Il premier Matteo Renzi si dimetterà, come annunciato, per effetto della valanga di No al referendum confermativo che ha travolto la riforma costituzionale del governo. Ma non subito: lo farà tra qualche giorno, dopo avere condotto in porto la legge di bilancio già calendarizzata al Senato. La decisione è stata presa questa sera al Quirinale al termine di una concitata giornata che era iniziata sempre sul Colle, in mattinata, con un primo confronto tra il presidente del Consiglio e il capo dello Stato sulle possibili opzioni per gestire la crisi. E’ stato lo stesso Mattarella a chiedere a Renzi di soprassedere dal proposito di cedere subito il timone di Palazzo Chigi, considerata la necessità di scongiurare l’esercizio provvisorio di bilancio. Al termine dell’incontro del mattino il presidente della Repubblica aveva diramato una nota esortando tutte le forze politiche ad assumersi le proprie responsabilità istituzionali e a mettere da parte i rancori creando un clima di «rispetto reciproco».
Un primo via libera all’ipotesi di dimissioni «congelate» è arrivato dal Movimento 5 Stelle, che pure per tutta la giornata ha continuato a chiedere un rapido ritorno alle urne. Secondo le agenzie di stampa, il movimento non si opporrebbe a questa ipotesi in quanto «rientrerebbe in un atteggiamento istituzionale e responsabile» e perché «la legge di Bilancio genera conseguenze anche fuori dall’Italia». L’importante, viene spiegato ancora, è che non passi più di una settimana.