Home Cultura Matteo Setti, la voce celestiale del  Notre Dame de Paris

Matteo Setti, la voce celestiale del  Notre Dame de Paris

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Davanti ad una  star del musical “Notre Dame de Paris”del calibro di  Matteo Setti, è stato inevitabile l’applauso del pubblico al Teatro Garden di Rende, nell’ambito della stagione teatrale organizzata dalla Dedo Eventi di Alfredo De Luca –direttore artistico, mentre la  comunicazione è stata curata da Nestore Verre della For&Ver Creative Company e con il patrocinio del Comune di Rende, che ha visto per l’appunto  Matteo Setti protagonista dell’evento musicale.

Si apre la scena con la sua voce ammaliante, calda ed estesa, in particolare è contrassegnata dal rigore delle immagini e dalla sua capacità di investigare o meglio di arrivare dritto alle emozioni del suo pubblico presente al concerto live, un occhio onnisciente con il poter di risvegliare l’esistenza che ci è destinata, dove la parola vita può essere intesa come un passato-presente, un passato che si fa linfa e strumento per la ricerca della motivazione di vivere ancora e di comprendere sempre di più se stessi, di conseguenza ci si addentra in una musica quasi surreale, suggestiva e carica di significato; durante il concerto live ,il cui titolo è “One man show”, Matteo Setti inserisce qualche aneddoto della sua vita, come il ricordo del padre che lo supportava nelle sue prove di brani celebri, oppure come la sua attività artistica sia stata sempre accompagnata da alti e bassi, in questo senso è un voler continuare un gioco di specchi e di sogni in cui il talento viene premiato prima o poi.

Un talento riconosciuto grazie al ruolo di Gringoire nel musical Notre Dame de Paris di Riccardo Cocciante, una parte che lo consacra al grande pubblico nella veste di star del Notre Dame de Paris, una voce in cielo si potrebbe definire la sua, se si riprende il testo “Luna”, che interpreta in modo raffinato e puro, tipico di chi  sa far rivivere le paure, le pulsioni, i sentimenti, le angosce , tuttavia il racconto con la sua musica appare sublime, dall’altro si avvicina alle melodie sonore dell’anima.

“E’una storia che ha per luogo Parigi nell’anno del Signore, Millequattrocentottandue – Storia d’amore e di passione- E noi artisti senza nome Della scultura e della rima la faremo rivivere da oggi all’avvenire. E’ questo il tempo delle cattedrali”; il testo tratto dall’album di Notre Dame de Paris che ha fatto sognare le folle, viene cantato per ben due volte su richiesta del pubblico dallo stesso Setti, il quale interloquisce con  la platea per tutta la durata del concerto; inoltre il patrimonio di musica, di storie raccontate ritrova nel musical la conferma della bellezza, della rinascita e del tempo che non muore.

Ritmo e musicalità accompagnano la serata dell’inizio di Febbraio presso il Teatro Garden, dove  nel  concerto-evento di Matteo Setti si annida anima e corpo, successivamente al fianco all’esibizione attraverso i brani del noto musical, regala ai presenti le progressioni del rock and roll di Freddie Mercury, il suo idolo musicale, in questo stile rock sposta il suo spazio sul palcoscenico in un’altra dimensione, ottenendo l’attenzione dei suoi fan ,il suo coro a due voci.

Dire che la musica come la poesia hanno qualcosa di magico significa che, consapevolmente o meno, descrivono una realtà e come direbbe qualcuno: “Noi non siamo mai soli”, in effetti la musica viene in aiuto a tutti quelli che hanno un bisogno di comunicare al mondo l’essenza del vivere e dell’essere parte di un universo meraviglioso.

 

a cura di Matteo Spagnuolo

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