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Magia Josè: Budapest come Tirana, Roma sogna

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“Voli Roma-Budapest” “Roma-Budapest percorso in macchina”, senza dubbio sono le ricerche su Google più frequenti all’interno del raccordo nella serata del 18 maggio 2023: la Roma è in finale di Europa League, prima Tirana poi la capitale dell’Ungheria, lo Special One è la storia della Magica. Non ci sono stati boati, non ci sono stati eroi marcatori di giornata, l’esplosione di gioia si è manifestata solo al novantesimo- per precisione novantanovesimo- quando l’arbitro sloveno Slavko Vincic ha fischiato, per tre volte, ammutolendo la BayArena e accendendo, o meglio rivitalizzando, i sogni della capitale perché anche in quella che sembrava una stagione destinata a sprofondare negli archivi di ricordi più remoti, la Roma è in finale di Europa League come nel 1991.

La Puskas Arena, sede della finale di Budapest

Sarà bellissimo, viaggiare insieme

“Sarà bellissimo, viaggiare insieme, girar l’EUROPA e cantare per te” recita la Curva Sud cambiando il testo alla voce di Elisa in “A Modo Tuo”. E da quando José Mourinho è giunto nella capitale quel girare l’Europa è veramente rientrato nel vocabolario e nelle abitudini dei romanisti. Tutto iniziò in Turchia- quante coincidenze con l’Inter e Zaniolo che vivono storie diverse in Anatolia- a Trebisonda la Roma giocava i preliminari di Conference League. Sono passati meno di due anni, il mondo di Trigoria è completamente cambiato, quella competizione, inizialmetne sconosciuta, la Lupa l’ha vinta soffrendo e piangendo; sì perché le lacrime scesero due volte sul volto di Roma, il 21 ottobre 2021 nel freezer norvegese di Bodo al termine del 6-1, doppietta di Solbakken ancora con la maglia degli scandinavi, e soprattutto il 25 maggio 2022 ma si tratta di un altro tipo di lacrime.

La passione dello Stadio Olimpico

A Roma il calcio è ormai molto più di uno sport, i 32 sold out consecutivi lo testimoniano, l’atmosfera dell’Olimpico trasmette un’unicità di sentimenti che trascendono dalla gioia sportiva. Fu una delle prime richieste di Mourinho; far cantare l’inno di Venditti con i giocatori in campo, dopo la musica ufficiale della competizione di turno. Una richiesta che diede subito vita a qualche polemica, ma l’emozione dell’Olimpico è propio lì: gli altoparlanti ormai vengono utilizzati solo per le prime strofe, per il resto i tifosi non sbagliano mai una frase, un tempo: la Cuva Sud detta il ritmo del metronomo a tutta l’orchestra giallorossa e anche senza musica “Roma Roma Roma” risuona emozionante e carica di passione per la Capitale. No, non potevano essere accomunate le lacrime del Bodo e quelle del 25 maggio, quelle di Tirana. Quel giorno la gioia pervase una città; anche se i vincitori della Conference League non diventano “Campioni d’Europa”, anche le tifoserie rivali di quella giallorossa sminuirono il successo. Ma la Roma è passione, la Roma non ha nessuna intenzione di fermarsi nei festeggiamenti e per questo che forse non si è ancora svegliata da quel realistico sogno europeo.

La Roma con la Conference League

L’eroe stavolta è Mourinho

Sold Out si, oltre 60000 persone per supportare la Roma, se l’avversario sia il Leverkusen per la semifinale di andata o la Sampdoria ultima in classifica per un’ordinaria amministrazione a fine campionato campionato non importa, il popolo giallorosso ha sempre risposto presente alla chiamata, perché “la forza del branco è nel lupo, e la forza del lupo è nel branco”, potrebbe essere uno striscione della Sud, si tratta invece di una frase de Il Libro della Giungla, un classico di Rudyard Kipling. E che sia stata proprio la passione che ha riempito l’Olimpico nella stagione della Conference a dare il via alla reazione dopo il 6-1? L’estate d’euforia romanista culminata con l’arrivo di Paulo Dybala sotto al Colosseo- quello quadrato dove è stato presentato- ha contribuito per prestazioni e pensieri al cammino europeo della Roma, che ha dovuto superare anche la separazione, rapida, inattesa e per alcuni versi anche violenta con il suo eroe di Tirana Niccolò Zaniolo. Mourinho non è alla ricerca di un nuovo idolo per il quale cantare, anche perché è ormai lui il simbolo della squadra. Se si dovesse trovare un momento della stagione romanista, un momento nel quale trovare la forza di affrontare il Siviglia a Budapest, si potrebbe tornare al quarto di finale. Igor Paixao era riuscito a silenziare le centomila voci romane, dopo quel gol mancavano 10 minuti alla fine del percorso europeo, il Feyenoord aveva indossato il Revenge Dress come Lady D nel 1994. Eppure quella sera nella capitale c’era un’atmosfera particolare, e proprio il campione del Mondo argentino ha deciso di respirare la magia romana e trasportarla nei suoi piedi, stop al volo, dribbling con girata, tiro quasi cadendo… gol sotto la Curva Sud, è un tripudio, supplementari, ancora l’inno che la Roma non avrebbe perso quella partita lo si immaginava anche prima dei gol di El Shaarawy e capitan “Lollo” Pellegrini: “la Roma si e il Feye no”, giallorossi in semifinale con la consapevolezza di potere compiere l’ulitmo passo verso Budapest che ora è raggiunta, la Puskas Arena è realtà.

Jose Mourinho alla festa della Conference League

Ora la storia è diversa, le sensazioni di Tirana erano ignote, sconosciute a generazioni di tifosi e alla maggior parte della squadra che non si era ancora giocata una finale di livello con quella maglia giallorossa; adesso a Budapest l’esperienza rianima il 25 maggio, con un Mkhitaryan in meno, che tuttavia anche lui avrà la sua finale, e un Dybala in più già campione del Mondo in questa stagione. La finale di Europa League è un regalo, che la squadra ha fatto ai suoi tifosi dopo una stagione non esaltante in campionato e coppa Italia. Proprio quei tifosi che non l’hanno mai abbandonata, “a te che sei la mia Roma, a te che non sarai mai sola mai” cantavano e continueranno a cantare, strillando “Forza Roma a tutto spiano, co la bandieretta in mano” e ora voleranno con la squadra a Budapest, sul Dabubio Blu che al tramonto ungherese rifletterà i colori giallorossi del cielo, come seguirà la notte del 31 maggio 2023 si vedrà.

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