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“Siria. La guerra segreta dell’Intelligence”

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“Siria. La guerra segreta dell’Intelligence”

Andrea  Foffano, docente di sicurezza e intelligence presso l’Asce ( Scuola di Competizione Economica Internazionale di Venezia), già noto per il libro “Isis”, ora si cimenta nella  nuova presentazione del suo secondo libro, dal titolo “ Siria, la guerra segreta dell’intelligence”, in cui affronta il tema della guerra civile siriana, con lo scopo di spiegare il ruolo che hanno ricoperto i servizi segreti di tutto il mondo nella concreta destabilizzazione politico-sociale che ha colpito in Siria  e il regime di Assad ( uno degli interrogativi che l’autore si pone, per poi districarsi nell’analisi oculata del conflitto siriano). Altri punti di riflessione derivano dal significato della guerra in sé, una guerra interminabile e che non fa più rumore,che non si sente e non si vede sui nostri organi di informazione: quel che non si vede non ha motivo di esistere, per questo è ancora più terribile.

Varie ospitate, molti convegni culturali, incontri e tavole rotonde sono state le tue vittorie, in particolare ricordiamo quelli organizzato dall’Asce. A breve Asce  organizzerà un convegno che vedrà la presenza del Generale Marco Bertolini-Presidente dell’Associazione paracadutisti d’Italia e del direttore dell’Asce Prof. Arduino Paniccia, ove avrai  modo di confrontarti con i presenti. Cosa conservi delle tue  esperienze? Hai mai fatto analisi in termini di auto- organizzazione degli ordinari cittadini siriani?

Cominciamo con alcuni esempi, vorrei anche dire una cosa: la primavera araba, cioè la serie di proteste ed agitazioni sono cominciate tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011, coinvolgendo vari paesi, di conseguenza le proteste che sono nate in modo spontaneo, hanno assunto una posizione armata successivamente. E’stato un conflitto che si è trasformato in uno scontro armato in una seconda fase, per essere precisi.

Cosa rimane di quelle strutture di auto-organizzazione in altre parti della Siria, e come si sono organizzati i civili dopo la repressione?

Quasi tutto il Medio Oriente rivendicava la democraticità del potere,alla luce di una maggiore autonomia, in quanto la maggior parte della proteste erano sfociate a causa delle  dittatura, si pensi che alcuni paesi come il Marocco, hanno intrapreso un processo che va verso una  forma di tutela dei diritti umani, sotto forma di governabilità, mentre chi è stato travolto dalla proteste ed agitazioni , spesso non è riuscito ad auto-organizzarsi, ed ha visto il trionfo della guerriglia.

Alcune fonti storiche parlano di conflitto di natura settaria,lo confermi? Perche dare questa definizione?

Io parlo di conflitto per procura, il fatto che siano coinvolte alcune fette della popolazione siriana, non vuol dire che  il conflitto non sia  esteso, infatti  il contesto geopolitico è molto ampio,  ed aggiungo anche che il mio lavoro di ricerca parte  da un prospettiva non  rivelatrice, ma  da una prospettiva interessante e misteriosa.

Tutti pensano di sapere tutto sulla guerra civile siriana, poi però mancano pezzi che legano tutti i racconti, le stragi e quello che avviene,  io racconto nel libro il conflitto da una prospettiva nuova, cosa che non era stata  fatta  prima, infatti le attività dell’Asce mi hanno  permesso di studiare il fenomeno della guerra siriana ,ma in un ottica un po’ diversa,quindi  interessante e misteriosa.

La guerra civile è argomento alla mercè di tutti,  anche di chi distorce l’informazione per fini di dubbia natura,  ignorando le radici del conflitto. Docente di sicurezza e di intelligence , tre lauree, una in corso di conseguimento, un curriculum brillante, una carriera tutta in salita, fanno di te un messaggero di informazione vera e concreta. Qual è il leitmotiv del tuo libro?

L’ idea è nata, in primis, dalla volontà di  mettere nero su bianco gli studi di Asce, da altro canto c’è  stata  la volontà di seguire le linee tracciate dal precedente direttore, nel senso che l ‘attività dei servizi segreti potesse essere al servizio di tutti,  tanto che non vi è nulla di segreto che la popolazione non possa sapere.

Chiaramente l’operatività sul campo è alla base, raccontare i bisogni dei conflitti, le linee guida in un contesto privilegiato quale l’Asce, dove gli   operatori dell’  intelligence hanno inciso sulle sorti del conflitto.

Esiste un filo conduttore con il volume precedente “L’Isis”, se sì perché?

Sono due opere legate,frutto del medesimo filo conduttore, nel primo ho  spiegato cosa ci fosse dietro il terrorismo, nel secondo lavoro parlo del conflitto siriano, ed intravedo la   presenza dell’Isis  nel conflitto stesso;  oltre a raccontare i fenomeni del  terrorismo, mi piace  far vedere il lavoro dei servizi di pubblica sicurezza in tutto il mondo,  spiegare il terrorismo non come entità astratta, bensì illustrare i retroscena dei fenomeni geopolitici che lo caratterizzano.

Sospetti di terrorismo sono all’ordine del giorno, paure ataviche caratterizzano le nostre giornate.Per l’appunto, ci  aiuti a capire le radici del terrorismo, e con quali strumenti a disposizione si possono rintracciare? In queste settimane la Russia di Putin accelera la campagna militare contro lo stato islamico, a Marsiglia si traccia il profilo dell’attentatore, e si apprendono sempre notizie di guerriglia. Ce ne vuoi parlare?

Il terrorismo è un fenomeno sociale, specifico e particolare, pertanto  la percezione che abbiamo noi in occidente è molto  distorta, noi identifichiamo il terrorista come “operatore di attentato”, chi si fa esplodere in un supermercato o in  aeroporto, ma è  una visione parziale. Il terrorismo  nasce essenzialmente in tutte quelle zone dove vi sono strumenti geoeconomici: i commerci di idrocarburi, reti di stoccaggio di gas e petrolio, tutto ciò che concerne la ricchezza, oltre che  le risorse di un paese, specialmente nel mondo arabo. Alcune superpotenze che operano nei paesi destabilizzano l’opinione pubblica, spesso portando delle conseguenze, e dei dirottamenti veri e propri in termini di destabilizzazione( un esempio pratico si rintraccia nella figura dei talebani supportati dagli Usa contro l’Unione sovietica).

La politica, i poteri forti ti hanno mai cercato? Ti hanno mai chiesto qualche spiegazione?

Non sono un politico, ma un tecnico accademico, per cui  ho un grosso onore ed  onere, non avendo incarichi, perciò  non tocca a me l’ amministrazione del paese, anzi  mi sento in una posizione privilegiata quando porto i miei lavori dappertutto,  in particolare i miei articoli, i miei studi e opere. Sono senza filtri, ma non decido le sorti del paese, quindi non ho responsabilità.

Il tuo libro è un libro divulgativo, creato con l’intento di effettuare un’analisi geostrategica della guerra civile.Vuoi lanciare un messaggio ai  tuoi lettori?

Assolutamente sì, è un libro divulgativo, che ha lo scopo di far conoscere i retroscena di determinati eventi, racconti in Siria, si pensi che ho dedicato cinque pagine di un risultato di una ricerca, ma il resto è divulgativo. Ho scritto un libro come una persona che cerca di guidare un gruppo di appassionati in una casa piena di specchi al buio, dove nelle penombra si vedono mille immagini riflesse, sicchè non si  capisce bene quale sia quella vera , ci sono  tante verità e tante visioni,perlopiù nel libro si capisce la verità vera e i riflessi della realtà.

Non riduciamo tutto ad uno slogan, anche perché sono argomenti complessi, ma informiamoci sempre e comunque, al fine di dare una visione unica e non parziale dei fenomeni sociali.

 

A cura di Matteo Spagnuolo

 

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