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SCIOPERO AL GR RAI E AGITAZIONE A RADIOCOR

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SCIOPERO AL GR RAI E AGITAZIONE A RADIOCOR IN ITALIA SI RESTRINGONO GLI SPAZI DI INFORMAZIONE A RISCHIO LA LIBERTÀ DEI CITTADINI. LA POSIZIONE DI STAMPAROMANA

Lo sciopero di tre giorni al Giornale Radio Rai e lo stato di agitazione a Radiocor, pur nella diversità delle situazioni, segnalano il profondo malessere delle redazioni di fronte al progressivo impoverimento dell’offerta informativa dei media nazionali. Così come nel caso dello smembramento della redazione del Tg5 il segnale va in una sola direzione: contenimento ragionieristico dei costi senza un’idea innovativa del prodotto. Nel caso di Radiocor, poi, siamo in presenza di un editore che non riesce a sostenere un piano editoriale varato soltanto pochi mesi fa. I casi sono due: o non sa fare i conti o non sa fare i piani.

“La chiusura di Unità ed Europa, la vicenda del Gr Rai e del Tg3, la gravissima crisi de Il Tempo, ora Radiocor, senza dimenticare T9 e l’emittenza locale – commenta il segretario Asr Paolo Butturini – non sono fenomeni isolati. Si tratta di un vero e proprio allarme democratico che ha riflessi sull’occupazione e sulla qualità dell’informazione. È una situazione che va affrontata con una visione di insieme e non caso per caso. Che fine hanno fatto gli stati generali dell’editoria che il sottosegretario Lotti ha promesso prima dell’estate? Assisteremo ancora al balletto degli annunci che finiscono nel vuoto? La FNSI dovrebbe convocare un Consiglio Nazionale straordinario e una Consulta dei Fiduciari con all’ordine del giorno “la difesa della libertà di informazione”, ma soprattutto dovrebbe cominciare a indicare vie di uscita e idee innovative che finora hanno scarseggiato per non dire che sono state inesistenti”.

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