Home GoalSet&Match Newgarden si prende l’Indy e Verstappen Monaco: le emozioni finali.

Newgarden si prende l’Indy e Verstappen Monaco: le emozioni finali.

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È sempre stato uno sport di attesa; dimentichiamoci per un momento degli highlights e pensiamo all’intera gara -Montecarlo o Indianapolis secondo le preferenze- 200 giri e 500 Miglia, ogni momento è decisivo. Ma inevitabilmente ogni momento non può essere ricordarto, gli stessi piloti si trovano a dover gestire l’intera gara attraverso mille difficoltà costantemente presenti, il che non consente distrazioni, ogni attimo è decisivo: ne sanno qualcosa Kevin Magnussen e Felix Rosenqvist. Per il primo è solo una giornata da dimenticare, anche in fretta, per il secondo potrebbe essere l’occasione della vita che è sfuma via. Il danese del team Haas prende troppa confidenza con i muri del Principato, e alla fine non porta a termine la sua gara tra scelte strategiche sbagliate ed errori personali. Lo svedese d’America vestito d’arancio McLaren ha mantenuto alta la concentrazione per 183 giri sull’ ovale di Indianapolis assaporando la vittoria, scambiandosi le posizioni con O’Ward e marciando insieme al connazionale Marcus Ericsson verso la doppietta svedese. Tuttavia, pre un solo mometno di distrazione, o di calo di concentrazione la sua gara si conclude contro il muro dello Speedway.

La 500 Miglia di Indianapolis

Montecarlo e Indianapolis sono spesso state definite la gara più lenta e la più veloce del mondo. Eppure basta poco, basta un momento per rovinare tutto ed è il caso di Rosenqvist, ma probabilmente anche di Veekay e Palou scontratisi alla ripartenza dopo un pit stop, la distrazione non è ammessa neanche nei pochi secondi in cui la gara viene posta nelle mani dei meccanici. Ci sono poi delle situazioni in cui la distrazione non è neanche dovuta al pilota, chiedetelo a Leclerc e al suo box che se avesse aspettato pochi minuti sarebbe rimasto in piena corsa per il podio, senza ricorrere al doppio pit stop, che ha danneggiato anceh Sainz, e risparmiando una sosta.

Max Verstappen

GP Montecarlo, neanche la pioggia ferma Verstappen

Canta anche sotto la pioggia Max Verstappen. Il Gran Premio di Montecarlo inizialmente stava sprofondano verso l’anonimità, oscurato dalle nuvole intorno al principato che chiuse dalle montagne non ne volevano sapere di mischiare le carte sul circuito. E invece superata la metà gara, prima timidamente poi con una prepotenza non trascurabile il temporale ha rotto la monotonia, partendo proprio dal tornante della veccia stazione, il punto più lento dell’intero mondiale. Ha creato quei momenti di confusione che lasciano qualche autografo sui muri e modificano le posizioni dei punti, ma la vittoria della gara è sempre rimasta in mano a Verstappen. Che i rivali si chiamino Alonso o Hamilton non importa poiché in questa stagione- e soprattuto con Perez condannato alle ulitme posizioni dalla qualifica- nessun altro è riuscito ad ottenere il diritto di parola per contrastare il monologo olandese.

Josef Newgarden festeggia la vittoria ad Indianapolis

500 Miglia di Indianapolis, la prima di Newgarden

Le condizioni non hanno garantito lo spettacolo per tutta la durata dell’evento, ma alla 500 miglia non è ammessa un’edizione anonima e per qualche motivo ogni anno questa gara deve sempre avere alcuni tratti di memorabilità. La prima caution, così vengono definite le neutralizzazioni dietro la Safety Car, interrompe la gara quasi a metà, al giro 92 ponendo fine ad una lunga fase di studio tra Palou e Veekay che sarà il responsabile della sciagurata manovra in corsia box che ha rovinato la gara dello spagnolo. Il primo posto di Ilott non ha creato preoccupazioni a nessuno e alla bandiera verde l’inglese è stato risucchiato e sorpassato in massa, chiuderà dodicesimo. Superata la fase di selezione i nomi dei contendenti al titolo sono chiarissimi: Ericsson, Rosenqvist, O Ward, Rossi, Ferrucci e i più attardati Dixon e Palou. Dall’incidente di Grosjean si susseguono tutte le attese neutralizzazioni di gara che erano mancate fino a quel momento: il crash di Rosenqvist, che lascia sfumare la doppietta svedese, è pauroso. La McLaren si trascina contro il muro, il pilota cerca di riprenderne il controllo, ma in tal modo la vettura si intraversa, Kirkwood non può evitatarla interamente e la posteriore sinistra impatta pesantemente staccandosi e volando oltre la pista e per fortuna oltre gli spettatori. Intanto la Andretti Autosport di Kirkwood si ribalta intrappolando il pilota che ne esce fortunatamente illeso, portandosi dietro solamente un grande spavento. Da quel mometno si corre seguendo le interruzioni e in perfetto stile americano: dopo altri due incidenti che hanno depennato dalla lista dei possibili vincitori O Ward, viene concesso un ultimo giro al termine della bandiera rossa. La battaglia è a due, Ericsson contro Newgarden. Lo svedese lancia una buona strategia, partendo davanti doveva prendere subito del vantaggio per evitare di concedere troppa scia all’avversario, ma un giro è troppo breve e Josef rinviene completando il sorpasso negli ultimi metri; riesce a difendersi e al dodicesimo tentativo festeggia con la cerimonia del latte per la prima volta in carriera.

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