Home ECONOMIA Mancano all’appello 100 mila lavoratori stagionali. Lo scenario.

Mancano all’appello 100 mila lavoratori stagionali. Lo scenario.

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“Continua l’emergenza lavoro nel commercio e nel turismo”: è l’appello della Confesercenti, che lamenta come “il 36% delle imprese segnala di avere avuto quest’anno difficoltà a reperire personale”. Difficoltà che rischiano di causare un buco nella stagione estiva ormai alle porte, per la quale saranno necessari “fino a 100mila lavoratori in più”.

In coincidenza con un Primo Maggio inedito, con i sindacati come da tradizione in piazza ed il Governo riunito per varare un decreto sul lavoro, Confesercenti presenta i dati di un sondaggio realizzato con Swg per evidenziare che un problema di carenza di personale “sempre più stringente”. E si rivolge al Governo auspicando misure già con il decreto in arrivo: “Bisogna garantire maggiore flessibilità contrattuale e rafforzare le politiche attive e per la formazione”.

Sono poi “da reintrodurre i voucher e, in forma semplificata rispetto al passato, il job sharing, eliminando inoltre il tetto di ore minime che molti Ccnl ancora impongono per il part time”. Sul fronte degli stagionali del turismo per la confederazione servirebbe “un decreto ad hoc, con misure come il credito d’imposta alle imprese per sostenere vitto e alloggio e favorire così la mobilità interregionale”. E “serve rafforzare le politiche attive e di formazione: quasi un’impresa su due non trova candidati con preparazione adeguata”.

A frenare le assunzioni nel commercio e nel turismo, si spiega, “è anche la carenza di candidati, fattore indicato dal 28% delle attività con difficoltà di reperimento. Una carenza che le imprese attribuiscono alla visione della stagionalità come precarietà (61% delle risposte). Ma, soprattutto sui giovani, pesa l’impegno nei giorni festivi e prefestivi (60%) e l’idea che nel commercio e nel turismo ci sia poca possibilità di crescita professionale ed economica (55%). A rendere difficile il reperimento di addetti, però, è soprattutto il ‘mismatch’, il disallineamento tra offerta e domanda di lavoro”.

Quasi un’impresa con problemi di personale su due (il 46%) – emerge dal sondaggio – indica come impedimento principale proprio la mancanza di candidati con una preparazione adeguata.

Fattore minore, invece, è quello economico: solo il 19% segnala di non aver assunto perché non si è trovato l’accordo sui compensi. Nonostante questo, per superare i problemi, il 43% delle imprese ha fatto leva proprio sull’offerta economica, sotto forma di incentivo (27%) o retribuzione maggiore rispetto al contratto nazionale di riferimento (16%). Il 19%, invece, si è rivolto ad un’agenzia di lavoro privata. Il 31%, però, non è riuscito comunque a trovare gli addetti necessari, e per far fronte alla carenza progetta di tagliare i servizi offerti ai clienti”.

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