Home Il Territorio Comuni PROTESTA DAVANTI AL CARCERE DI OPERA PER DIRE NO ALLO SVUOTACARCERI

PROTESTA DAVANTI AL CARCERE DI OPERA PER DIRE NO ALLO SVUOTACARCERI

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OPERA (MI)– Al motto di criminali in galera e basta clandestini i militanti della Lega Nord, gli amministratori della provincia di Milano ed i cittadini, stanchi di subire le scelte scellerate di uno Stato incapace di governare il Paese, sabato prossimo 18 gennaio, dalle ore 10 saranno davanti al carcere di Opera ed altre decine di penitenziari del Nord per protestare contro i folli provvedimenti del governo cosiddetti svuota carceri e salva delinquenti. Coinvolti nell’iniziativa i parlamentari e amministratori leghisti che distribuiranno materiale informativo e spiegheranno ai cittadini gli effetti devastanti sulla sicurezza degli svuota carceri e dell’abolizione del reato di clandestinità.

“Un Ministro per l’integrazione ed un Governo – dice il Sindaco di Opera Ettore Fusco – che hanno come unica priorità quella di liberare delinquenti e favorire l’immigrazione. Per risolvere il problema del sovraffollamento carcerario, nonostante a Opera la nostra Giunta abbia autorizzato l’edificazione di un nuovo padiglione all’interno dell’attuale perimetro che aumenterà la capienza di 400 detenuti, si è pensato di non fare andare più in cella i condannati per stalking, furto, prostituzione minorile e frode fiscale.”

Il Sindaco Fusco, in prima linea nella protesta dinanzi al Carcere della sua Città, rincara la dose quando si parla di abolizione del reato di clandestinità e politiche sull’immigrazione. “La Prefettura ci ha appena informato dei massicci sbarchi di cittadini stranieri che nel 2013 sono più che triplicati, rispetto al precedente anno, raggiungendo 43 mila arrivi – spiega allarmato il Sindaco di Opera – ed in particolare che sarà necessario reperire ulteriori strutture di accoglienza nell’attesa che siano predisposti nuovi progetti di protezione per richiedenti asilo e rifugiati che consentiranno l’ampliamento della capacità ricettiva con una disponibilità di oltre 21 mila posti di accoglienza. Noi non ci stiamo – conclude Fusco – prima di tutto perché la casa l’aspettano anche milioni di italiani che hanno perso il lavoro e poi perché un’altra Pieve Emanuele, con quasi 500 clandestini in un residence, non vogliamo più averla dietro casa. A nessuno di questi è stato peraltro riconosciuto lo status di rifugiato politico e adesso, dopo essere costati ciascuno 56 euro al giorno per oltre un anno, sono tutti in giro per l’Italia a campare di espedienti, a spese nostre e della sicurezza delle città.”

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