Sono arrivati con le scavatrici e in pochi minuti hanno distrutto un patrimonio di duemila anni. È successo nella località spagnola di Santibáñez de la Peña, in provincia di Palencia, in uno degli accampamenti romani che facevano parte del Castro de La Loma, costruito durante le Guerre Cantabriche (29-16 a.C.) volute dall’imperatore Augusto. «Sebbene il terreno non sia di proprietà del comune, bensì di un’associazione, è stata un’azione consapevolmente illegale, trattandosi di un sito archeologico registrato e ben conosciuto dagli abitanti», ha dichiarato a «Il Giornale dell’Arte», Manuel Maza, sindaco di Santibáñez, che ha bloccato i lavori non appena ne è venuto a conoscenza, anche se «il danno era già stato fatto».

Artefici del folle gesto sono i proprietari del terreno componenti l’associazione Junta vecinal de Las Heras de las Peñas che, sapendo di non ottenere i permessi necessari, ha preferito iniziare i lavori senza notificarli a nessuno.

Il sito del Castro de La Loma fu scoperto nel 2003 dall’archeologo Eduardo Peralta Labrador e da allora sono state realizzate continue campagne di scavi e una parte è già musealizzata. La fortezza cantabrica di Santibáñez de la Peña è formata da tre accampamenti, uno principale e due secondari. «Uno di questi ultimi, noto come Castellum A, che serviva da appoggio al castrum principale, è stato irrimediabilmente distrutto», denuncia il sindaco, sottolineando che la guardia civile ha già emanato avvisi di garanzia contro due uomini di 48 e 54 anni. «Prometto un intervento energico e severo, perché quest’azione non può essere ammessa, scusata o giustificata. Tutti conoscevano l’importanza archeologica del sito e infatti si sono premurati di non chiedere i permessi necessari che non gli sarebbero mai stati concessi», ha assicurato Maza. Ancora una volta, e non è la prima, il patrimonio storico e culturale della Spagna ha subìto un colpo irreparabile.

Questo tipo di fortificazioni sono molto rare perché, anche se quelle di carattere permanente avevano mura e potenti strutture di difesa in pietra, gli accampamenti mobili di campagna erano costruiti in fossati di terra e difesi con pali di legno, a volte trasportati e a volte tagliati nei boschi limitrofi. «In Cantabria molte di queste strutture si sono eccezionalmente conservate perché sono state costruite ad altitudini elevate», ha dichiarato Jesús Francisco ‘Kechu’ Torres, uno degli archeologi responsabili del sito. La campagna contro i Cantabri era stata pianificata per durare un paio d’anni, ma furono dieci anni di guerra con combattimenti feroci in cui si utilizzarono migliaia di frecce oltre ad altri tipi di armi, di cui restano le vestigia. «Da qui proviene la più importante collezione di punte di frecce e di lance della Spagna, con più di 3mila reperti», puntualizza Maza. Ora, oltre alle indagini per determinare l’entità dei danni, trattandosi di un terreno molto ricco di reperti, dovranno difendere l’area dai saccheggiatori. «Non siamo abbastanza consapevoli del nostro patrimonio», conclude il sindaco.
Roberta Bosco
Fonte: ilgiornaledellarte.com