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Riad, 47 esecuzioni, l’ira di Teheran

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Boia al lavoro in Arabia Saudita, dove sono state eseguite 47 condanne a morte per terrorismo, tra cui quella dell’influente imam sciita Nimr al-Nimrits. Il ministero dell’Interno di Riad ha riferito che la maggior parte delle esecuzioni riguarda militanti di Al Qaeda coinvolti in una serie di attentati compiuto nel regno wahabita tra il 2003 e il 2006. L’Iran aveva avvertito che Riad avrebbe “pagato cara” l’esecuzione di Nimr, imam della moschea sciita di Qatif a Al Awamiyya, nell’est dell’Arabia Saudita, arrestato per una manifestazione a cui aveva partecipato nel 2012 e condannato a morte nell’ottobre 2014 .

Nimr al-Nimr era considerato come uno dei principali organizzatori delle proteste sciite divampate nel 2011 e protrattesi fino al 2013 nelle regioni orientali del regno a guida sunnita per chiedere la fine dell’emarginazione delle minoranze religiose. Una rivolta in cui furono uccisi diversi poliziotti a colpi d’arma da fuoco o con il lancio di molotov e per la quale sono gia’ stati giustiziati numerosi militati sciiti. Gli sciiti sono il 5% della popolazione saudita. L’Arabia Saudita ha eseguito almeno 157 condanne a morte nel 2015, primo anno di regno di Salman bin Abdelaziz, un netto aumento rispetto alle 90 del 2014. Il ministero dell’Interno ha iniziato il comunicato sulle nuove esecuzioni con la citazione di versetti del Corano e la tv di Stato ha mostrato immagini di cadaveri e locali distrutti negli attacchi qaedisti. Il Gran mufti’ saudita, Sheikh Abdulaziz Al al-Sheikh, e’ apparso in tv e ha definito giuste le condanne a morte.

Si e’ trattato della piu’ massiccia esecuzione in Arabia Saudita dal 1980, quando furono giustiziati 63 ribelli jihadisti che avevano attaccato la Grande Moschea della Mecca nel 1979. Le esecuzioni dei qaedisti rischiano di portare a un’ulteriore escalation nella guerra all’Isis, i cui simpatizzanti hanno gia’ colpito in Arabia Saudita nel 2015, accrescendo la pressione sulle autorita’ perche’ usassero il pugno duro contro i militanti jihadisti. La scelta di giutiziare Nimr al-Nimr e almeno altri tre attivisti sciiti (di cui uno che era minorenne all’epoca dell’arresto), invece, potrebbero aggravare i rapporti con la grande potenza rivale nella regione, l’Iran sciita. Il fratello del religioso sciita, Mohammed al-Nimr, ha espresso l’auspicio che qualsiasi risposta alle esecuzioni sia pacifica: “Nessuno deve avere reazioni al di fuori di una cornice pacifica, basta bagni di sangue”.

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