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Pensioni, stipendi, prezzi, priorità per il governo.

Tra i dossier urgenti l'aumento monstre delle bollette, Ita, Rete.

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Aumentare la capacità di spesa degli italiani mettendoli al riparo da un’inflazione che viaggia ormai come un treno ‘pilotata’ dagli aumenti ‘monstre’ dell’energia.

E’ la priorità delle priorità per chi siederà a breve a Palazzo Chigi.

Ma i dossier economici per il nuovo governo sono molti e le ricette per affrontarli sono in molti casi diverse.

Il tutto con due incognite: la guerra e il covid.

Ecco in estrema sintesi alcuni dei dossier più urgenti:

– INFLAZIONE: è la madre di tutti i problemi. I dati definitivi dell’Istat confermano che, ad agosto, ha raggiunto un tasso record dalla fine del 1985: l’8,4%. Per il carrello della spesa i rincari sono stati quasi del 10%.

– SCOSTAMENTO DI BILANCIO: fare nuovo debito per sostenere famiglie e imprese. Nel centrodestra le posizioni sono diverse tra chi richiama alla prudenza e chi lo chiede subito mentre il premier uscente ha avvertito: sono già stati erogati 31 miliardi. La sinistra dice ‘no’ e chiede che a pagare siano le aziende, il M5s avverte: si rischia di doverlo fare molto piu’ corposo. Dal Pd si invoca come estrema ratio.

 EXTRA-PROFITTI: Il Governo uscente è già intervenuto puntando ad un incasso quest’anno oltre i 6 miliardi con un contributo straordinario a carico dei produttori. Molte forze politiche chiedono di incrementare questo contributo sugli utili in più.

– IVA: Se ne chiede l’azzeramento per i beni di prima necessità per aiutare le famiglie.

– FISCO: c’è da recuperare la delega fiscale che e’ stata definitivamente bocciata in Senato insieme all’equo compenso. Tra i nodi controversi la rforma del catasto.

 AZIENDE IN CRISI: I tavoli di crisi al ministero del Lavoro rischiano di fare il boom: secondo quanto calcola Confindustria il caro energia sta mettendo in ginocchio le aziende con un maggior onere di 68 miliardi su base annua.

 PENSIONI: A fine anno scade Quota 102 (in pensione con 64 anni di età e 38 di contributi). I sindacati chiedono di introdurre maggiore flessibilità – tra le richieste quella di andare in pensione da 62 anni o con 41 anni di contributi – per far fronte al ritorno all’uscita solo con 67 anni di età o con 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, così come prevede la Fornero.

– LAVORO: Sostenere l’occupazione e difenderla dal rischio che la crisi energetica si scarichi sui lavoratori è un’altra delle questioni prioritarie, che vede al centro anche il tema della precarietà.

– STIPENDI-CONTRATTI: L’inflazione galoppante ed il caro-energia erodono il potere d’acquisto delle retribuzioni. Di qui l’urgenza, secondo i sindacati, di rinnovare tutti i contratti e detassare gli aumenti.

 SALARIO MINIMO-RDC: Il salario minimo è chiesto a gran voce dalla sinistra. Più cauti i sindacati. Resta ‘sospesa’ la direttiva dell’Ue. Per il Reddito una vera e propria guerra elettorale tra gli ‘abolizionisti’ e i ‘miglioristi’. La misura potrebbe essere rivista.

– SUPERBONUS: anche sul superbonus edilizio al 110% si è scatenata la campagna elettorale tra chi lo difende per il lavoro creato e l’impatto ambientale e chi invece fa notare come lo Stato sia stato ‘depredato’.

– BOLLETTE: e’ in questo momento l’emergenza maggiore per famiglie e imprese. Il Governo è intervenuto ma a parere di quasi tutti in modo insufficiente. Attesi nuovi interventi.

– CARBURANTI-GAS: E’ ipotizzabile una proroga per lo sconto: poco più di 30 cent al litro fino a ottobre. Per il gas si discute a livello europeo di un ‘tetto’ al prezzo.

– PNRR: Già partiti i cantieri. L’ipotesi è di ridiscuterlo visto che è nato prima dell’emergenza energetica e quindi quando il livello dei prezzi era ben diverso.

– ITA: Uno dei dossier più complessi atterra sul tavolo del nuovo governo. Il Mef ha scelto il fondo Usa Certares, in partnership commerciale con Delta ed Air France-Klm, per la trattativa esclusiva. Il closing a fine anno.

 TRASPORTI PUBBLICI: Agens, l’associazione datoriale del Tpl, chiede un tetto alle tariffe energia, rispetto dei tempi dei ristori e continuo sostegno al settore perché venga mantenuto l’equilibrio finanziario delle imprese, necessario a garantire la continuità dei servizi.

 RETE TLC: Tra i dossier caldi che passano dal Governo Draghi a quello prossimo c’è quello della Rete Unica. I Ministeri più direttamente coinvolti sono quelli dello Sviluppo economico, dell’Innovazione e transizione digitale e naturalmente il Mef a cui risponde Cdp che a sua volta controlla per il 60% Open Fiber, l’operatore che vende fibra all’ingrosso. E così i ministri Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti e Vittorio Colao hanno seguito da vicino l’evoluzione del piano di riorganizzazione preparato dall’ad di Tim Pietro Labriola e che, passando per la separazione societaria di rete e servizi, ha come soluzione ottimale quella di una fusione della Netco con Open Fiber.

ANSA

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