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Possibile mini-guerra mondiale in Siria

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In vista del possibile cessate il fuoco negoziato dalle potenze mondiali a Monaco di Baviera, che dovrebbe entrare in vigore a fine settimana, ad Aleppo continuano, intense, le operazioni militari, che confermano come la guerra civile in Siria si sia da tempo trasformata in un conflitto per procura, con le potenze mondiali che appoggiano le diverse fazioni siriane rivali. “Ma probabilmente mai prima d’ora” – segnala il Washington Post – “i pericoli o le complicazioni di ciò che equivale ad una mini guerra mondiale sono stati così evidenti come nella battaglia in corso per il controllo di Aleppo”. Una battaglia da cui dipendono in buona parte l’esito della guerra siriana e, di conseguenza, i futuri equilibri nella regione. Aerei da guerra russi stanno bombardando dall’alto. Milizie irachene e libanesi, assistite da consiglieri iraniani, stanno avanzando sul terreno. Gruppi ribelli siriani, sostenuti da Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita e Qatar, stanno combattendo per guadagnare posizioni. Forze curde alleate sia a Washington che a Mosca stanno cercando di approfittare del caos per estendere il loro controllo su una porzione di territorio più ampia. Lo Stato islamico, infine, è riuscito a conquistare un paio di piccoli villaggi. Questo quadro riassume la molteplicità di interessi che si concentrano sulla città del Nord siriano, decisiva per le sorti del conflitto e per gli equilibri di forza con cui le varie parti si presenteranno ai negoziati politici sotto egida Onu, sospesi in fin dei conti proprio a causa dell’escalation ad Aleppo. E se il presidente Usa Barack Obama e l’omologo russo Vladimir Putin hanno concordato di “intensificare le cooperazione” tra i loro due Paesi per l’attuazione del cessate il fuoco in Siria, è evidente che le divergenze tra Washington e Mosca restano profonde. Gli americani insistono sulla necessità di porre fine ai raid russi contro l’opposizione moderata a Bashar al Assad – che per Washington ha la legittimità politica di contrastare il regime di Damasco – e sull’afflusso quanto più rapido possibile di aiuti umanitari nelle città assediate; i russi, da parte loro, non desistono dalla loro intenzione di colpire i “gruppi terroristi” e confermano in ogni occasione il loro sostegno al presidente siriano.

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