolato. È su una lunga lista di prodotti e servizi che va a pesare l’ ulteriore aumento di un punto dell’aliquota ordinaria Iva. Molte voci riguardano le spese per la casa, detersivi per pulire compresi, anche il turismo viene toccato con la previsione di un aumento per stabilimenti balneari e pacchetti vacanza.

Abbiamo anche una aliquota Iva minima al 4%, applicata alle vendite di generi di prima necessità, come ad esempio i prodotti alimentari, (latte fresco, burro formaggi e latticini, frutta, frumento, farina, olio d’oliva) ma anche alla stampa quotidiana o periodica, prestazioni socio-sanitarie ed educative, somministrazioni di alimenti e bevande nelle mense aziendali.

 Con l’ulteriore aumento dell’ Iva ordinaria al 22% l’Italia si allontana dalla Germania, ma anche dalla Francia e dalla Gran Bretagna, superando il livello di tassazione del Belgio e dell’Irlanda. Il prelievo su acquisti e servizi rimane invece inferiore a quello dei paesi nordici, caratterizzati da un alto welfare, ma anche di Grecia, Polonia, Portogallo.

Ecco in una tabella le aliquote “ordinarie” applicate per l’Iva dai vari paesi europei, considerando che l’Unione Europea prevede un range di tassazione che va da un minimo del 15 ad un massimo del 25%.

 

Svezia 25%

Danimarca 25%

Ungheria 25%

Romania 24%

Finlandia 23%

Polonia 23%

Portogallo 23%

Grecia 23%

Italia 22%

Belgio 21%

Irlanda 21%

Gran Bretagna 20%

Slovacchia 20%

Slovenia 20%

Austria 20%

Francia 19,6%

Olanda 19%

Germania 19%

Spagna 18%

 

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