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Redditometro e Riforma Isee

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FONDI-IMPRESAIQ. 04/02/2013 – L’Agenzia delle Entrate ha escluso dai controlli determinate categorie confermando la franchigia da 12.000 euro annui – mentre controlli severi stanno per abbattersi sui “furbi del Welfare” che usufruiscono di prestazioni non spettanti.

Diventano infatti più stringenti i criteri ISEE (indicatore della situazione economica prevalente) e se ne incrociano i controlli con quelli del Redditometro.

La nuova ISEE approda il 24 gennaio 2013 sul tavolo della Conferenza unificata Governo-Regioni-Comuni per l’approvazione.

Una nota dell’Agenzia delle Entrate assicura che: «i pensionati, titolari della sola pensione, non saranno mai selezionati dal nuovo redditometro che è uno strumento che verrà utilizzato per individuare i finti poveri e, quindi, l’evasione ‘spudorata’, ossia quella ritenuta maggiormente deplorevole dal comune sentire».

Neppure elevate spese mediche faranno accendere la spia rossa per un reddito da pensione, perché il Fisco intende perseguire solo i contribuenti che, «pur evidenziando un’elevata capacità di spesa, dichiarano redditi esigui, usufruendo così di agevolazioni dello Stato sociale negate ad altri che magari hanno un tenore di vita più modesto».

Nel 2013 sono previsti solo 35.000 controlli ed «è ovvio – si legge nella circolare – che l’azione sarà efficace se diretta a individuare casi eclatanti e non leggeri scostamenti tra reddito dichiarato e quello speso».

Pensionati e contribuenti onesti non hanno nulla da temere.

 I contribuenti che ne approfittano sono troppi: sugli oltre 680.000 cittadini che fino a maggio 2012 hanno ottenuto la social card, circa 54.000 non ne avrebbero avuto diritto.

Per quanto riguarda gli investimenti mobiliari, si calcolano conti correnti bancari e postali, titoli di stato, obbligazioni, certificati di deposito e credito, buoni fruttiferi, azioni e quote di fondi d’investimento, partecipazioni in Italia e all’estero.

Per gli investimenti immobiliari vale invece il valore IMU, a cui si sottrae il mutuo residuo.

Restano sconti e franchigie, con alcune rimodulazioni: il 20% sui redditi da lavoro dipendente con tetto a 3.000 euro (1.000 per i pensionati), il canone d’affitto fino a 7.000 euro, 5.000 euro per chi vive nella casa di proprietà, gli investimenti fino a 10.000 euro, le spese sanitarie per persone con disabilità fino a 5.000 euro.

 

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