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Presentato a Rebibbia il Progetto “Sport di tutti – Carceri”. Nordio, Abodi, Cozzoli: “Fare squadra per il diritto allo sport anche negli istituti di pena”.

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“Non sono qui a dirvi solo “grazie” per questa iniziativa che porta lo sport in carcere, ma vi espongo un piano concreto da attuare in squadra: utilizzare gli spazi e gli ambienti delle tante caserme dismesse sul territorio nazionale quali luoghi di sport per le comunità dei detenuti, da ristrutturare anche grazie al loro coinvolgimento diretto”. 
E’ questa la proposta lanciata dal Ministro della Giustizia, Carlo Nordio nel corso dell’evento “Lo Sport abbatte le barriere” svoltosi questo mercoledi presso la casa circondariale femminile “Germana Stefanini” di Rebibbia a Roma e che ha dato il via ufficiale al progetto “Carceri” previsto dal Piano Sociale per lo Sport di Tutti promosso proprio dal Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, assieme al Dipartimento per lo Sport ed a Sport e Salute.

Il progetto, realizzato in stretta sinergia con i Dipartimenti per l’Amministrazione Penitenziaria e per la Giustizia Minorile e di Comunità, si è sviluppato attraverso un avviso pubblico, finanziato per 3 milioni di euro, che ha visto la candidatura di 116 associazioni e società sportive da 19 Regioni diverse, per la realizzazione di attività in 60 istituti penitenziari per adulti, in 13 per minori e in 25 comunità di accoglienza per minori. In questi progetti saranno coinvolti quasi 10000 detenuti.

All’evento, assieme al Ministro della Giustizia, ha partecipato il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, il Presidente e Amministratore delegato di S.p.A., Vito Cozzoli ed il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo. 

“Non siamo qui per uno spot – ha detto il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi – ma per dare concretezza al nostro impegno che si fonda sulla consapevolezza dello sport come strumento di difesa immunitaria sociale. Siamo orgogliosi di questo gioco di squadra perché è così che si portano i frutti reali in questo caso a beneficio delle comunità dei detenuti affinché possano affrontare nella maniera più giusta una fase di passaggio della loro vita. L’articolo 27 della Costituzione – ha aggiunto Abodi – evidenzia due termini, “umanità” e “rieducazione”, entrambi insiti nello sport il cui diritto, a breve, sarà riconosciuto proprio dalla Carta. Oggi da qui arrivano stimoli che rafforzano quell’impegno sullo “sport di tutti” che ci vede protagonisti e promotori non solo nelle carceri ma anche nei quartieri, nei parchi, nei luoghi di inclusione sociale, negli spazi civici di comunità e nei playground”.
 
In carcere gli anni da scontare angosciano, ma sono i pomeriggi che non passano mai. Lo sport può dare sicuramente un contributo alla vita. Tutti i detenuti hanno diritto alla rieducazione, e all’interno di questo diritto c’è anche il diritto allo sport – ha evidenziato il Presidente ed Amministratore Delegato di Sport e Salute S.p.A., Vito Cozzoli rivolgendosi alla rappresentanza di detenute in platea -. Le politiche pubbliche non possono fermarsi davanti ai cancelli blindati degli istituti di pena. L’attività in carcere è uno degli ambiti che maggiormente valorizzano la capacità dello sport di essere strumento di promozione valoriale, del benessere psico-fisico ma anche di recupero di soggetti fragili inseriti in contesti difficili. Ci sono già numerosi progetti, finanziati con le risorse del Governo tramite Sport e Salute, e che vedono protagoniste diverse Federazioni sportive. A questi si aggiungeranno tutti i progetti dell’avviso pubblico “Sport di tutti – Carceri”. Il prossimo mese di giugno inizieranno le attività formative per operatori e tecnici di associazioni/enti che opereranno in carcere. Per l’occasione, abbiamo promosso il primo corso per “progettista e manager dello sport sociale”, che avrà un modulo tematico sullo sport. A settembre inizieranno le attività sportive in carcere ed entro la fine del 2023 emetteremo un altro avviso da 1milione di euro, rivolto agli Istituti Penitenziari, per dotarli di attrezzature per l’attività fisico-sportiva. Nello specifico – ha aggiunto Cozzoli – qui a Rebibbia lo sport sarà protagonista. Sono sette le associazioni, società sportive ed enti di terzo settore che hanno presentato domanda per avviare iniziative sportive in questo istituto. Segno della vitalità associativa e della fattiva collaborazione dell’Amministrazione Penitenziaria”.

Ad enfatizzare la voglia di sport in carcere è stato il Capo Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo“La parola Sport è parola di libertà – ha detto -, ma è anche mezzo virtuoso per promuovere il rispetto delle regole e delle norme, oltre che il gioco di squadra e l’importanza dell’assist e non solo del goal. Sono 190 gli istituti di pena che in Italia svolgono attività sportive. Ritengo sia opportuno mettere a sistema questa vivacità: immagino – ha aggiunto Russo – un coordinamento, a cura di Sport e Salute, che possa portare ad uno sviluppo ed una promozione ancora più forte dello sport in carcere”.

L’evento, condotto dalle Legend di Sport e Salute, Massimiliano Rosolino e Anželika Savrajuk, è proseguito con le testimonianze di tre atleti in forza al Gruppo Sportivo Fiamme Azzurre: gli olimpionici Clemente Russo e Aldo Montano ed il capitano dell’Astrea Calcio, Nunzio Mollo.

A seguire i presenti hanno vissuto un bel momento di confronto e dialogo tra alcune delle detenute dell’istituto romano e due attori della fortunata serie televisiva “Mare Fuori”, Giovanna Sannino ed Antonio D’Aquino. Dal dialogo con gli attori sono emersi i complimenti, espressi dalle detenute, per aver espresso le emozioni e i sentimenti di chi vive il periodo detentivo.

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