Home Attualita' (OLD) Per l’inabilità conta il reddito familiare

Per l’inabilità conta il reddito familiare

0

anziani non autosuff

di Riccardo Fanales

IQ. 06/04/2013 – Per l’inabilità conta il reddito familiare

Nell’assegnazione di una pensione di inabilità assume rilievo non solamente il reddito personale, ma anche quello del coniuge. Lo ha ribadito la Cassazione – Sezione Lavoro con la sentenza 7320 del 22 marzo 2013, rigettando il ricorso di una donna contro la decisione della Corte d’appello di Roma.

La donna, che intendeva ottenere l’accertamento del suo diritto alla pensione di inabilità, sosteneva che “in base a un’interpretazione costituzionalmente orientata” occorresse dare rilievo al reddito personale. Ma la Cassazione ha ritenuto che non ricorrano i presupposti per sollecitare un suo intervento, dal momento che il denunciato contrasto giurisprudenziale è stato ormai risolto.

Infatti, sostiene la Corte, il reddito familiare, a seguito della modifica legislativa intervenuta nel 2007, “costituisce necessario parametro di riferimento anche per la concessione del’assegno mensile, consistendo la provvidenza in questione in una erogazione destinata non già a integrare il minor reddito dipendente dalle condizioni soggettive della persone invalida, ma a fornire all’invalido un minimo di sostentamento atto ad assicurarne la sopravvivenza”.

Dunque il reddito a cui fare riferimento non è solo quello individuale, ma deve essere sommato a quello del coniuge, se presente. Ribadisce, quindi, quanto già affermato nella Sentenza del 2011 (Sezione Lavoro, n. 4677 del 25 febbraio 2011).

Questa Sentenza non è una legge e non incide immediatamente sulle prestazioni di milioni di invalidi civili, ma potrebbe condizionare la giurisprudenza ed il confronto in corso fra INPS e Ministero del Lavoro proprio su questo tema.

A fine 2012 l’INPS aveva emanato una circolare che già prevedeva il computo del reddito coniugale (e non più individuale) ai fini della concessione della pensione. In seguito alle proteste la circolare era stata ritirata, in attesa di un’istruttoria fra il Ministero del Lavoro e l’Istituto.

Adesso le associazioni sociali sono sul piede di guerra. Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, afferma che “questo ‘pasticcio’ deve essere sanato politicamente dalle Camere, che il Parlamento deve riappropriarsi della propria funzione legislativa, intervenendo sulla delicata materia e pronunciando quella che è l’interpretazione esatta di una normativa farraginosa.”

Approfitta per ricordare che nella precedente legislatura era stata depositata una precisa Proposta di Legge (Atti della Camera, 4231) che però non è mai giunta alla discussione.

“Ci appelliamo a tutti i Parlamentari affinché quella Proposta non solo venga ripresentata, ma che sia anche calendarizzata al più presto, discussa e approvata. Il rischio che, in forza di una decisione assunta nelle aule di tribunale, migliaia di persone rimangano prive di protezione (già minima) è elevatissimo.”

Il testo della Proposta di Legge 4231 è consultabile al seguente indirizzo: http://leg16.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0048730.pdf

 

NO COMMENTS

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Exit mobile version